06 Aug, 2025 - 18:00

Palestina, la protesta del M5s in Parlamento: quali sono le richieste dei pentastellati al governo?

Palestina, la protesta del M5s in Parlamento: quali sono le richieste dei pentastellati al governo?

Un gruppo di deputati vestito di bianco, un altro di rosso, un terzo di verde e un ultimo di nero. Gli esponenti del Movimento Cinque Stelle hanno messo in scena una protesta simbolica contro l'inazione del governo rispetto a quanto sta accadendo in Medio Oriente da ottobre 2023. Il gruppo di deputati ha composto la bandiera palestinese per dire no all'invio di armi verso Israele e chiedere il ritiro dell'ambasciatore. Ultima fondamentale richiesta del M5S è il riconoscimento dello Stato palestinese; il governo italiano, tuttavia, non sembra ancora intenzionato a fare questo passo avanti.

Nel centrosinistra non c'è solo il M5S a chiedere il riconoscimento della Palestina. Il gruppo parlamentare Alleanza Verdi Sinistra chiede che Camera e Senato dedichino una sessione della loro discussione a quanto sta accadendo in Medio Oriente e a Gaza quanto prima. Il co-portavoce di AVS, Nicola Fratoianni, ha ribadito la necessità di agire con urgenza.

Tuttavia, il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, ha risposto in un question time spiegando quando e a quali condizioni potrebbe essere riconosciuta la Palestina dall'Italia: a detta del ministro, il riconoscimento deve rappresentare il punto di arrivo di un processo di pace negoziato tra le parti, che presuppone la completa uscita di scena di Hamas, il raggiungimento della piena unità palestinese sotto la guida dell’ANP e il mutuo riconoscimento delle due parti.

La protesta del M5S: cosa hanno fatto i pentastellati?

Deputati vestiti di rosso, bianco, nero e verde per rappresentare la bandiera della Palestina: oggetto di tante discussioni da parte delle cancellerie europee, ma ancora lontana dal riconoscimento da parte dell'Italia. Ed è proprio per questo che i pentastellati hanno deciso di mettere in scena la protesta odierna: non si può trattare con il governo israeliano come se fosse democratico, specifica il capogruppo M5S in Commissione Difesa, Arnaldo Lomuti, intervenendo nell’aula di Montecitorio:

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Dobbiamo trattare Netanyahu e il suo governo di ultradestra per quello che sono, un governo criminale, ritirando i nostri ambasciatori e attuando azioni concrete come ha fatto la Slovenia, decretando l’embargo totale sulla compravendita di armi

Tre sono le condizioni necessarie: lo stop all'invio di armi in Israele, il riconoscimento della Palestina e, infine, il ritiro dell'ambasciatore.

Le reazioni nel centrosinistra

È necessario combattere Hamas, ma i metodi utilizzati da Netanyahu sono sbagliati. A riconoscerlo è il segretario di Azione, Carlo Calenda, in un tweet piuttosto polemico verso il governo israeliano e quello italiano. Dello stesso avviso è anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che oggi ha dichiarato:

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Palestina libera dai terroristi disumani di Hamas. Serve che la Striscia di Gaza sia lasciata in mano agli arabi, non consegnata per nuove colonizzazioni di Israele

Alleanza Verdi Sinistra, dal canto suo, chiede che Camera e Senato diventino luogo di discussione delle problematiche in Medio Oriente e che il governo italiano prenda posizione:

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Il gruppo parlamentare Alleanza Verdi Sinistra chiede che le Aule del Parlamento dedichino una sessione della loro discussione a quanto sta accadendo in Medio Oriente e a Gaza

Le parole di Ciriani

Infine, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha commentato la scelta del governo di essere cauto sul riconoscimento della Palestina. Negli scorsi giorni, infatti, molti esponenti del centrosinistra — a fronte del riconoscimento di tante cancellerie europee e delle recenti evoluzioni del conflitto — hanno chiesto perché Meloni esitasse così tanto: nella giornata di oggi, rispondendo al question time alla Camera, Ciriani ha spiegato che sono necessari dei passaggi prima di riconoscere lo Stato palestinese:

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La posizione del governo sulla situazione a Gaza è molto chiara. L’unico orizzonte possibile resta la soluzione a due Stati, che convivano in pace e sicurezza all’interno di confini reciprocamente riconosciuti. Siamo sempre stati favorevoli al riconoscimento dello Stato palestinese ma vogliamo che questo Stato nasca su basi solide. Il riconoscimento deve rappresentare il punto di arrivo di un processo di pace negoziato tra le parti che presuppone la completa uscita di scena di Hamas, il raggiungimento della piena unità palestinese sotto la guida dell’Anp e il mutuo riconoscimento delle due parti

Il ministro ha ribadito che una presa di posizione arriverà con un processo di pace negoziato tra le parti. Inoltre, Hamas dovrà uscire di scena e infine si dovrà raggiungere la piena unità palestinese sotto la guida dell’ANP e il mutuo riconoscimento delle due parti. Su questo percorso, spiega il ministro, si sta lavorando assieme alla Germania.

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