Un comunicato congiunto da parte di cinque Paesi si oppone al piano del premier israeliano Benjamin Netanyahu di annettere Gaza. A quasi ventiquattro ore dall'annuncio di Tel Aviv, l'Italia si è esposta apertamente e, insieme ad Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito, ha condannato i piani del governo israeliano, in una reazione tardiva rispetto all’annuncio di voler occupare Gaza.
Nella nota diffusa dai ministeri degli Esteri dei cinque Stati si legge la condanna nei confronti della decisione del Gabinetto di Sicurezza israeliano di avviare un’operazione militare su larga scala a Gaza. Nel comunicato si sottolinea inoltre quanto la situazione umanitaria nei territori palestinesi sia critica e la necessità di intervenire per evitare un ulteriore peggioramento. Già nella giornata di ieri, 8 agosto 2025, il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva ribadito, in un post su X, la necessità di lavorare per porre fine al conflitto in corso in Medio Oriente.
Non resta ora che attendere un passo avanti anche da parte di Israele, di fronte alle reazioni delle cancellerie europee. Da mesi cresce la preoccupazione per la crisi umanitaria, che ha spinto diversi governi dell’UE a riconoscere la Palestina. L’Italia, pur condannando le azioni di Netanyahu, continua a esitare nel riconoscimento.
I ministri degli Esteri di Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno espresso un netto rifiuto nei confronti dei piani del governo israeliano di occupare Gaza City, sottolineando come questa decisione aggraverebbe ulteriormente una situazione umanitaria già gravissima. Hanno evidenziato che l’operazione metterebbe a serio rischio la vita degli ostaggi e potrebbe provocare un esodo massiccio della popolazione civile.
Nel comunicato congiunto si mette in guardia la comunità internazionale riguardo al rischio di violazioni del diritto internazionale umanitario derivanti da tali piani, in particolare in relazione a qualsiasi tentativo di annessione o espansione degli insediamenti nella regione.
I ministri invitano quindi tutte le parti coinvolte, insieme alla comunità internazionale, a impegnarsi per porre fine al conflitto attraverso un cessate il fuoco immediato e permanente che consenta un accesso umanitario rapido, massiccio e senza ostacoli, dato che a Gaza si sta rischiando una carestia senza precedenti.
Si sottolinea inoltre che Hamas dovrebbe liberare senza ritardi né condizioni tutti gli ostaggi, assicurando che siano trattati in modo umano, senza subire crudeltà o umiliazioni.
I ministri hanno anche richiesto una revisione dei meccanismi attualmente gestiti da Stati Uniti e Israele per la distribuzione degli aiuti, evidenziando come il sistema di registrazione delle organizzazioni umanitarie internazionali debba essere modificato con urgenza per consentire a queste ultime di continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale nel fornire assistenza ai civili bisognosi a Gaza.
L’esclusione di tali organizzazioni, avvertono, sarebbe un segnale molto preoccupante.
Infine, viene ribadito il sostegno alla soluzione a due Stati come unico percorso per garantire una convivenza pacifica, sicura e dignitosa tra israeliani e palestinesi. A tal fine si sottolinea la necessità della totale smilitarizzazione di Hamas e della sua esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia di Gaza, affidando invece all’Autorità Palestinese un ruolo centrale nella gestione della zona.
La guerra a #Gaza deve finire.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) August 8, 2025
É necessario proseguire con il massimo impegno in un negoziato diplomatico che servirà a costruire una vera pace a Gaza e in Palestina, garantendo la sicurezza di Israele e senza alcun ruolo per Hamas.
Siamo contrari ad ogni piano per l’occupazione…