10 Aug, 2025 - 14:35

Ex Ilva di Taranto, quali sono i prossimi passi per la decarbonizzazione?

Ex Ilva di Taranto, quali sono i prossimi passi per la decarbonizzazione?

Nel bel mezzo di agosto si decide il futuro dell'ex Ilva e di Taranto. Negli ultimi giorni la città pugliese è al centro di un confronto acceso sul futuro dello storico stabilimento siderurgico, oggetto da anni di un delicato processo di decarbonizzazione. Domani, 11 agosto 2025, si terranno incontri cruciali tra le istituzioni locali, il ministero delle Imprese e le associazioni di categoria, che potrebbero finalmente delineare i prossimi passi per la trasformazione dello stabilimento. Non si tratta di decisioni da poco. Dai prossimi due giorni dipenderà non solo il futuro della città, ma anche la tenuta economica e sociale di un territorio fortemente legato all’industria siderurgica.

Al centro dei dibattiti ci sarà l’accordo istituzionale di programma proposto dal ministero della Transizione Ecologica, che prevede la realizzazione di forni elettrici e impianti di preridotto (Dri) per ridurre le emissioni. Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, ha già annunciato di non voler sottoscrivere l’intesa così com’è. Il primo cittadino chiede un accordo più dettagliato e strutturato, ma dall'altra parte la Regione Puglia spinge per un compromesso rapido, mentre associazioni di imprese e ambientalisti hanno posizioni contrastanti sulle modalità e gli effetti della decarbonizzazione.

Domani sarà una giornata importante per capire se l’accordo potrà avanzare, se si dovrà attendere settembre per una svolta o se si apriranno strade alternative, come la possibilità di dividere la realizzazione degli impianti tra Taranto e Gioia Tauro. Le parti si confronteranno in una serie di incontri che definiranno il futuro del progetto e, infine, il destino dello stabilimento e della città.

L'accordo istituzionale e la posizione di Bitetti

L’accordo istituzionale di programma è il cuore della discussione che coinvolge governo e stakeholder. Il ministero delle Imprese, guidato dal ministro Adolfo Urso, vuole accelerare i tempi per non compromettere la credibilità del progetto e del percorso di decarbonizzazione. Il titolare del dicastero ha espresso più volte la sua frustrazione per i rinvii e per l’assenza della firma del Comune di Taranto.

Dall’altro lato, il sindaco Bitetti e il Consiglio comunale chiedono ulteriori garanzie, soprattutto sul piano finanziario e tecnico, e temono che l’accordo attuale non sia in grado di tutelare sufficientemente l’occupazione e l’impatto sociale. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, spinge per un’intesa rapida e per un compromesso che eviti ulteriori ritardi.

Il governatore ha sottolineato come il ministero stia offrendo un’opportunità importante per la città, per poi ribadire che senza un accordo si rischia un fallimento che penalizzerebbe tutti. In un quadro così complesso, si aggiungono anche le associazioni di imprese che insistono sulla necessità di mantenere l’intero progetto a Taranto, senza frammentazioni che potrebbero rallentare o complicare la realizzazione.

La decarbonizzazione e il futuro dell'ex Ilva

Uno degli elementi più complicati del dibattito riguarda le diverse visioni sul modello di decarbonizzazione da adottare. Le associazioni imprenditoriali, come Confindustria Taranto, Confapi e Aigi, ritengono che un progetto integrato con forni elettrici e impianti di preridotto a Taranto possa garantire la sostenibilità ambientale e la competitività economica dello stabilimento. Per queste associazioni, scindere la realizzazione degli impianti su due sedi diverse potrebbe far perdere efficienza e aumentare i costi, compromettendo l’intero processo.

Resta il grande scetticismo delle associazioni ambientaliste sulla possibilità stessa di decarbonizzare efficacemente l’ex Ilva. Queste realtà vorrebbero un piano di riconversione economica della città, con politiche di sostegno sociale e riqualificazione professionale per i lavoratori, puntando a un futuro meno dipendente dall’industria pesante.

Perché domani e martedì sono decisivi?

Quarantotto ore per il futuro di Taranto. Le giornate di domani e martedì saranno decisive per definire se l’accordo di programma potrà finalmente andare avanti o se sarà necessario rinviare tutto a settembre. Gli incontri tra i capigruppo del Consiglio comunale, le associazioni di imprese, i movimenti ambientalisti e il ministro Urso saranno l’occasione per fare il punto sulle divergenze e cercare punti di convergenza. Nonostante la mancanza della firma comunale prevista il 12 agosto, tutte le parti sembrano voler mantenere un dialogo aperto.

Un possibile scenario alternativo, al momento oggetto di verifiche tecniche, prevede di costruire i forni elettrici a Taranto e gli impianti di preridotto nell’area portuale di Gioia Tauro. Una buona mediazione, ma non priva di rischi ambientali. Non resta allora che attendere le giornate di domani e di martedì.

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