11 Aug, 2025 - 14:30

Crollo iscritti nella Cgil nell'ultimo anno: è colpa del segretario Maurizio Landini?

Crollo iscritti nella Cgil nell'ultimo anno: è colpa del segretario Maurizio Landini?

In Cgil c’è aria di scontento. A lanciare l’allarme è Il Giornale, che sottolinea come, dal 16 ottobre 2024 all’8 agosto 2025, moltissimi lavoratori abbiano deciso di disdire la propria iscrizione dal più importante sindacato italiano: si parla di circa 45mila iscritti che, nell’ultimo anno, hanno preferito fare un passo indietro. Si tratta di quasi 5mila disdette al mese, e questo segnale di malessere all’interno della Cgil non può più essere ignorato. Tuttavia, la situazione dell’anno in corso si inserisce in un quadro già critico: dal 2019 – anno in cui Landini è diventato segretario – il sindacato ha perso quasi 200mila iscritti.

Non è positivo neanche il dato relativo alla composizione della base. La metà degli iscritti è costituita da pensionati, dunque persone ormai lontane dal mondo del lavoro: come si può pensare che una base del genere possa difendere efficacemente gli interessi dei lavoratori se non vive più i cambiamenti del mercato e delle condizioni occupazionali? Non brillano, inoltre, neppure le attività vicine alla Cgil, come la casa editrice Futura Srl, che risulterebbe in perdita.

A cosa è dovuto questo crollo? Al centro del dibattito ci sono il ruolo di Landini e le ultime iniziative del sindacato. Nell’ultimo anno la Cgil ha promosso i cinque quesiti referendari dell’8 e 9 giugno, conclusisi però con un nulla di fatto. La “bocciatura” alle urne potrebbe aver avuto un peso significativo nell’insuccesso crescente dell’organizzazione.

Perché sono crollati gli iscritti alla Cgil

Meno 45mila iscritti nel 2025, e l’anno non è ancora terminato: questo è quanto emerge dai dati diffusi dalla sigla CGL (Come Gestire i Licenziamenti), una fronda autonoma fondata da alcuni dissidenti anti-landiniani, come Antonio Rudas, Giovanni Piras e Salvatore Frulio, che in passato hanno ricoperto ruoli dirigenziali all’interno del sindacato. Non si tratta del primo segnale negativo: dal 2019 sono stati persi quasi 200mila iscritti, un dato che dovrebbe spingere a interrogarsi seriamente su cosa non stia funzionando.

L’ipotesi è che le battaglie aprioristiche contro il governo Meloni non abbiano convinto una parte consistente della base, che nel tempo ha deciso di abbandonare la Cgil. Tuttavia, la crisi va avanti dal 2019 e potrebbe essere ricondotta anche alla figura del segretario generale Maurizio Landini, il cui approccio non ha trovato il consenso di tutti.

L’ultima grande sconfitta

Forse la sconfitta più pesante degli ultimi anni è proprio quella del referendum dell’8 e 9 giugno. La Cgil si è schierata in prima linea per i cinque “: uno per modificare la legge sulla cittadinanza e altri quattro contro il Jobs Act. Tuttavia, le urne non hanno restituito il risultato sperato: Meloni e i leader del centrodestra hanno invitato all’astensione, e nel centrosinistra non tutti hanno votato compattamente per i cinque quesiti.

Il raggiungimento di appena il 30% di affluenza, a fronte di un quorum fissato al 50% + 1, rappresenta una pesante batosta per il sindacato, che aveva investito l’intero ultimo anno in questa battaglia. A ciò si aggiunge il costante allineamento con il centrosinistra nelle iniziative contro il governo Meloni, un atteggiamento che sembra aver trasformato la Cgil in un vero e proprio partito d’opposizione.

Landini è a rischio?

Al momento non si respira aria di cambiamento nella segreteria della Cgil: Maurizio Landini resterà alla guida, a meno di colpi di scena clamorosi. Un futuro in politica, però, non è così improbabile. Spesso si è parlato della Cgil come “costola del Pd”, e in effetti diversi esponenti provenienti dal sindacato sono entrati nelle file dei dem, ricoprendo anche ruoli di rilievo.

Gli esempi più noti sono quelli dei due ex segretari: Guglielmo Epifani e Susanna Camusso. Il primo è stato segretario del Pd da maggio a dicembre 2013; la seconda è oggi senatrice per i dem, dopo aver concluso la sua esperienza da segretaria nel 2019, lasciando il posto proprio a Landini.

 

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