17 Aug, 2025 - 07:00

Gaza, gli italiani pensano che sia in corso un genocidio? Lo svela un sondaggio

Gaza, gli italiani pensano che sia in corso un genocidio? Lo svela un sondaggio

A Gaza è in corso un genocidio o no? Per gran parte degli italiani, in questo momento sì. A rivelarlo è un sondaggio di Termometro Politico realizzato tra il 6 e il 7 agosto 2025. Circa il 49,5% degli intervistati ha dichiarato, senza troppi giri di parole, che il massacro di civili perpetrato dalle Israel Defense Forces su ordine del governo di Tel Aviv è un genocidio. Una quota significativa di persone che ritiene anche giunto il momento di riconoscere quanto sta accadendo in Medio Oriente da quasi due anni.

Tuttavia, non mancano opinioni diverse. Non tutti avevano riconosciuto il genocidio nel primo anno della guerra, ma oggi sono disposti ad affermare che sia in corso. Un altro 14,3% denuncia infatti il massacro di civili da parte delle forze armate israeliane, ma sostiene che non vi siano gli estremi per parlare di genocidio. Infine, un corposo 19,5% ritiene che l’utilizzo di questo termine sia funzionale a nascondere i crimini di Hamas contro Israele.

Al momento, la maggior parte delle cancellerie europee è sul punto di riconoscere lo Stato palestinese, mentre l’Italia, pur registrando un forte sostegno tra i cittadini, esita. Nei giorni scorsi Giorgia Meloni si è confrontata con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman Al Saud e con il presidente palestinese Mahmoud Abbas: segnali che il governo italiano si sta muovendo per favorire una soluzione diplomatica.

Cosa pensano gli italiani su Gaza

A Gaza è in corso un genocidio? Per gli italiani la guerra nella Striscia suscita giudizi molto netti e divisi, ma la maggioranza tende a leggere la situazione nei termini più drammatici possibili. Secondo il sondaggio, infatti, quasi un cittadino su due (49,6%) afferma che quanto sta accadendo non solo può, ma deve essere definito “genocidio”: un termine che, a loro giudizio, dopo quasi due anni di bombardamenti, vittime civili e distruzioni, non è più contestabile, al punto che negarlo viene percepito come un atteggiamento “ipocrita e disonesto”.

A questa quota già maggioritaria si aggiunge un ulteriore 14,3% che, pur riconoscendo che all’inizio potesse sembrare eccessivo parlare di genocidio, oggi – alla luce dei fatti accumulatisi nel tempo – considera pienamente giustificata tale definizione. Sommando queste due opinioni, si arriva quindi a quasi il 64% degli italiani che, con sfumature diverse, riconosce nelle azioni israeliane a Gaza le caratteristiche di un genocidio: una percezione forte, che colloca la sensibilità dell’opinione pubblica italiana ben oltre i dibattiti diplomatici e politici in corso a livello internazionale.

C’è chi non è d’accordo

Non manca però una fetta consistente della popolazione che interpreta la questione in modo diverso, pur condannando la gravità degli eventi. Un altro 14,3% degli intervistati, infatti, ritiene che sia corretto parlare di “massacro” e di “crimine contro civili innocenti”, ma non di genocidio, sottolineando così la distinzione tra violazioni gravissime del diritto umanitario e l’uso di una definizione giuridica estrema. Più netto ancora è il giudizio espresso da quasi un italiano su cinque: per questa parte dell’elettorato (19,5%) non si tratta affatto di genocidio, ma di un’accusa propagandistica rivolta contro Israele.

Secondo loro, infatti, l’insistenza su tale definizione rientrerebbe in una narrazione “anti-israeliana e spesso antisemita”, funzionale a distogliere l’attenzione dai crimini commessi da Hamas e dalle responsabilità del movimento palestinese nell’innesco e nella prosecuzione del conflitto.

Il lavoro in vista dell’Assemblea generale dell’Onu

Manca meno di un mese all’Assemblea generale dell’Onu, che potrebbe portare a una svolta nel riconoscimento dello Stato palestinese da parte delle cancellerie europee. C’è ancora molta strada da fare, ma il prossimo mese potrebbe rivelarsi fondamentale anche per individuare una soluzione al conflitto in corso in Medio Oriente.

E l’Italia? Per ora, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non è intenzionata a riconoscere la Palestina. Secondo l’esecutivo, le condizioni necessarie restano tre: il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e l’esclusione futura di Hamas da un eventuale governo palestinese.

 

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