19 Aug, 2025 - 13:21

Meloni e la stampa, il fuori onda fa scoppiare il caso. Cosa ha detto la premier a Trump

Meloni e la stampa, il fuori onda fa scoppiare il caso. Cosa ha detto la premier a Trump

Un piccolo fuori onda rivelatore, una battuta che in leggerezza ha svelato un frammento di verità: nella complicatissima giornata di ieri alla Casa Bianca, durante il summit dedicato all’Ucraina, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confidato al presidente Donald Trump un dettaglio che, in realtà, a molti era già apparso evidente. "Non voglio mai parlare con la stampa italiana", ha ammesso la premier rivolgendosi al presidente Usa, rimarcando per contrasto il piacere che il tycoon sembra invece provare nel confronto, seppur spesso conflittuale, con i giornalisti.

Fuori onda alla Casa Bianca: la confessione di Meloni

Ma ripercorriamo il contesto. A Washington, attorno al presidente Usa, siedono il presidente Zelensky, i leader europei, la presidente della Commissione von der Leyen e il segretario generale della Nato Rutte.

La premier Meloni occupa la poltrona alla sinistra di Trump: è appena terminato un punto stampa. Il presidente finlandese Stubb, sorpreso, commenta la scelta del presidente Usa di aprire ai giornalisti proprio durante una trattativa delicata, come quella in corso con Zelensky sul futuro dell’Ucraina e sulle possibilità di raggiungere un accordo, dopo oltre tre anni di guerra, con la Russia. "Lo fai tutti i giorni?", chiede Stubb. "Lo faccio sempre", replica con le spalle strette Trump.

È a quel punto che interviene Giorgia Meloni che, con tono divertito, si inserisce nella conversazione: "Ma a lui piace, lo fa sempre!". Poi, d’improvviso, la rivelazione: la premier si china verso Trump e confida: "Io non voglio mai parlare con la stampa italiana". Trump non risponde: è il momento di lodare le capacità di golfista - sport che il tycoon ama - del presidente finlandese.

Meloni consiglia Trump: 'Non prendiamo domande'

Ma non è finita qui. Qualche ora dopo, Meloni torna a ribadire al presidente Trump la sua scarsa propensione alle conferenze stampa. Al termine del suo intervento, il presidente Usa chiede ai leader europei se intendano concedere qualche risposta ai giornalisti presenti. La premier italiana, ancora una volta seduta accanto a Trump, accenna uno sguardo preoccupato e sussurra: "Penso sia meglio di no. Siamo troppi e andremo troppo lunghi".


Un indizio è un indizio, due fanno una coincidenza, diceva Agatha Christie, ricordando come servissero tre indizi per fare una prova. Eppure, questa battuta di Meloni sembra proprio una conferma della tendenza a evitare, dove possibile, confronti con i giornalisti.

Meloni e il rapporto con la stampa

Alle conferenze stampa, la premier preferisce infatti le dichiarazioni o i punti stampa: momenti più rapidi, informali e meno strutturati. L’ultima vera conferenza stampa con la stampa italiana si è tenuta il 9 gennaio 2025, in occasione del tradizionale appuntamento di inizio anno.

In quell’occasione Meloni si è difesa dalle accuse di non rispondere abbastanza alle domande dei giornalisti, rivendicando di aver risposto nel 2024 a oltre 350 quesiti della stampa e spiegando la scelta di non partecipare alle conferenze stampa al termine dei Consigli dei ministri. Una decisione, disse, motivata dal desiderio di lasciare spazio ai ministri, permettendo loro di rispondere direttamente sul loro operato.

Non a caso, secondo un’analisi di Pagella Politica pubblicata nel gennaio 2025, basata sul confronto con i suoi cinque predecessori, Meloni risulta la presidente del Consiglio che ha risposto meno ai giornalisti in conferenza stampa, con una media di circa un appuntamento al mese.

Il modello Usa: altro che evitare la stampa

La rivelazione di Meloni sulla sua riluttanza a concedersi a lunghi confronti con la stampa è arrivata in un contesto, quello statunitense, dove le cose funzionano in modo molto diverso. Nonostante i continui attacchi del presidente Trump ai media accusati addirittura di essere nemici del popolo americano — CNN, The New York Times e The Washington Post, solo per citarne alcuni — negli Usa il rapporto tra potere politico e stampa è costante e istituzionalizzato.


Alla Casa Bianca esiste un corpo di giornalisti, la White House Press Corps, regolarmente accreditato e impegnato a seguire ogni mossa del presidente e del suo staff. I press briefing sono quotidiani, tenuti dal portavoce del presidente, e i giornalisti hanno la consuetudine di porre domande anche incalzanti e provocatorie. Per questo, nonostante il rapporto spesso conflittuale, il presidente degli Stati Uniti non può rifiutare i confronti con la stampa, che avvengono a una frequenza elevata e consolidata. 

Le reazioni

Le reazioni alle parole della premier Le reazioni alla ritrosia di Meloni nel confrontarsi con la stampa non si sono fatte attendere. Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, ha dichiarato: "Che la presidente del Consiglio non ami i giornalisti e le domande della stampa è cosa nota. Negli anni ha sostituito le conferenze stampa (tranne quella di fine anno) con lunghi monologhi online, senza contraddittorio e senza domande. Propaganda, non informazione".

Immediata la condanna delle opposizioni. Carlo Calenda, leader di Azione, ha parlato di "pessima figura", sottolineando come Meloni abbia rivolto la sua confessione "a un aspirante autocrate che compila quotidianamente liste di proscrizione dei giornalisti". "Meloni si sente al sicuro solo nei monologhi registrati e nelle dirette social", ha commentato la senatrice di Italia Viva, Silvia Fregolent. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha definito l’episodio un "indegno fuori onda", aggiungendo: "Abbiamo ben capito che Meloni vorrebbe giornalisti compiacenti e stampa adulante".

L'articolo in quattro punti

  • Fuori onda alla Casa Bianca: Durante il summit sull’Ucraina, Meloni confida a Trump di non voler mai parlare con la stampa italiana, mentre sottolinea la propensione del presidente Usa a confrontarsi con i giornalisti.
  • Contesto dei colloqui: Alla riunione sono presenti Zelensky, leader europei, von der Leyen e Rutte. La premier italiana reagisce divertita alle abitudini statunitensi dei briefing quotidiani, mostrando preoccupazione per eventuali domande della stampa.
  • Stile comunicativo di Meloni: La premier privilegia dichiarazioni rapide o punti stampa, evitando le conferenze lunghe. L’ultima ufficiale risale al 9 gennaio 2025, quando rivendica oltre 350 risposte fornite nel 2024 e spiega la scelta di lasciare spazio ai ministri.
  • Confronto con il modello Usa: Negli Stati Uniti, il rapporto tra politica e stampa è istituzionalizzato: il White House Press Corps garantisce briefing quotidiani e domande incalzanti, mentre il presidente non può evitare il confronto, anche se conflittuale, con i media.

 

 

 

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