Ventitré punti in comune per vincere in Toscana. Ieri, 18 agosto, a Palazzo Strozzi Sacrati, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno siglato un accordo programmatico con il candidato presidente Eugenio Giani in vista delle elezioni regionali toscane del 12-13 ottobre 2025. Giani ha spiegato che l’intesa si fonda su 23 punti concreti, frutto di un confronto costruttivo tra le parti. Alcuni hanno trovato piena condivisione, altri solo un allineamento sulle rispettive posizioni, con l’obiettivo comune di garantire un buon governo della Toscana.
Paola Taverna, vicepresidente vicaria del M5S, ha sottolineato che l’accordo recepisce il voto online degli iscritti e tutela le priorità storiche del Movimento: legalità, difesa dell’ambiente, diritti sociali e rafforzamento della sanità pubblica. A suo avviso, l’intesa è pubblica e trasparente, un primo passo verso una coalizione progressista capace di offrire un’alternativa concreta alle politiche delle destre, con impegni realizzabili e verificabili.
C’è però un dettaglio che il centrodestra ha subito provato a mettere in risalto dopo la stretta di mano tra Taverna e Giani. L’esponente del M5S, infatti, dieci anni fa era stata protagonista di una dura contestazione contro il Pd. Oggi i pentastellati siedono invece al fianco dei dem e, come la stessa Taverna aveva ammesso già nel 2018, quel tipo di atteggiamento appartiene ormai al passato.
Nonostante l’accordo, la strada verso la collaborazione è stata lunga e travagliata. Tra il 2015 e il 2018 i vertici del Movimento attaccarono duramente il Partito Democratico, definendo i dem “ladri, bugiardi, mafiosi e ridicoli”. Era un momento storico diverso, che evidenziava un M5S radicalmente distante dall’attuale impostazione politica. Questo passato di scontri, tuttavia, mette in luce quanto i pentastellati abbiano lavorato per arrivare a un’intesa con i dem, una collaborazione che tra alti e bassi prosegue ormai dai tempi del governo giallorosso.
Le dichiarazioni di questi giorni, soprattutto in relazione alla Toscana, mirano a valorizzare la concretezza dei temi condivisi, dimostrando come sia possibile superare vecchi rancori per realizzare progetti comuni nell’interesse dei cittadini. Anche la stessa Taverna, che già nel 2018 aveva riconosciuto l’eccesso di quei toni, ha ribadito come si trattasse di uno sfogo ormai consegnato al passato.
Al centro dell’intesa tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle ci sono 23 punti programmatici che spaziano dai temi sociali alle infrastrutture e all’ambiente. Tra i più rilevanti figurano il patto per la legalità, destinato a essere il primo atto della futura Giunta, l’introduzione di un reddito di cittadinanza regionale e di un salario minimo garantito.
Sul piano delle opere, è previsto il raddoppio ferroviario Firenze-Pisa, mentre in ambito ambientale emergono la chiusura del rigassificatore di Piombino, il recupero della legge Marson per la tutela del territorio e la revisione del piano regionale dei rifiuti.
Centrale anche la proposta di ripubblicizzare l’acqua nell’ambito del progetto Multiutility. Giani, che corre per il secondo mandato, ha descritto l’accordo come un impegno condiviso e trasparente, nato da posizioni differenti ma orientato a costruire un programma comune. Ha inoltre sottolineato come l’esperienza toscana di “campo largo” possa rappresentare un modello da esportare a livello nazionale.
Secondo i sondaggi di maggio, la Toscana appare orientata verso una vittoria netta del centrosinistra. Nonostante la presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia deciso di puntare su Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e nome di punta del centrodestra, le rilevazioni indicano Giani in netto vantaggio con il 58%, contro il 37% attribuito all’esponente di Fratelli d’Italia, secondo un sondaggio EMG per Toscana Tv. Risultati simili emergono anche da un’analisi di Tecnè per l’agenzia Dire.
Lo scenario favorevole al centrosinistra si rispecchia anche in altre regioni: in Puglia e in Campania il centrosinistra parte favorito, mentre nelle Marche la sfida resta aperta tra l’attuale presidente Francesco Acquaroli e il suo sfidante Matteo Ricci. Secondo gli osservatori, l’ampio margine previsto in Toscana rafforza la coalizione e le offre uno slancio significativo in vista delle elezioni regionali, confermando l’importanza di presentarsi agli elettori con un progetto unitario e credibile.