19 Aug, 2025 - 18:49

Video di Stefano De Martino e Caroline Tronelli, "dove vederlo"? Boom di ricerche online mentre il conduttore sporge denuncia

Video di Stefano De Martino e Caroline Tronelli, "dove vederlo"? Boom di ricerche online mentre il conduttore sporge denuncia

Stefano De Martino, noto conduttore televisivo ed ex marito di Belen Rodriguez, è recentemente finito al centro di un grave scandalo a seguito della diffusione in rete di un video intimo che lo ritrae insieme alla sua nuova compagna, la ventiduenne Caroline Tronelli.

Il conduttore ha già sporto denuncia alle autorità, ma intanto online è boom di curiosi alla ricerca del filmato, diffuso soprattutto su Telegram.

Video intimo di Stefano De Martino: chi l'ha rubato?

Il video, secondo quanto ricostruito dalle autorità, è stato rubato il 9 agosto 2025 da un hacker che si è introdotto nel sistema di videosorveglianza domestico dell’appartamento romano di Caroline.

La telecamera, collegata a una rete internet attraverso un modem Tim, rappresentava l’anello debole sfruttato dal malintenzionato per accedere alle immagini private della coppia.

Al momento le indagini sono ancora in corso e l’autore materiale dell’hackeraggio non è stato identificato. Si sa però che la violazione informatica ha avuto come primo effetto il reato di accesso abusivo a sistema informatico e violazione della privacy.

Dove è stato diffuso il video di Stefano De Martino e Caroline Tronelli?

Il video, subito dopo il furto, è stato diffuso su alcune piattaforme social come Telegram, Facebook (in particolare la pagina “Piazza del Plebiscito”) e anche tramite catene di WhatsApp.

Alcuni siti stranieri dediti alla raccolta di filmati rubati hanno contribuito ad amplificare la portata della diffusione, con successiva rimozione dopo i primi allarmi lanciati dall’entourage di De Martino.

Secondo quanto segnalato dall’avvocato Sergio Pisani, legale del conduttore, alcune delle pagine social che hanno diffuso il materiale sono state immediatamente chiuse a seguito delle prime segnalazioni, ma il video ha continuato a circolare in maniera irregolare anche su chat e gruppi privati.

Le indagini puntano ora a individuare chi continua a condividere il materiale, trattandosi di una filiera molto ramificata e difficile da arginare una volta che il file è stato messo in rete.

Le misure di tutela adottate

De Martino ha reagito con tempestività, presentando denuncia penale sia alla polizia di Porto Cervo – dove si trovava in vacanza al momento della scoperta – sia alla Procura di Roma, titolare dell’inchiesta.

La denuncia è contro ignoti, con l’ipotesi di reato di “diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti”, noto anche come revenge porn. Oltre che alle forze dell’ordine, De Martino si è rivolto al Garante della Privacy, che ha ordinato l’immediata rimozione del materiale da ogni piattaforma e ha ammonito sul carattere gravemente illecito della sua ulteriore diffusione.

Parallelamente, De Martino e la compagna hanno ingaggiato un investigatore privato per cercare di mappare la diffusione della clip e ottenere la cancellazione da tutti i portali coinvolti. Ai fini legali, sono stati raccolti anche screenshot di commenti offensivi pubblicati a corredo del video, che potrebbero portare ad azioni ulteriori contro chi ha commesso ingiurie o atti di cyberbullismo.

L’avvocato Pisani ha inoltre lanciato un appello pubblico chiedendo di cancellare il materiale privato e ricordando che anche chi detiene il video, lo condivide o lo visiona, rischia gravi sanzioni penali. Infine, De Martino ha dichiarato che qualunque risarcimento dovesse arrivare da procedimenti legali sarà devoluto in beneficenza, a sostegno di progetti contro il cyberbullismo e per i minori.

Il significato di una battaglia per tutti

Il caso ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità dei dispositivi connessi e sulla necessità di difendere la privacy nell’epoca digitale. La vicenda, infatti, dimostra quanto sia semplice per malintenzionati introdursi nei sistemi di videosorveglianza domestica e violentare l’intimità anche di personaggi pubblici, con ripercussioni sui diretti interessati e sulle loro famiglie, vittime sia dell’hackeraggio che dell’odio online.

 

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