Legge sul femminicidio, Bandecchi: "È razzista contro gli uomini"

Stefano Bandecchi ha recentemente espresso una posizione molto critica riguardo alla nuova legge sul femminicidio. In un video sul suo profilo Instagram, il leader di "Dimensione Bandecchi" si è detto preoccupato dei problemi sorti durante la lavorazione della normativa, denunciando una sorta di "grande confusione" e la possibilità che, alla fine, la legge possa discriminare gli uomini rispetto alle donne.

“Legge sul femminicidio scritta male e razzista contro gli uomini”

Le parole di Bandecchi non lasciano spazio a interpretazioni: per lui si tratta di una legge “scritta male” e, addirittura, “razzista” nei confronti degli uomini.

Secondo la sua analisi, la normativa non offra una tutela reale ma sia sbilanciata in modo tale da penalizzare unicamente il sesso maschile.

Bandecchi invita il governo a prendere provvedimenti e a prestare maggiore attenzione nella stesura delle leggi, temendo che l’emotività possa prevalere sul rigore legislativo.

“Sta a vedere che alla fine succederà che gli uomini saranno discriminati rispetto alle donne. La legge è scritta male e è una legge razzista che è contro gli uomini, totalmente, basta leggerla.”

Il problema della disparità di trattamento

Bandecchi evidenzia inoltre la necessità di un approccio imparziale: ritiene che la legge non debba prevedere pene diverse in base al genere di chi commette reati gravi, come il femminicidio o altri crimini violenti.

Il rischio, secondo lui, sarebbe quello di "tornare prima degli anni ’80 alla rovescia", con una nuova forma di discriminazione.

L’appello al governo

Nel suo intervento, Bandecchi riconosce come quello del femminicidio sia un problema grave e da affrontare con serietà, senza “risparmiare anni di galera a chi fa certi errori”.

Tuttavia, sottolinea che la legge debba essere neutra rispetto al genere, punendo “agli uomini e alle donne che fanno certi errori” senza distinguo.