Pasquale Tridico ha deciso: correrà per la guida della Calabria. L’ex presidente dell’Inps, oggi europarlamentare del Movimento 5 Stelle, dopo giorni di riflessione ha rotto gli indugi e ha detto sì alla sfida che lo vedrà protagonista alle prossime elezioni regionali del 5 e 6 ottobre. Una scelta non banale, che intreccia politica e vita personale, e che arriva in un momento delicato per la sua terra: la Calabria, spesso lasciata indietro e troppo a lungo raccontata solo attraverso i suoi problemi, ora cerca un riscatto. Le sue dimissioni hanno aperto un nuovo capitolo, con la prospettiva di una competizione elettorale intensa e dal forte valore simbolico.
E ora? Non resta che attendere l'ok della coalizione per ufficializzare il nome di Tridico che potrebbe essere il candidato ideale per sfidare il presidente della Regione, Roberto Occhiuto il prossimo 5 e 6 ottobre.
Il suo nome circolava da tempo, ma fino a poche ore fa era rimasto solo un’ipotesi. Poi la decisione, arrivata quasi in silenzio, comunicata con poche parole ma cariche di significato: “Sono disponibile. Se tutte le forze progressiste ci sono, confermo la mia disponibilità”. Per Tridico non si tratta di una scelta qualsiasi.
A 50 anni, dopo una lunga carriera accademica e istituzionale, decide di rimettere radici nella sua terra, quella in cui è nato e cresciuto e che oggi vuole provare a cambiare. Da tecnico prestato alla politica, Tridico è diventato noto al grande pubblico come presidente dell’Inps durante il periodo del reddito di cittadinanza, misura che lui stesso contribuì a scrivere nel 2018 da consigliere economico dell’allora ministro Luigi Di Maio. Oggi, con la stessa convinzione di allora, prova a riportare in Calabria quell’idea di riscatto sociale che ha ispirato gran parte del suo percorso. Non a caso, tra i primi a incoraggiarlo c’è stato Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, che lo ha definito “una speranza per la Calabria”.
Le elezioni non saranno una passeggiata. Lo sfidante da battere è il centrodestra guidato da Forza Italia, che finora ha tenuto le redini della Regione. La macchina procedurale si è già messa in moto: lo scioglimento del Consiglio regionale, le regole per fissare la data del voto, la gestione della transizione fino al ritorno alle urne. Ma al di là dei tecnicismi, quello che colpisce nelle parole di Tridico è il tono personale, quasi intimo: “È il tempo del coraggio. È il tempo della Calabria, la nostra terra, per riportarla a testa alta laddove merita di stare”.
Un messaggio che suona come un appello alla dignità collettiva, rivolto a chi vive quotidianamente le difficoltà di una regione che fatica a offrire opportunità ai giovani e che spesso vede i suoi talenti costretti a partire. La sua candidatura si colloca in questo spazio di speranza, nel tentativo di costruire un fronte unito – Pd, M5s, Avs e Italia Viva – che possa dare al voto un senso di svolta.
Quella calabrese non è solo una partita locale. Il voto d’autunno avrà un riflesso diretto sugli equilibri politici nazionali. Mentre Tridico scalda i motori, in Campania si fa strada la candidatura di Roberto Fico, in Puglia si cerca di ricucire lo strappo tra Antonio Decaro e Michele Emiliano, e in Toscana Carlo Calenda minaccia di rompere l’alleanza per divergenze programmatiche con il M5s. Anche il centrodestra deve ancora trovare la quadra: restano aperte le questioni in Veneto e nelle Marche, e in Toscana è spuntata la candidatura del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi.
In questo mosaico complicato, la Calabria diventa un laboratorio politico ma anche un banco di prova emotivo: la scelta di Tridico non è solo il risultato di calcoli strategici, ma l’atto di un uomo che decide di mettersi in gioco per la sua terra, con la consapevolezza delle difficoltà e la speranza di poter cambiare davvero le cose.