22 Aug, 2025 - 15:12

Sabotaggio Nord Stream, ucraino arrestato a Rimini: scoppia un nuovo caso Almasri?

Sabotaggio Nord Stream, ucraino arrestato a Rimini: scoppia un nuovo caso Almasri?

Un cittadino ucraino è stato arrestato ieri a Rimini: il suo nome è Serhii Kuznietsov, ha 49 anni ed è accusato del sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Al momento si trova nell'aula della Corte di appello di Bologna per l'udienza di convalida dell'arresto. 

Secondo la Procura generale tedesca, che ha emesso un mandato di cattura europeo, l’uomo – ex ufficiale dei reparti speciali della Marina ucraina e agente dei servizi segreti di Kiev – è il comandante dell’operazione che, nel 2022, ha colpito i gasdotti sottomarini che trasportavano gas naturale dalla Russia alla Germania. Un’azione definita dal Wall Street Journal “uno dei più audaci atti di sabotaggio nella storia moderna”, sulla quale, ancora oggi, restano zone d’ombra e interrogativi irrisolti.

Il sabotaggio del Nord Stream

Ripercorriamo i fatti. Il 26 settembre 2022, a sette mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, una serie di esplosioni sottomarine danneggiano tre delle quattro condotte dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, le infrastrutture che trasportavano gas naturale dalla Russia alla Germania. L’azione – che appare sin da subito come un sabotaggio – si verifica in acque internazionali, ma all’interno delle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, che avviano indagini ma senza raggiungere risultati concreti.

Berlino considera l’attacco un colpo durissimo all’approvvigionamento energetico nazionale, un’aggressione alla sicurezza del Paese, e indaga per esplosione intenzionale e sabotaggio anticostituzionale.

Le indagini tedesche arrivano a identificare un’imbarcazione, l'Andromeda, presente sul luogo di due delle tre esplosioni. Sulla stessa vengono rinvenuti residui esplosivi compatibili con quelli trovati sulle condutture esplose. Di lì a poco la conclusione: i responsabili del sabotaggio del Nord Stream sono un gruppo di incursori ucraini. Il presidente Volodymyr Zelensky respinge con decisione l’accusa.

La Germania accusa Kuznietsov del sabotaggio

La Procura federale tedesca va avanti. Nell’agosto 2024, le autorità tedesche emettono il primo mandato di arresto europeo contro un cittadino ucraino residente a Varsavia. L’operazione, però, fallisce: il sospettato riesce infatti a rientrare in Ucraina e a scampare l'arresto. Varsavia accusa Berlino di errori procedurali, la Germania rimprovera la Polonia di non aver eseguito correttamente il mandato. La vicenda provoca tensioni nei rapporti tra i due Paesi.

Con queste premesse – che danno la misura della portata diplomatica del caso, su cui alcune inchieste giornalistiche hanno ipotizzato perfino il coinvolgimento della Cia – si arriva all’arresto avvenuto ieri a Rimini.

Il fermo è stato possibile perché l’uomo, arrivato in Italia alla guida del suo Suv insieme alla moglie e ai figli, non ha fatto ricorso a documenti falsi né a generalità diverse dalle proprie. Una dinamica che lascia intendere l’assenza di timore di essere riconosciuto e fermato.

Su segnalazione delle autorità tedesche, Kuznietsov è stato quindi arrestato in un villaggio turistico, dove le prime perquisizioni non hanno fatto emergere elementi riconducibili alla sua presunta attività.

Sospetti anche per il caso della petroliera Seajewel

In questi minuti Kuznietsov si trova davanti al giudice per l’udienza di convalida. Su di lui, però, non pende solo l'accusa di essere tra i sabotatori del gasdotto Nord Stream: a Genova, infatti, la magistratura sta valutando il suo coinvolgimento nei fatti legati all’attentato alla petroliera maltese Seajewel, danneggiata da due ordigni lo scorso febbraio mentre era al largo del porto di Savona. La nave era sospettata di far parte di una flotta organizzata per aggirare l’embargo che, in Europa, vieta l’ingresso di petrolio russo. 


Se per le autorità tedesche questo rappresenta il primo arresto di un presunto protagonista del caso Nord Stream, la verità su quanto accaduto il 26 settembre 2022 al largo del Mar Baltico resta tutta da accertare. Sarà ora cruciale capire con quale prudenza intenderà muoversi il Governo italiano, per evitare di ritrovarsi coinvolto in un nuovo caso diplomatico. Il precedente ingombrante c'è: è quello del rilascio da parte del governo italiano del torturatore libico Almasri, tornato oggi al centro delle polemiche dopo la diffusione sui social di un video in cui picchia a morte un uomo a Tripoli.

L'articolo in quattro punti

  • L'arresto a Rimini
    Serhii Kuznietsov, ex ufficiale della Marina ucraina ed ex agente segreto, è stato arrestato a Rimini su mandato della Germania. È accusato di aver guidato l’operazione che nel 2022 colpì i gasdotti Nord Stream.
  • Le indagini internazionali
    Dopo le esplosioni del 26 settembre 2022, Svezia e Danimarca non hanno tratto conclusioni, mentre la Germania ha identificato lo yacht Andromeda, su cui furono trovati residui compatibili con gli esplosivi. Per Berlino i responsabili sono sabotatori ucraini, accusa respinta da Zelensky.
  • Le tensioni diplomatiche
    Nell’agosto 2024 un primo mandato di arresto europeo fallì a causa di contrasti tra Germania e Polonia, peggiorando le relazioni bilaterali.
  • Nuovi fronti giudiziari
    Oltre all’udienza di convalida a Bologna, Kuznietsov è sotto la lente della Procura di Genova per l’attacco alla petroliera maltese Seajewel. L’Italia ora si trova a gestire un caso giudiziario con potenziali ripercussioni diplomatiche, come accadde con Almasri.

 

 

 

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