Nelle ultime ore il nome di Marzia Sardo, giovane studentessa di recitazione, è comparso su molti giornali e siti di informazione italiani. La ragazza ha denunciato di aver subito una molestia verbale mentre si sottoponeva a un esame medico di routine, una TAC, e la sua testimonianza ha aperto un intenso dibattito mediatico.
Da un lato, c’è la gravità del fatto denunciato e il tema della sicurezza dei pazienti all’interno delle strutture sanitarie; dall’altro, non sono mancate polemiche e commenti ironici in rete, legati alla sua scelta di raccontare pubblicamente la vicenda anche attraverso i social.
Marzia Sardo ha 23 anni, è siciliana ma vive e studia a Roma. Fin da adolescente ha nutrito una forte passione per il mondo dello spettacolo.
Descritta da chi la conosce come una ragazza determinata, curiosa e solare, ha scelto di trasferirsi per poter coltivare con più serietà la sua vocazione artistica.
Dopo il liceo, infatti, Marzia ha dato priorità alla recitazione, frequentando corsi professionali e laboratori teatrali. Parallelamente, si è fatta conoscere tramite i social network dove ha iniziato a raccontare la quotidianità dei suoi studi e delle prime esperienze artistiche.
La sua storia personale, fino al momento della denuncia, era quella di una giovane donna simile a tante altre, motivata a inseguire il proprio sogno di lavorare in un settore difficile e competitivo come quello della recitazione. L’improvvisa esposizione mediatica ha però trasformato la sua vita, portandola sotto i riflettori in circostanze decisamente dolorose.
Il percorso di Marzia nel mondo della recitazione l’aveva già condotta a partecipare a piccoli ruoli teatrali e a provini televisivi. Appartiene a quella nuova generazione di aspiranti attrici che si muove tra formazione artistica tradizionale e autopromozione digitale, consapevole che oggi la notorietà passa anche attraverso la gestione della propria immagine online.
Proprio per questo, dopo aver denunciato pubblicamente l’abuso subito durante l’esame medico, una parte degli utenti dei social ha scelto di spostare il dibattito: alcuni hanno insinuato che la giovane avrebbe “recitato” anche in questa circostanza, utilizzando la denuncia come opportunità per ottenere visibilità e follower.
Battute e commenti ironici hanno alimentato una narrazione alternativa che ha finito per ridurre la portata del suo racconto a un presunto “palcoscenico digitale”. Marzia, sul suo profilo Instagram, ha risposto ironicamente a queste insinuazioni.