Dopo Stefano Bandecchi, Matteo Bassetti e Annalisa Terranova, anche Stefano Zurlo, editorialista e inviato di punta del Giornale, si schiera a favore della riforma dell'università varata dal ministro Anna Maria Bernini.
Certo, dal suo punto di vista, dovrebbe essere intesa solo come un primo passo per rivedere l'intero settore sanitario. Ma chi ben comincia è a metà dell'opera.
I test al fine di preselezionare gli studenti che volevano iscriversi a Medicina si sono dimostrati negli anni un metodo poco efficace per selezionare i meritevoli, spesso davvero ingiusto. Per questo, garantire un semestre di studio a tutti e poi iniziare con gli esami sembra anche a Zurlo un metodo migliore.
Dal primo settembre, quindi, si cambia formula. Con l'obiettivo di fare dell'Italia un Paese un po' più meritocratico. I test erano nati nel 1987 e regolati da una legge del 1999.
Per anni, l'ingresso a medicina è stato vincolato a test con quesiti di carattere generale, un sistema che ha finito per alimentare il ricorso a costosi corsi privati. Con l'introduzione del semestre aperto, si apre invece una prospettiva diversa e una vera alternativa: l'accesso libero, anche come piena attuazione del diritto allo studio. Una scelta che rimette al centro l'università e gli studenti, riconosce il valore del merito e rappresenta un cambiamento significativo, ispirato ai principi di equità e pari opportunità per chiunque desideri intraprendere la carriera medica
è l'ultima nota firmata dal Ministero dell'Università e della Ricerca.
Zurlo sulla cancellazione del numero chiuso a Medicina: "Primo passo importante"
Ma Stefano Zurlo, uno dei giornalisti più apprezzati dell'intero panorama informativo italiano, cosa pensa della scelta di aver istituito un semestre aperto a tutti per Medicina?
La scelta di superare i quiz e abolire il numero chiuso è senz'altro positiva. Ma deve essere solo un primo passo per riformare l'intero settore sanitario
Per Zurlo, quindi, l'occasione è quantomai propizia per mettere in campo un sistema più efficiente ed efficace:
Più in generale, c'è da affrontare un dato preoccupante che mi raccontano molti medici: ci sono grandissime difficoltà nelle specializzazioni. Ci sono intere branche con vuoti d'organico notevoli come chirurgia e medicina legale. I medici scarseggiano. Questa riforma, quindi, risolve solo un primo problema. Ora ci sarebbe da affrontare anche quello delle scuole di specializzazione
L'opportunità di riformare tutto il sistema sanitario
Per Stefano Zurlo, più in generale, ci sarebbe da mettere mano all'intero sistema sanitario nazionale: se rimane così com'è, non ha molto futuro, è insostenibile.
La mancanza dei medici è solo un aspetto del sistema da correggere. Un altro è quello delle prestazioni sanitarie che aumentano a dismisura e il sistema, così com'è, non le regge. Secondo me, bisogna trovare un nuovo equilibrio tra sanità pubblica e quella privata
Secondo Zurlo, i due comparti devono collaborare di più, e il dibattito pubblico per migliorare l'intero sistema non deve essere ideologico. In più: c'è anche un modello su cui basarsi, quello della sanità lombarda:
Lo so che è stato criticatissimo. Ma, secondo me, con le opportune correzioni, può rappresentare il modello migliore che abbiamo in Italia: l'intero sistema nazionale deve essere ripensato
Del resto, la realtà che ci para davanti agli occhi ogni giorno è fin troppo evidente:
Le prestazioni vengono erogate a distanza di mesi o anni. Ma, se paghi, le ottieni in quindici giorni..
Il caso della Gran Bretagna
E comunque: tornando al problema del numero insufficiente di medici, Zurlo segnala che è condiviso anche da altri Paesi occidentali, come la Gran Bretagna:
Mi hanno raccontato che in Inghilterra, ad esempio, ci sono pochi chirurghi e per questo hanno fatto un grande ricorso a quelli provenienti dai Paesi asiatici. Ma la mortalità è aumentata e si tende a risparmiare anche sui pazienti terminali che richiedono cure costosissime
Ma se il sistema sanitario nazionale, in Italia e altrove, non regge più, come si può svoltare?
Sono scelte che vanno ponderate. Ma bisognerà trovarne un altro con assicurazioni o con polizze. L'importante sarà affrontare il problema senza ideologismi