25 Aug, 2025 - 15:07

Governo, ancora scintille Salvini – Tajani. L’autunno caldo del centrodestra

Governo, ancora scintille Salvini – Tajani. L’autunno caldo del centrodestra

Ancora un botta e risposta a distanza tra i due vicepresidenti del Consiglio, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Mentre si avvicinano le sfide che il Governo dovrà affrontare questo autunno – dalle regionali all’approvazione della Legge di Bilancio – i rapporti tra Lega e Forza Italia tornano a raffreddarsi: tra i principali motivi, le divergenze sulle banche, sulle priorità di politica economica e gli attacchi che Salvini ha rivolto al presidente francese, Emmanuel Macron.

Le frizioni, in ogni caso, sono nell’aria da tempo. Negli ultimi mesi, i due partiti di governo si sono scontrati pubblicamente su più dossier, riservandosi spesso parole che, al di là della normale dialettica politica, hanno rivelato una certa insofferenza reciproca. “Un partito quaquaraquà parla e dice senza studiare e riflettere”, ha addirittura commentato una volta il segretario di Forza Italia, riferendosi chiaramente all’alleato leghista e alle posizioni da esso assunte in ambito europeo.

Botta e risposta tra Salvini e Tajani

A complicare ulteriormente la situazione, gli attacchi che Matteo Salvini ha riservato negli ultimi giorni al presidente francese, Emmanuel Macron, e al suo piano per inviare un contingente europeo di “volenterosi” a sostegno dell’Ucraina. “ Macron si attacchi al tram”, ha detto senza giri di parole il leghista, “Vacci tu se vuoi: ti metti caschetto, giubbetto, fucile e vai in Ucraina”. Una sortita che, naturalmente, ha suscitato una reazione diplomatica francese, con la convocazione dell’ambasciatrice italiana a Parigi.

Dal meeting di Rimini, il segretario di Forza Italia ha criticato le esternazioni del leader leghista, sottolineando la “forza delle idee” che si contrappone alla “violenza delle parole” e ricordando a Salvini che la guida della politica estera spetta a lui e alla premier. Un richiamo che, a dire il vero, Tajani ha già rivolto più volte al ministro dei Trasporti.

Tutti gli attacchi di Salvini contro Macron

I distinguo in politica estera della Lega non sono infatti affatto nuovi, così come non lo sono gli attacchi di Salvini a Macron.

Già a marzo scorso, in relazione alla proposta francese di costituire un esercito europeo, il leader leghista aveva dichiarato: “Comandato da quel matto di Macron che parla di guerra nucleare, no, mai”. Anche in quel caso, il ministro degli Esteri francese aveva richiesto un incontro informale con l’ambasciatrice italiana, Emanuela D’Alessandro.

La contrapposizione con Macron è stata poi un elemento distintivo della campagna elettorale di Salvini alle elezioni europee del giugno 2024. Schierando la Lega nel campo dei "partiti per la pace", il leader leghista è arrivato a invitare  Macron a “farsi curare”, definendolo ripetutamente guerrafondaio, bombarolo, pericoloso e instabile: “Penso tutto il male possibile del presidente francese che vuole la guerra, parla di guerra, dice che non esclude che manderemo soldati europei, e quindi anche italiani, a combattere e a morire in Ucraina”.

Il moltiplicarsi di questo genere di dichiarazioni ha creato non poco imbarazzo all’interno del Governo. Se a livello pubblico la premier ha preferito quasi sempre il silenzio - pur facendo filtrare il proprio fastidio - Meloni ha affidato a Tajani il compito di ribattere pubblicamente a Salvini. In più occasioni, infatti, il ministro degli Esteri ha ribadito la posizione ufficiale dell’esecutivo, ricordando implicitamente al ministro delle Infrastrutture come, nella gestione dei dossier di politica estera, non abbia voce in capitolo.

Regionali, centrodestra ancora in stallo

I dissidi della maggioranza rischiano di riflettersi, ora, nella gestione dei principali dossier di politica interna. L’autunno che si prospetta di fronte al Governo è tutt’altro che semplice: ci sono le regionali, con sette regioni al voto.

Nonostante i tentativi fatti prima della pausa di agosto, il centrodestra non ha ancora trovato una sintesi sul candidato in Veneto, dove si apre l’era post-Zaia. La Lega reclama la successione, ma Fratelli d’Italia insiste per esprimere il proprio candidato, cercando di riequilibrare i rapporti sulle presidenze regionali all’interno della coalizione. Anche in Campania, la scelta del candidato presidente non è ancora stata determinata. 

Le divergenze sulla Legge di bilancio

La coalizione di governo affronterà le regionali nel pieno dei lavori sulla Legge di bilancio, il cui iter lungo e complesso impegnerà tutto l’autunno, con l’obiettivo di arrivare all’approvazione definitiva di entrambe le Camere entro il 31 dicembre. La legge di bilancio è uno degli atti più importanti dell’ordinamento italiano, perché ne dipende la vita economica e politica del Paese per l’anno successivo. È anche il terreno su cui emergono spesso le distanze tra le promesse elettorali e la reale possibilità di reperire le coperture economiche per gli interventi previsti.

Ed è proprio sulle priorità da finanziare che si registrano già i primi distinguo tra i partiti di governo. Salvini insiste sulla rottamazione delle cartelle e sulla pace fiscale; Forza Italia, invece, punta al taglio dell’Irpef per il ceto medio.

Al meeting di Rimini, il ministro leghista dell’Economia Giorgetti, rivendicando la solidità del sistema economico italiano, ha infine “pizzicato” le banche, invitandole a tradurre le condizioni favorevoli in cui operano in benefici concreti per le famiglie. Alla battuta ha immediatamente replicato Tajani, anche lui ospite del forum di Comunione e Liberazione, mettendo in guardia da possibili “blitz o operazioni strane”. Il riferimento è a due anni fa, quando senza interpellare Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, venne introdotta una tassa sugli extraprofitti bancari, immediatamente rivista e di fatto depotenziata dopo la reazione negativa del settore.

L'articolo in quattro punti

  • Tensioni tra Salvini e Tajani
    Botta e risposta a distanza tra i due vicepresidenti del Consiglio evidenzia frizioni tra Lega e Forza Italia. Le divergenze riguardano banche, politica economica e gli attacchi di Salvini a Macron, con parole che tradiscono insofferenza reciproca.
  • Attacchi di Salvini a Macron
    Negli ultimi mesi Salvini ha ripetutamente criticato Macron, fino a invitarlo ironicamente a “farsi curare” e provocare la reazione diplomatica francese. Tajani e Meloni hanno sempre cercato di limitare i danni e ribadire la posizione ufficiale del Governo.
  • Impatto sulle regionali
    Le intemperanze in politica estera si riflettono sulle tensioni interne della coalizione, con difficoltà a trovare candidati comuni per le regionali in Veneto e Campania. La Lega reclama la successione post-Zaia, mentre Fratelli d’Italia cerca di riequilibrare i rapporti interni.
  • Sfide della Legge di bilancio
    Le divergenze si estendono alla politica economica: Salvini punta alla rottamazione delle cartelle e alla pace fiscale, Forza Italia al taglio dell’Irpef. Tajani richiama all’attenzione la necessità di evitare operazioni improvvisate, come successo con la tassa sugli extraprofitti bancari due anni fa.
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