01 Sep, 2025 - 11:29

Elezioni regionali 2025: Intrighi, protagonisti e veti che bloccano le coalizioni

Elezioni regionali 2025: Intrighi, protagonisti e veti che bloccano le coalizioni

Le elezioni regionali di autunno si profilano come un vero campo di battaglia politico, con scontri interni e il futuro delle coalizioni ancora tutto da definire. Nel centrodestra e nel campo largo, le trattative sono serrate e spesso silenziose, ma il quadro resta incerto in diverse regioni chiave come Veneto, Campania e Puglia.

Veneto: la rinuncia del Doge e la sfida Lega-FdI

Dopo mesi di trattative sulla ricandidatura di Zaia, la mancata conferma del “Doge” ha generato tensioni tra Lega e Fratelli d’Italia. Zaia mantiene il punto sulla propria lista, crocevia per il futuro della regione e nodo delicato per gli equilibri interni del centrodestra. La possibilità che il candidato governatore alla fine sia scelto dalla Lega resta concreta, mentre Fratelli d’Italia spinge per esprimere il proprio nome. Il rischio di una rottura con Zaia o la Lega potrebbe causare contraccolpi non solo regionali, ma anche a livello nazionale per il governo Meloni.

Campania: accordo faticoso nel campo largo, centrodestra ancora in stallo

In Campania, il centrosinistra ha superato finalmente il veto del governatore uscente De Luca, accettando il compromesso di concedere al figlio Piero la guida locale del Pd e autorizzando la presentazione di una lista “de Luca”. La candidatura di Roberto Fico (M5S) è ormai certa, ma il prezzo pagato in termini di spazio di manovra e di posizione per l’intera coalizione è altissimo. Il centrodestra, invece, non ha ancora sciolto le riserve sul proprio candidato, con Edmondo Cirielli (FdI) in pole position secondo gli ultimi rumors, mentre altre opzioni civiche restano sul tavolo.

Puglia: partita congelata tra big e veti incrociati

In Puglia lo scenario è ancora più ingarbugliato. Antonio Decaro, eurodeputato Pd e candidato molto forte secondo i sondaggi, pone il veto sulla presenza di Michele Emiliano e Nichi Vendola nelle liste della sua coalizione, puntando a un mandato indipendente da pesanti condizionamenti degli ex governatori. La tensione interna nel campo largo resta altissima, e la trattativa è tutta da giocare. Nel centrodestra si attende una decisione: se Decaro dovesse rinunciare, potrebbero emergere nomi civici o quello di D'Attis (FI).

Toscane, Calabria e Marche: accordi definitivi e scenari da non sottovalutare

Le trattative sono ormai concluse in Toscana, dove si sfideranno Giani (campo largo meno Azione) e Tomasi (centrodestra), in Calabria con Occhiuto pronto a riprendersi la regione contro Tridico per il campo largo, e nelle Marche dove Acquaroli (uscente) dovrà vedersela con Matteo Ricci. Tuttavia, in regioni come le Marche il clima resta delicato: una sconfitta per Acquaroli potrebbe avere ripercussioni a livello nazionale, dati i rapporti stretti con la premier Meloni.

Fuori dalla scena: il grande assente è il cittadino

Nonostante i giochi di potere e le trattative estenuanti, ciò che manca drammaticamente è il dibattito sui problemi reali dei cittadini: lavoro, sanità, programmi concreti. Le regionali 2025 sembrano più una guerra di posizioni personali e di controllo che una sfida per rispondere alle esigenze del paese.

 

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