Sembrava fatta, l’accordo mancava solo del sigillo dell’ufficialità che si riserva, con apposita conferenza stampa e/o dichiarazione congiunta, alle grandi occasioni.
Infatti, ancora ieri, agenzie, rumors e spifferi davano ormai per chiuso l’accordo tra la Schlein e De Luca – passato, a quanto sembra, dall’incarico di segretario regionale Pd al figlio Piero ad assessorati e sottogoverni di rilievo come la sanità – per l’ok del governatore uscente alla candidatura Fico.
Tutto fatto? No, anzi ni. Perché il governatore uscente, forse irritato per le accuse interne di nepotismo e per le critiche dell’area Ruotolo, oggi ha rilasciato una tagliente dichiarazione puntando dritto a quello che, come ha peraltro fatto sottintendere, sarà il suo candidato, Roberto Fico.
Lo ha fatto con il suo stile, con la riflessione che sembra una battuta ma non lo è, con l’esperienza di chi non apre la bocca per parlare ma per mandare messaggi chiari e forti.
E così la riflessione lanciata alla sua segretaria Schlein e a tutta la coalizione è: “sarà più che legittimo e ragionevole domandarsi se è la scelta migliore quella di impegnare nel governo della regione più difficile d'Italia un esponente politico che non ha mai amministrato nulla?”.
Una riflessione del genere (in verità il tema lo aveva più volte toccato) mesi addietro sarebbe stata occasione di dibattito, confronto e ricerca del profilo migliore e più “unitario”, ma lanciata nel campo ancora oggi, col candidato Fico pronto a partire, significa quanto meno dargli un serio calcio negli stinchi prima della partenza.
In attesa delle risposte di Schlein, di Conte e dello stesso Fico, che qualcosa dovrà pur dire, sono gli elettori del campo largo ad essere confusi. Tolti gli elettori 5 stelle, la restante platea inizia a porsi la stessa domanda di De Luca, e le perplessità aumentano quando si pensa che il campo largo ha avuto mesi a disposizione per scegliere il candidato migliore ma che, almeno secondo il governatore uscente, ha sbagliato la scelta, la persona. E dovrebbe essere questa confusione a preoccupare i leaders del campo largo, che rischiano di perdere elettori e credibilità.
Appare oscuro, o forse no, quale sia il gioco di De Luca, che prosegue nel logoramento del candidato che dovrà poi sostenere. Calcolo politico? Ragioni elettorali? Reale disistima? Forse nulla o forse un po’ di tutto, ma è già chiarissimo che Fico avrà qualche grattacapo in campagna elettorale e dovrà misurare ogni parola per non innervosire l’uscente. I dolori più grandi, inoltre, potrebbero venire dopo, in caso di vittoria, perché la convivenza di un politico che non ha mai amministrato nulla (cit) con un ex governatore come De Luca non sarà né facile né silenziosa.