03 Sep, 2025 - 10:24

Sonni agitati in Fdi e nella Lega. Il caso del capogruppo massone, il ruolo per Zaia e le mire dell'ex Generale

Sonni agitati in Fdi e nella Lega. Il caso del capogruppo massone, il ruolo per Zaia e le mire dell'ex Generale

Nonostante i sondaggi riportino, ancora, numeri positivi per i grandi partiti della coalizione di governo, i leader non dormono sonni tranquilli.

E no, non sono solo le elezioni regionali e i loro risvolti a rovinare la serenità post ferie, ma alcune vicende che sono sul tavolo e di cui nessuno è ancora in grado di prevedere l’esito.

L’ultima, in ordine di tempo ma non di importanza è una vicenda apparentemente locale, riguardante Fratelli d’Italia di Prato. Ciò che inizialmente sembrava un ricatto sessuale ai danni dell’ex capogruppo e prossimo candidato di Fdi al Consiglio Regionale, l’enfant prodige Tommaso Cocci, pare stia prendendo la forma di un complotto ben preciso, che vede coinvolte politica e massoneria, e le indagini sono ancora in corso. L’ex capogruppo di Fdi ha denunciato mesi addietro di aver ricevuto minacce per ritirare la propria candidatura alle elezioni regionali, con allegate sue foto hot e la ulteriore minaccia di rivelare il suo ruolo in una loggia massonica.

Sia chiaro, in questo caso nessun reato per la parte politica, che risulta parte lesa dal presunto complotto, ma emergono particolari, come l’appartenenza del consigliere alla massoneria – che lo stesso Cocci ha confermato pur dichiarandosi “in sonno” da giugno -, che hanno irritato, e non poco, i vertici romani di Fratelli d’Italia.

Prato, infatti, è la città di Giovanni Donzelli, uno degli uomini chiave di Fdi che, tra le sue posizioni, ha sempre manifestato intransigenza rispetto ai massoni e alla massoneria. Oggi il problema è in casa e ci si trova a dover prendere una decisione delicatissima, visto che Cocci dovrebbe essere uno dei candidati di punta del partito. Si aggiunga a ciò il fatto che pare ci siano sospetti di “manine” legate allo stesso partito dietro il presunto complotto, ed è facile comprendere che non sarà semplice salvare capra e cavoli. Qualunque decisione porterà a critiche interne ed esterne, quindi si punterà certamente alla riduzione del danno. Quello d’immagine, invece, è già fatto.

Alle prese con problemi più politici è, invece, il leader leghista Salvini. Saltata la possibilità del terzo mandato, c’è un serio problema in Veneto: oltre alla poltrona da governatore rivendicata dall’intero partito, c’è ancora da chiarire la questione Lista Zaia. Il governatore, infatti, insiste per poter inserire il proprio brand certo del risultato, per pesarsi tanto col resto della Lega che con gli alleati e dimostrare, plasticamente, chi comanda. Una lista Zaia forte si tradurrebbe in seggi e sarebbe determinante. Tocca a Salvini mediare tra le posizioni, e non sarà impresa facile se non con importanti contrappesi.

Al problema Zaia pare, però, si stia aggiungendo anche un problema Vannacci. L’europarlamentare, secondo rimbalzanti rumors, starebbe lavorando in silenzio e sotto traccia per riempire le liste leghiste (dal Veneto alla Calabria) di suoi uomini fidati, e iniziare una scalata. Senza considerare l’esistenza del suo movimento, che conterebbe un centinaio di circoli in tutto il Paese. Vannacci viene visto, dai quadri e dagli elettori leghisti, come un corpo estraneo. Ma è un corpo estraneo che ha preso le preferenze e ha salvato la Lega da un possibile tonfo alle elezioni europee e tendere troppo la corda, come alcuni vertici territoriali leghisti hanno fatto, potrebbe offrire all’ex Generale la scusa giusta per fondare un proprio partito e svuotare l’elettorato della Lega.

Salvini ha fatto una mossa politica tattica nominando Vannacci suo vicesegretario nazionale per gratificare il soggetto da un verso e dall’altro ingabbiarlo nella condivisione delle responsabilità di partito diminuendone il potenziale pericolo. Attenzione al fatto che però, quando la strategia non è delle migliori, anche le tattiche perfette possono fallire e, in questo caso, il rischio per Salvini è altissimo. Il risultato lo vedremo nei prossimi mesi, quando si avvicineranno le elezioni politiche e il Generale dovrà decidere se restare nella Lega o se provare una, seppur molto difficile, avventura solitaria.

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