04 Sep, 2025 - 11:15

Ecco perché D’Alema era alla parata militare in Cina: assist per Calenda che semina zizzania nel PD con un post

Ecco perché D’Alema era alla parata militare in Cina: assist per Calenda che semina zizzania nel PD con un post

Continua a far discutere e a suscitare polemiche la presenza in Cina dell’ex presidente del Consiglio italiano, Massimo D’Alema. L'ex segretario Ds, ieri, ha partecipato all’imponente parata militare organizzata dal governo di Pechino in piazza Tienanmen per celebrare l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale nell’Indo-pacifico. 

Tra i più critici c’è il leader di Azione, Carlo Calenda, che questa mattina è intervenuto nuovamente sulla questione con un altro post social al vetriolo contro il Partito Democratico. Un post in cui “tagga” mezzo partito per invitarlo a ribellarsi alla deriva a cui lo sta conducendo la coppia Schlein-Conte, e a dar vita a un’alleanza tra veri democratici liberali. Molte critiche sono arrivate anche dal centrodestra. A sinistra, tuttavia, c’è qualcuno che difende la scelta dell’ex premier.

Ma cosa centrano Schlein e Conte con la scelta legittima di Massimo D’Alema di partecipare alla parata militare cinese? E soprattutto perché non avrebbe dovuto prendervi parte?

Il caso D’Alema in Cina, perché era alla parata militare e cosa ha detto?

Il caso Massimo D’Alema in Cina è esploso nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 3 settembre 2025. Le immagini dell’ex segretario dei Ds, intervistato dalla TV cinese - con tanto di sottotitoli con ideogrammi - mentre sfilava tra i partecipanti al corteo di carri armati e missili in piazza Tienanmen, hanno suscitato reazioni scandalizzate tanto a destra quanto a sinistra.

L’ex presidente del Consiglio probabilmente si trovava lì a titolo personale e, rispondendo alle domande dei giornalisti cinesi, ha detto di sperare che da Pechino potesse arrivare un ‘messaggio per la pace’ per porre fine alle guerre nel mondo. 

D’Alema è ormai da tempo fuori dalla politica, ma come ex presidente del Consiglio, la sua presenza a una manifestazione a cui non era stato invitato nessun leader occidentale (a eccezione del presidente sloveno Fico), mentre gli ospiti d’onore erano Putin e Kim Jong-un, è stata giudicata da molti inopportuna e fuori luogo e ha dato un’arma in più al centrodestra per attaccare il centrosinistra.

D’Alema in Cina? Calenda semina zizzania nel PD “E’ il momento di osare”

A stigmatizzare la partecipazione di Massimo D’Alema alla parata militare in Cina è intervenuto con decisione il leader di Azione Carlo Calenda che, dopo la netta condanna di ieri, questa mattina ha pubblicato un post sui suoi canali sociali in cui tagga mezzo Partito Democratico, quello più critico alla linea della segretaria Elly Schlein.

L’ex ministro dello Sviluppo Economico utilizza il caso D’Alema come ariete per seminare zizzania tra i democratici. 

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“Bettini inneggia a Trump contro l’Europa, D'Alema va da Putin e XiJinping . Bersani si schiera contro le garanzie di sicurezza all’Ucraina. Conte, Bonelli e Fratoianni sono da tempo su posizioni di resa a Putin. La sinistra italiana - perché non si può più chiamare centro sinistra - torna all’anti occidentalismo e diventa così un pericolo per la tenuta del posizionamento internazionale del paese.”

Accusa Calenda che poi fa un appello ai ‘volenterosi’ che devono assumersi il rischio di ‘costruire la casa dei liberal-democratici’.

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“Abbiamo bisogno di volenterosi che si assumano il rischio di costruire la casa dei liberal-democratici. La tradizionale cultura di governo del PD sta uscendo fuori martoriata e umiliata da queste elezioni regionali e dagli inchini ai 5S. È il momento di osare. Lo richiede la gravità del passaggio storico.”

Nel suo post Calenda tagga vertici ed esponenti di spicco del Partito Democratico, che in questi anni hanno mostrato in più di un’occasione irritazione verso il nuovo PD della segretaria Elly Schlein e l’appiattimento in politica estera sulle posizioni del leader M5S, Giuseppe Conte.
Tra i citati Paolo Gentiloni, Pina Picierno, Giorgio Gori, Graziano Delrio, Pierluigi Castagnetti, Beppe Sala, il probabile candidato presidente della Puglia, Antonio Decaro, Arturo Parisi ed Elisa Gualmini.

Chi dice che D’Alema non doveva partecipare alla parata di Pechino? 

La presenza di D’Alema in Cina, tuttavia, ha fornito un’arma preziosa al centrodestra per alimentare la narrazione di un centrosinistra guerrafondaio e filorusso. La Lega ha postato un eloquente immagine di D’Alema vestito da Mao, mentre il deputato di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, ha definito il caso “sconcertante”.

virgolette
Sconcertante, ho dovuto guardare più volte il video per capire se fosse un fake. D’Alema è un'icona, un padre nobile della sinistra. Vederlo a Pechino vuol dire che c'è un pezzo di sinistra che legittima quell'asse. Il fatto che mettete sullo stesso piano Israele con la Cina è un'altra stortura.

Ma c’è anche chi difende l’ex premier, soprattutto a sinistra e soprattutto tra gli esponenti M5S, che hanno una posizione notoriamente meno critica nei confronti di Mosca e della Cina.

virgolette
Non ho sentito le stesse dichiarazioni di sconcerto quando il vice premier Salvini è andato a stringere la mano a Netanyahu che sta compiendo dei crimini di guerra. 

Ha dichiarato ad esempio la deputata del M5s, Vittoria Baldino, ad Agorà Estate.

 

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