04 Sep, 2025 - 08:25

De Caro, Schlein e Vendola: il braccio di ferro che può cambiare tutto

De Caro, Schlein e Vendola: il braccio di ferro che può cambiare tutto

Il cammino di Elly Schlein verso le prossime elezioni regionali non è per nulla semplice né lineare. Su sei Regioni al voto, almeno tre dovrebbero essere di certo appannaggio del campo più o meno largo di sinistra: Toscana, Campania e Puglia.

Sistemata la Toscana, con diversi mal di pancia e con qualche defezione pesante come quella di Calenda, restano i due grandi nodi, Campania e Puglia.
La situazione in Campania è in continua evoluzione e legata ai desiderata e alle strategie di De Luca, mentre in Puglia, regione in cui sembrava tutto semplice con la soluzione a portata di mano, le tensioni non si placano, anzi.

Il primo nodo riguardava la candidatura in Consiglio Regionale dell’attuale governatore Emiliano per il Pd. L'uscente non ha ovviamente alcuna intenzione di sparire dalla scena politica, mentre il candidato in pectore De Caro, suo ex pupillo, ha detto chiaramente di non volere l'ex mentore in Consiglio per evitare condizionamenti.

La Schlein ha condotto una lunga trattativa per convincere il governatore uscente a rinunciare alla candidatura e al seggio certo in regione, con ampie garanzie rispetto alle legittime richieste e ambizioni di Emiliano, che alla fine ha fatto il passo di lato.

Più ostico è invece il punto riguardante Nichi Vendola e Avs: De Caro, dopo la rinuncia di Emiliano, ha rilanciato e detto chiaramente che, per sentirsi libero di governare, pretende che anche l'ex presidente della Regione non sia candidato in Consiglio regionale.

In teoria, il problema non è della Schlein, o meglio non solo suo. De Caro è infatti espressione del Pd, ma è anche il miglior candidato possibile per il campo largo. Una defezione di De Caro rappresenterebbe un terremoto politico e metterebbe a rischio la quasi certa vittoria.

Vendola, con Avs a suo pieno sostegno, non ha alcuna intenzione di rinunciare alla candidatura e da Avs ribadiscono chiaramente che nessuno può entrare nel merito della composizione delle liste altrui, come peraltro confermato ieri dalla Schlein che ha chiarito di non voler intervenire sulle scelte della lista Avs. Quindi, il pallino è tutto nelle mani di De Caro che, ancora ieri, ha ribadito di "non essere indispensabile".

Ma il problema è solo regionale o c'è dell'altro?
È certamente regionale, ma le implicazioni sembrano poter giungere ai piani alti del Nazareno.

La leadership di Elly Schlein non ha sanato le fratture interne già esistenti nel Pd, e le ha anzi acuite con uno spostamento a sinistra e con un rapporto coi 5 Stelle che, almeno per l'ala riformista, risulta subordinato, pericoloso e potenzialmente dannoso.

In questa ottica, è facile immaginare che i retroscena che circolano — cioè un De Caro “spinto” dalle correnti moderate e riformiste del Pd alla ricerca dell’incidente per poi iniziare un’operazione politica ostile dall’interno alla Segreteria nazionale — possano in realtà non essere pura fantapolitica.

Le elezioni politiche si avvicinano e con esse si decideranno strategie, alleanze, prospettive e candidature. Le insoddisfazioni che covano da tempo nel partito potrebbero, in questi prossimi mesi, crescere e diventare evidenti, innescando un processo politico interno al maggiore partito di opposizione.

La posta in gioco è altissima, perché dalla leadership del partito dipendono sorti politiche e personali.

De Caro, dal canto suo, conta sulla stima diffusa tanto all'interno del Pd quanto nell'intera area politica del centrosinistra, ed è visto da molti come migliore personalità in grado di sfidare Giorgia Meloni alle prossime elezioni politiche, viste anche le sue capacità comunicative e argomentative.

La querelle De Caro-Vendola è attualmente in una fase di apparente stallo, mentre certamente i mediatori dei partiti continuano a muoversi silenziosamente dietro le quinte. La sensazione, però, è che a giorni dovrebbe chiudersi, in un modo o nell'altro, il cerchio. In caso di un clamoroso rifiuto di De Caro, le alternative ci sarebbero, a iniziare da Francesco Boccia, ma la partita si complicherebbe seriamente e la regione potrebbe essere realmente contesa dal centrodestra, che osserva da lontano e non scopre ancora le proprie carte.

Se dietro tutte queste vicende vi è realmente l'ombra della corsa alla Segreteria nazionale del Pd lo capiremo nei prossimi mesi, ma certamente la suggestione è molto interessante.

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