Il centrosinistra sembra ancora lontano dal trovare un accordo per sbloccare la partita delle regionali in Puglia. Se il Partito democratico è riuscito a ottenere il passo indietro di Michele Emiliano, come richiesto dal candidato in pectore Antonio Decaro, Alleanza Verdi e Sinistra non intende rinunciare alla candidatura di Nichi Vendola, ex governatore ed esponente di primo piano del partito.
L’irremovibilità di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di fronte alle pressioni di Decaro – e agli appelli di Elly Schlein, che invoca l’unità della coalizione per sbloccare una candidatura vincente – è emersa nuovamente ieri dal palco del Monk di Roma, in occasione della festa di Avs. Davanti agli ospiti Elly Schlein e Giuseppe Conte, il duo Bonelli-Fratoianni ha blindato la corsa di Vendola, ribadendo con fermezza: "Le liste di Avs le fa Avs".
Arrivata alla festa di Alleanza Verdi e Sinistra, la segretaria del Pd ha cercato, con il consueto ottimismo, di mascherare la preoccupazione, ribadendo il mantra degli ultimi mesi: "Abbiamo messo insieme le nostre forze attorno a candidature credibili, con programmi condivisi pronti a battere le destre alle prossime regionali". Non a caso, ha rivendicato Schlein, la candidatura di Decaro è quella "più forte, credibile e competitiva che il Partito democratico possa mettere a disposizione della coalizione progressista".
Pur riconoscendo il diritto di Avs a comporre liberamente le proprie liste, la leader dem ha rilanciato l’appello all’unità: se Michele Emiliano "con generosità ha deciso di non correre", la stessa generosità dovrebbe arrivare anche dagli alleati di coalizione. I quali, tuttavia, non sembrano dello stesso avviso.
Dal palco della manifestazione, incalzati da Massimo Giannini, i leader di Sinistra Italiana e Verdi hanno ribadito senza esitazioni la loro posizione. "Non penso che io e Nicola vogliamo fare le liste del Partito democratico", ha dichiarato Bonelli. "Non rimuoveremo le candidature che consideriamo un contributo prezioso", gli ha fatto eco Fratoianni.
Risposte nette, che hanno portato Giannini a constatare: "E niente, allora Decaro non c’è". Bonelli ha addirittura rincarato: "Decaro faccia responsabilmente come noi, ci aiuti a uscire da questa situazione, perché lo spettacolo che si sta dando non è bello", rivendicando il ruolo decisivo che la partita pugliese avrà nel costruire "l’alternativa a questa destra".
Fratoianni ha invece scelto di rivolgersi direttamente a Decaro, ricordandogli come "sia stato lui il candidato che, più di ogni altro, è stato indicato da tutti i partiti della coalizione come il candidato giusto, senza obiezioni". Per questo, secondo il leader di Sinistra Italiana, Decaro dovrebbe considerare i candidati e le candidate di Avs – tra cui Nichi Vendola – come "i migliori alleati", e come "la miglior garanzia di quella discontinuità" a cui ha più volte fatto appello chiedendo il passo indietro dei due ex presidenti di Regione.
"È poco comprensibile – ha concluso Fratoianni – vivere come un limite contributi che possono venire da esperienze precedenti. Noi non rimuoveremo candidature che riteniamo un apporto prezioso per dare ulteriore qualità e slancio alla Puglia".
Parole nette, quelle dei due leader di Alleanza Verdi e Sinistra, che invece di sbloccare l’impasse sembrano irrigidirla ulteriormente. Forte di consensi in crescita e di sondaggi che preannunciano un buon risultato in Puglia, il duo può peraltro formalmente appellarsi a questioni di principio. Come ribadito ieri da Bonelli, la questione riguarda "un problema che attiene alla democrazia interna alle forze politiche", più che il nome di Vendola in sé.
Nessuna ingerenza, in altre parole, può essere accettata. A poco servono allora le allusioni di Schlein che, pur riconoscendo formalmente ad Avs il diritto di comporre le proprie liste, continua a invocare "atti di generosità" a beneficio della coalizione progressista.
Alle parole di Bonelli e Fratoianni ha infine replicato ieri sera il diretto interessato, Antonio Decaro, che ha escluso si tratti di una questione di veti, parlando invece della legittima esigenza di poter lavorare, da presidente regionale, senza il peso della presenza di due ex governatori in Consiglio. Una condizione, secondo l’europarlamentare ed ex sindaco di Bari, che non dovrebbe creare problemi alla coalizione: "Ho detto fin dall’inizio che non sono indispensabile, né tantomeno insostituibile".
Il prossimo passaggio cruciale per il Pd è atteso fra due giorni, in occasione della festa regionale del partito a Bisceglie. Schlein e Decaro si ritroveranno faccia a faccia, con l’obiettivo di provare a sciogliere la matassa.
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