Le navi della Global Sumud Flotilla navigano verso Gaza. L'iniziativa umanitaria, a cui hanno aderito volontari e associazioni non governative da tutto il mondo, ha lo scopo di rompere il blocco imposto da Israele all'accesso alla Striscia e portare aiuti alla popolazione palestinese in carestia.
Grazie a un tracker, è possibile monitorare la missione di Global Sumud Flotilla in tempo reale, osservando i movimenti delle navi in viaggio verso Gaza. Il tracciamento, hanno spiegato gli attivisti e gli organizzatori, è innanzitutto una forma di protezione per l'equipaggio, così che "sostenitori, giornalisti, osservatori legali e organizzazioni per i diritti umani" possano monitorare l'imbarcazione in tutti i suoi spostamenti, rendendo più difficili possibili "violenze e interferenze illecite". Il riferimento, ovviamente, è a un eventuale (e probabile) attacco o fermo da parte delle forze militari israeliane.
Dopo la partenza delle navi da Barcellona, Genova e Tunisi — mentre altre si preparano a salpare — da questa mattina, come annunciato sui canali social della Global Sumud Flotilla, è attivo il tracker per seguire il viaggio delle imbarcazioni dirette a Gaza.
Il tracciamento, disponibile sul sito ufficiale della missione umanitaria, è stato realizzato in collaborazione con Forensic Architecture, un gruppo di ricerca multidisciplinare con sede presso il Goldsmiths, University of London, che utilizza la tecnologia per indagare casi di violenza di Stato e violazioni dei diritti umani nel mondo.
Attualmente, sul sito è possibile tracciare 14 imbarcazioni: alcune sono ormeggiate nelle isole Baleari, tra Palma di Maiorca e Minorca, mentre altre hanno già ripreso il viaggio verso sud. Pur esistendo disponibili altri siti che affermano di poter seguire la Flotilla, è consigliabile affidarsi al tracking ufficiale fornito dall’organizzazione sul proprio sito web.
Le 40-50 imbarcazioni della flotta della Global Sumud dovrebbero raggiungere le coste di Gaza a metà settembre.
Maria Elena Delia, portavoce per l’Italia dell’iniziativa, ha spiegato che le imbarcazioni procederanno lentamente, “circa quattro nodi in media”, impiegando circa una decina di giorni per arrivare a destinazione, compatibilmente con le condizioni del mare. Le navi della flotta, peraltro, sono numerose e presentano velocità e capacità differenti. L’avanzamento della missione, in ogni caso, sarà monitorabile grazie al tracker messo sulle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.
La partenza delle navi della delegazione italiana da Siracusa, inizialmente prevista per il 4 settembre, è stata posticipata al 7. A bordo, come è noto, ci saranno anche le europarlamentari Benedetta Scuderi (Avs) e Annalisa Corrado (Pd), il senatore Marco Croatti (M5s) e il deputato Arturo Scotto (Pd).
L’eventuale arrivo delle navi a Gaza, tuttavia, è evidentemente condizionato da un altro fattore: la reazione di Israele al superamento del divieto di navigazione imposto lungo le coste della Striscia.
Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha già presentato un piano per intercettare e arrestare le imbarcazioni della Flotilla. Israele considera gli attivisti a bordo “terroristi”: se fermati, i volontari saranno arrestati e trattenuti per lungo tempo nelle prigioni di Ketziot e Damon, normalmente riservate a detenuti ad alta pericolosità.
Il governo israeliano, infatti, non riconosce il valore umanitario dell’iniziativa della Global Sumud Flotilla — avendo persino negato l’esistenza della carestia a Gaza — e considera il tentativo di approdo un atto contro la sovranità del Paese. Se questo dovesse accadere, il blocco delle imbarcazioni risulterebbe immediatamente evidente grazie al tracker organizzato dai volontari della Flotilla.
Questo viaggio non è il primo tentativo della Global Sumud Flotilla di raggiungere Gaza. La Freedom Flotilla Coalition ha infatti una lunga storia, essendosi formata nel 2008 proprio per rompere il blocco navale imposto da Israele, mai revocato da allora.
Dall’inizio della guerra del 2023, la Flotilla ha già cercato di raggiungere le coste palestinesi tre volte. La prima imbarcazione, la Conscience, partita dalla Tunisia a maggio, è stata colpita da un drone israeliano, come raccontato dagli attivisti a bordo. La missione di giugno, a bordo della Madleen — su cui viaggiava anche Greta Thunberg — è stata intercettata dalla marina israeliana. La Handala, partita da Siracusa, è stata anch’essa bloccata da Israele.
La missione in corso, vista l’ampia partecipazione e il numero di imbarcazioni coinvolte, punta chiaramente a un esito diverso rispetto ai tentativi precedenti: raggiungere le coste di Gaza e consegnare ai gazawi oltre 300 tonnellate di cibo e aiuti umanitari.
Non a caso, la presenza di parlamentari ed europarlamentari italiani mira anche a stimolare un intervento diplomatico in caso di reazione da parte di Israele. La premier Meloni, pur sottolineando implicitamente di non considerare la missione efficace, ha dichiarato che il Governo italiano “adotterà tutte le misure di tutela e sicurezza dei connazionali all’estero, come sempre garantito fino a ora”.