L’aria di campagna elettorale nelle Marche si fa sempre più densa. A meno di un mese dal voto regionale, l’ultimo sondaggio realizzato da BiDiMedia per AnconaToday segna un lieve vantaggio per Francesco Acquaroli su Matteo Ricci: appena 2,1 punti percentuali. Un margine minimo, che non basta certo a parlare di partita chiusa, ma che conferma l’assoluta centralità della competizione in atto.
Gli elettori marchigiani si trovano di fronte a un appuntamento cruciale. La scelta di chi guiderà la Regione nei prossimi cinque anni non riguarda soltanto i nomi dei candidati, ma il destino di temi fondamentali come sanità, infrastrutture, lavoro, turismo e politiche sociali. È per questo che ogni rilevazione statistica diventa più di un semplice numero: è lo specchio di un territorio in movimento, che cerca di capire quale strada imboccare.
Un altro elemento non trascurabile è la crescente attenzione verso questi sondaggi. La rilevazione, spiegano i curatori, ha avuto un ottimo riscontro in termini di partecipazione, segnale che la politica nelle Marche non è affatto relegata ai palazzi, ma vive dentro le case e le discussioni quotidiane dei cittadini.
Scendendo nel dettaglio, il livello di fiducia personale verso i candidati mostra un quadro molto simile. Acquaroli, governatore uscente, raccoglie il 39% di fiducia, mentre Ricci lo segue da vicino al 37%. Tra gli altri aspiranti presidenti spiccano Lidia Mangani del Partito Comunista Italiano al 22% e Beatrice Marinelli di Evoluzione della Rivoluzione, con un dato più contenuto. Chiudono Claudio Bolletta (Democrazia Sovrana Popolare, 15%) e Francesco Gerardi (Forza del Popolo, 11%).
Questi numeri, più ancora delle percentuali legate alle liste, restituiscono il grado di credibilità personale che i candidati sono riusciti a costruire finora. E mostrano come, al di là delle appartenenze politiche, i cittadini stiano valutando con attenzione le figure in campo, premiando non solo il colore della coalizione ma anche la percezione di leadership. Si voterà il 28 e 29 settembre.
Il dato sulle intenzioni di voto alle liste conferma l’equilibrio. La coalizione di centrodestra guidata da Acquaroli tocca il 50%, mentre il centrosinistra con Ricci si ferma al 47,1%. Le forze minori restano su percentuali molto basse, con DSP all’1,2% e PCI all’1%. Tra i partiti, Fratelli d’Italia è al momento il più votato con il 26,1%, tallonato dal Partito Democratico al 25,2%.
Interessante anche la dinamica interna alle alleanze. Nel centrodestra, Forza Italia precede la Lega, mentre nel fronte progressista il Movimento 5 Stelle supera Alleanza Verdi-Sinistra, rafforzando il peso della coalizione di Ricci.
Colpisce inoltre la quota relativamente ridotta di indecisi, pari al 20%, e la buona propensione al voto, stimata tra il 53 e il 58%. Dati che, se confermati, potrebbero tradursi in una partecipazione più alta rispetto ad altre tornate recenti, riducendo il rischio dell’astensionismo.
???? Sondaggio BIDIMEDIA - Regionali MARCHE
— Sondaggi Bidimedia (@SBidimedia) September 4, 2025
???? Liste di Acquaroli (Centrodestra) al 50% primo
???? Centrosinistra di dietro di solo 3 punti
????Lotta tra FDI e PD per il primo partito
Scopri il sondaggio completo sul nostro sito ufficiale:
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Se si guarda invece alla domanda “chi pensi vincerà?”, il quadro appare leggermente diverso. Qui prevale l’idea che alla fine sarà Acquaroli a confermarsi presidente, convinzione espressa dal 45% degli intervistati. Ricci si ferma al 35%. Curioso notare come gli stessi sostenitori di Acquaroli si mostrino più inclini ad ammettere una possibile vittoria dell’avversario (13%) rispetto a quanto fanno gli elettori di Ricci (6%).
Un dato che racconta bene lo spirito con cui i marchigiani si avvicinano al voto: consapevoli della forza di ciascun campo, ma anche dell’imprevedibilità che caratterizza sfide così serrate. E, soprattutto, consci che ogni singolo voto potrebbe fare la differenza.
Una partita ancora tutta da giocare
Alla luce di questi numeri, appare evidente che la corsa verso Palazzo Raffaello sia tutt’altro che definita. Il margine di 2,1 punti percentuali rientra pienamente nella forchetta statistica del sondaggio, rendendo impossibile decretare oggi un vincitore certo. A pesare saranno gli ultimi giorni di campagna elettorale, la capacità dei candidati di convincere gli indecisi e, come sempre, la mobilitazione dell’elettorato al momento del voto.
Quel che è sicuro è che i marchigiani si troveranno di fronte a una scelta chiara, e che il futuro politico della Regione si deciderà probabilmente sul filo di pochi voti. Una sfida che, numeri alla mano, promette di restare aperta fino all’ultimo istante.