La guerra non si fa più solo con le armi tradizionali, ma anche con i cyberattacchi e con la disinformazione. Gli esperti la chiamano guerra ibrida e, secondo molti analisti, sarebbe già in corso da tempo una guerra ibrida su scala mondiale, che coinvolge direttamente anche l'Italia.
L'allarme è stato rilanciato nelle ultime ore dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, vittima di un cyberattacco: il suo profilo X è stato hackerato da ignoti che hanno postato una raccolta fondi fittizia per la morte dello stilista Giorgio Armani.
Un episodio che è solo l'ultimo di una lunga lista di attacchi sferrati contro le istituzioni e gli obiettivi strategici italiani e che non va sottovalutato, poiché 'bucare' l'account di un ministro non è un'impresa da poco, dati i rigidi meccanismi di sicurezza da superare.
Al momento non si conoscono gli autori dell'attacco.
Una terza guerra mondiale combattuta con armi non convenzionali sarebbe quindi già in corso in tutto il pianeta e l'Italia sarebbe coinvolta.
Secondo molti analisti, una guerra ibrida su scala mondiale sarebbe già in atto perché molti dei suoi strumenti sono già ampiamente utilizzati, anche in contesti dove non sono in atto guerre convenzionali.
Gli strumenti utilizzati per combattere una guerra ibrida sono diversi e tutti difficilmente identificabili nell'immediatezza dell'attacco. Gli attacchi informatici ricorrenti verso infrastrutture civili e militari di governi sono un esempio. Come anche il ricorso massiccio alla disinformazione per influenzare l'opinione pubblica e creare divisioni interne diffondendo, tramite BOT, social e media tradizionali, informazioni false o manipolate. Tra gli altri strumenti di questo tipo di conflitti ci sono anche le interferenze elettorali, il furto di dati e i sabotaggi.
Se non rivendicati, è molto difficile risalire agli autori e/o ai mandanti di questi attacchi, seppure spesso a finire sull'elenco dei sospettati sono la Russia e la Cina, come nel recente caso del sabotaggio dell'aereo su cui viaggiava la presidente del Consiglio Europeo, Ursula von der Leyen.
Nei giorni scorsi, il profilo X del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, è stato vittima di un cyberattacco. Degli hacker sono riusciti a violare le difese dell'account e hanno postato contenuti chiaramente falsi. Il ministro lunedì sporgerà denuncia contro ignoti.
Non è la prima volta che infrastrutture strategiche nazionali o esponenti delle istituzioni finiscono nel mirino di gruppi hacker. I cyberattacchi, al pari della disinformazione e della manipolazione delle notizie tramite sociali, sono armi non convenzionali con cui potenze anti-occidentali combattono una guerra parallela a quella sui campi di battaglia.
Una guerra che l'Italia deve prepararsi a combattere secondo il ministro Crosetto.
Ha dichiarato il ministro della Difesa sul Corriere della Sera lanciando l'allarme:
Ha continuato il ministro evidenziando la pericolosità degli attacchi di cui è vittima il nostro paese.
Per avere la misura del grado di esposizione dell'Italia a questo tipo di attacchi basta guardare i numeri ufficiali.
Secondo il rapporto dell'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, nel 2022 in Italia si registrarono 1094 attacchi informatici con un incremento legato a tensioni geopolitiche, come l'invasione russa dell'Ucraina. Nel 2023, il rapporto dell'associazione italiana per la sicurezza informatica ha registrato un aumento del 65% degli attacchi rispetto all'anno prima, circa l'11% degli attacchi globali.
Nel corso del 2024 in Italia sono stati registrati 1.927 attacchi informatici, il 18% in più rispetto all'anno precedente.
I settori più colpiti sono stati quello governativo-militare e quello finanziario.