La fine dell’estate doveva segnare l’apertura dei cantieri per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Almeno, così aveva annunciato il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, dopo l’ok del CIPESS a uno dei progetti più ambiziosi del governo Meloni. Tuttavia, i lavori sono ancora lontani dall’inizio e, per il momento, sembrano essere stati rinviati: secondo il ministro, i cantieri dovrebbero partire tra settembre e ottobre. Si tratta di una previsione ottimistica che, però, non convince del tutto il dicastero dei Trasporti, che ritiene più realistico un avvio entro la fine dell’anno. Il rischio è che l’opera non venga completata entro il 2033, provocando così un primo “strappo al programma” del governo.
Domenica 7 settembre 2025, Salvini è intervenuto al Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove ha ribadito il rinvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto. Il ministro ha confermato che i cantieri apriranno tra settembre e ottobre e ha ricordato che nel progetto è inclusa anche la realizzazione di una metro sul versante messinese. Un piano ambizioso, già annunciato nei mesi scorsi dal ministero dei Trasporti, che punta a rendere l’opera un vero collegamento multimodale. È un dettaglio che, in effetti, molti non considerano subito, ma cambia parecchio la prospettiva sull’opera.
Ma cosa manca ancora per far partire i cantieri? Come ha spiegato lo stesso Salvini, serve il via libera della Corte dei Conti sui provvedimenti del governo. I giudici devono accertarsi che la delibera del CIPESS rispetti leggi e norme vigenti prima di dare l’ok ufficiale. Insomma, è un passaggio burocratico necessario, e senza di esso, anche se tutto fosse pronto, i lavori non possono cominciare davvero.
La grande promessa del governo Meloni stenta a decollare. Durante l’intervento al Forum Ambrosetti, Salvini ha confermato che i cantieri partiranno tra questo mese e il prossimo, e non prima come era stato più volte annunciato negli scorsi mesi.
Si tratta di una previsione ottimistica, perché in realtà possono esserci imprevisti di vario tipo, burocratici o organizzativi, e quindi non è escluso che i lavori possano slittare verso la fine del 2025. In pratica, c’è sempre un margine di incertezza che chi segue il progetto conosce bene.
Il ministro ha ricordato che il via libera definitivo dipende dalla Corte dei Conti, che esercita il cosiddetto “controllo preventivo di legittimità” sulla delibera del CIPESS. La Corte ha 30 giorni di tempo per esprimersi, ma il termine può slittare se saranno necessari chiarimenti. Al momento, la delibera non è ancora arrivata alla Corte, ma Salvini ha assicurato che il dossier sarà trasmesso entro la settimana. Se i tempi saranno rispettati e la Corte impiegherà circa un mese per l’esame, il via libera potrebbe arrivare a metà ottobre, salvo nuove richieste di chiarimenti. Ciò significa che anche dopo il passaggio alla Corte ci sarà comunque un’attesa, perché eventuali domande o richieste di chiarimenti possono allungare i tempi.
Parallelamente dovrà partire anche il progetto esecutivo, cioè la fase di progettazione tecnica definitiva che traduce il progetto approvato in elaborati costruttivi e specifiche operative per le imprese. Secondo il Ministero dei Trasporti, la progettazione sarà articolata in tre fasi: dai collegamenti stradali e ferroviari (da maggio 2026), alle gallerie, agli svincoli e alle tre nuove stazioni ferroviarie (da settembre 2026), fino all’opera di attraversamento vera e propria, con torri e impalcato sospeso (da marzo 2027). Il completamento dei lavori è previsto entro il 2032. È chiaro che la tempistica è lunga, e anche piccoli ritardi possono avere effetti a cascata sul resto del progetto.
Negli ultimi anni, Salvini aveva indicato diverse date precise per l’inizio dei cantieri, tutte poi rinviate: dall’estate 2024, all’inizio del 2025, fino all’estate 2025. L’ultima stima indica quindi un avvio concreto tra settembre e ottobre 2025, se non dovessero emergere ulteriori ostacoli burocratici. Un ritardo nell’avvio dei lavori potrebbe influire sulla percezione della credibilità del governo Meloni. Non è solo una questione tecnica, insomma, ma anche politica, perché l’opinione pubblica segue da vicino questi annunci.
Nei mesi scorsi, l’opposizione ha criticato la scelta dell’esecutivo di puntare sul Ponte, trascurando altre opere strategiche utili alla Sicilia. Ad agosto si sono registrate diverse proteste contro la grande opera, che rimane al centro di un acceso dibattito politico e sociale. La discussione continua, e ogni nuova dichiarazione sul progetto finisce immediatamente sotto i riflettori.