08 Sep, 2025 - 16:43

Ipotesi Terza Guerra Mondiale: le potenze europee si preparano al peggio. In Italia? Nessuno ne parla 

Ipotesi Terza Guerra Mondiale: le potenze europee si preparano al peggio. In Italia? Nessuno ne parla 

Qualche giorno fa il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha mandato un segnale chiarissimo ai nemici e agli alleati annunciando la nascita del Dipartimento della Guerra, al posto dell'attuale Dipartimento della Difesa. Un nome – ha spiegato il tycoon americano – che si addice meglio alla direzione in cui sta andando il mondo. 

Il mondo secondo Trump sta andando verso un conflitto globale e allo stesso modo sembrano pensarla anche i governi delle maggiori potenze europee, come Francia, Germania e Gran Bretagna, che si starebbero preparando al peggio, pianificando e riorganizzando le proprie strutture militari, sanitarie e civili.

Segnali di un’Europa che guarda con preoccupazione allo spettro di una nuova guerra, mentre in Italia il dibattito resta inesistente. 

Terza Guerra Mondiale, chi si prepara al peggio in Europa?

La guerra in Ucraina, le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina su Taiwan, la crisi in Medio Oriente e la recente saldatura dell’asse autoritario Pechino-Mosca-Pyongyang delineano uno scenario globale sempre più instabile, dove l’ipotesi di una Terza Guerra Mondiale non appare più così remota. 

In un simile contesto di crescente instabilità, molti Stati europei si stanno organizzando attivamente per far fronte alla peggiore delle ipotesi possibili.
Francia e Germania, ad esempio, stanno riorganizzando le proprie infrastrutture sanitarie in chiave bellica.

È di questi ultimi giorni la notizia secondo cui a Berlino, il Senato avrebbe presentato un piano di aggiornamento dei protocolli ospedalieri, che prevederebbe scenari estremi come la necessità di curare feriti in caso di bombardamento, gestire l'evacuazione di intere città e curare la popolazione civile. Il piano prevede che gli ospedali debbano essere in grado di gestire fino a 100 militari feriti al giorno e la formazione del personale medico per il trattamento di traumi da esplosione, amputazioni e ferite di guerra.

Lo stesso starebbe facendo la Francia. In una circolare del luglio 2025, il Ministero della Salute avrebbe invitato tutti gli ospedali civili ad attrezzarsi per gestire grandi flussi di feriti di guerra con picchi massimi di 250 feriti al giorno. 

Anche nel Regno Unito, lo scoppio di un conflitto globale è considerato una possibilità concreta, tanto che il governo inglese avrebbe previsto la costruzione di 12 nuovi sottomarini nucleari e un programma per l'ammodernamento dell'arsenale atomico. 

Guerra in Europa, Svezia e Norvegia informano i cittadini

Norvegia e Svezia, i due Stati europei geograficamente maggiormente esposti a un' eventuale minaccia russa, stanno preparando, ormai già da mesi, la popolazione civile con piani di emergenza. 

In Norvegia, ad esempio, il Dipartimento della Difesa civile ha provveduto a distribuire a tutte le famiglie una guida con istruzioni pratiche su cosa fare in caso di guerra o di crisi. Tra i consigli contenuti nella guida: accumulare scorte alimentari e medicinali essenziali per almeno una settimana, procurarsi pastiglie di iodio in caso di attacco nucleare.

Lo stesso ha fatto la Svezia, che ha diffuso un documento di circa 30 pagine, dall'eloquente titolo: “Se arriva una crisi o una guerra”, in cui fornisce consigli per sopravvivere alle prime 72 ore in caso di guerra, come fare una scorta alimentare, cosa fare in caso di attacco nucleare. 


Brochure simili sono state diffuse anche in altri Stati UE.

Parigi, Berlino, Londra si preparano alla guerra. E l’Italia? 

Negli ultimi mesi, quindi, tutti i principali governi europei hanno deciso di adottare misure concrete per affrontare un possibile scenario di guerra su scala globale.
Dall'aggiornamento delle strutture sanitarie e strategiche al coinvolgimento attivo della popolazione, l’approccio comune sembra essere quello di considerare la possibilità di una grave crisi militare come uno scenario da valutare con attenzione.

In questo contesto, l’Italia adotta una linea più prudente. Il governo italiano sembra voler continuare a mantenere un profilo basso per non creare allarmi ritenuti ingiustificati. 

A oggi non risultano piani di preparazione in caso di conflitto rivolti alle strutture sanitarie o alla popolazione civile. Mentre i partner europei si preparano al peggiore degli scenari, la posizione del governo sembra essere orientata a evitare allarmismi, puntando invece sul sull'impegno diplomatico per la pace.

 

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