Se sul fronte del risiko delle candidature di Salvini sembra aprirsi finalmente qualche spiraglio per la successione a Luca Zaia in Veneto, con segnali positivi da parte di Fratelli d’Italia rispetto al nome del leghista Alberto Stefani, è sul fronte interno che la Lega vive tensioni ben più profonde.
Dall’ala “tradizionalista” del Carroccio, nell’ultima settimana, sono partiti veri e propri attacchi mediatici contro l’ex Generale Roberto Vannacci e le sue presunte ambizioni di scalata al partito.
Secondo indiscrezioni, il vicesegretario ed europarlamentare incaricato da Salvini di seguire le regionali in Toscana starebbe “colonizzando” le liste, sfruttando le liste bloccate per favorire i propri uomini. Una strategia che, secondo Susanna Ceccardi, penalizzerebbe i militanti storici della Lega, da anni radicati sul territorio.
Lo scontro è esploso apertamente quando il governatore lombardo Attilio Fontana, noto per il suo aplomb, ha sorpreso i giovani leghisti con una frase fuori dal suo stile: «Qualcuno vorrebbe vannaccizzare la Lega? Col c...o ci riesce!».
Il giorno dopo è stato il turno di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato e segretario della Lega Lombarda. Romeo ha chiesto un confronto diretto con Vannacci, da tenersi prima del tradizionale raduno di Pontida del 21 settembre.
A rincarare la dose è arrivato anche Marco Centinaio, figura storica del partito, che ha invitato l’ex Generale a rispettare le regole interne:
«Se non gli vanno bene, faccia il suo partito. Se invece vuole cambiarle, allora punta alla leadership, e questo non mi sta bene».
Va sottolineato che tutti questi attacchi arrivano da dirigenti di peso, e il fatto che vengano affidati alla stampa è un segnale chiaro della profonda crisi interna.
Dal canto suo, Vannacci non arretra: in un’intervista a La Stampa ha confermato di voler davvero “vannaccizzare” la Lega, pur ribadendo la leadership attuale di Salvini.
Nega di voler creare una corrente o di puntare alla guida del partito, ma le sue mosse raccontano un’altra storia. Dalla nascita dei comitati Vannacci in tutta Italia (Veneto compreso) alla fedeltà garantita ai suoi uomini nelle liste, tutto lascia pensare a una strategia di lungo periodo.
La gestione di questa partita interna non sarà semplice per Matteo Salvini. Un’ala del partito lo accusa infatti di aver dato troppa visibilità e potere all’ex Generale, nominandolo vicesegretario.
Ma il leader leghista deve prima di tutto chiudere il capitolo delle candidature in Veneto, da cui passa il futuro della Lega. Solo dopo si potrà capire se le polemiche interne si placheranno o se la frattura rischia di allargarsi.