09 Sep, 2025 - 17:10

Le mozioni contro il riarmo dei 5s rischiano di spaccare il centrodestra: cosa succede?

Le mozioni contro il riarmo dei 5s rischiano di spaccare il centrodestra: cosa succede?

Domani la Camera discuterà diverse mozioni delle opposizioni contro il riarmo, che chiedono di destinare diversamente il 5% del Pil previsto per la difesa. Il dibattito si inserisce in un clima politico già segnato dalle divisioni all’interno della maggioranza, con la Lega che continua a mostrare dubbi sulla strategia del governo. Le votazioni di mercoledì 10 settembre saranno dunque un banco di prova per capire fino a che punto il centrodestra resterà compatto sulle spese militari.

Giorgia Meloni ha sempre rivendicato la compattezza del governo su questo tema, ma le posizioni di Matteo Salvini e di alcuni esponenti della Lega hanno spesso mostrato discrepanze significative rispetto alla linea ufficiale. Salvini ha più volte affermato che “più armi si inviano, più la guerra va avanti”, mentre il generale Roberto Vannacci, suo numero due, ha definito “follia” l’obiettivo di destinare il 5% del Pil alla difesa. Questi segnali hanno alimentato dubbi sulle possibili convergenze tra Lega e opposizione, sebbene siano considerate improbabili.

Dalla Lega, intanto, non arrivano prese di posizione ufficiali: fonti parlamentari assicurano che l’intenzione sia quella di bocciare tutte le mozioni delle opposizioni, a meno che il governo non indichi aperture specifiche. Il partito di Salvini, dunque, eviterà votazioni parziali o compromessi, anche per prevenire divisioni interne in vista della prossima legge di Bilancio. Il rischio di contraddizioni tra dichiarazioni pubbliche e voti effettivi resta alto, ma la strategia sembra quella di un rifiuto compatto in aula.

Cosa farà il M5s?

Il Movimento 5 Stelle depositerà la propria mozione “per parti separate”, così da consentire ai deputati di votare singolarmente i diversi punti senza dover accettare l’intero testo. Il deputato 5s Riccardo Ricciardi evidenzia come la Lega abbia storicamente respinto risoluzioni simili, preferendo comunicare tramite stampa o social invece che in aula. Anche Alleanza Verdi e Sinistra si prepara a presentare la propria mozione, con l’obiettivo di destinare i fondi della difesa a sanità, cooperazione internazionale e progetti di sviluppo, contestando apertamente la politica del riarmo.

Il Pd, dal canto suo, voterà la propria mozione, astenendosi sulle altre, cercando di mantenere una posizione critica sul riarmo senza compromettersi completamente. Il testo dei dem include il “no” ai fondi Pnrr destinati a spese militari e sostiene una linea di difesa comune europea, in linea con quanto dichiarato dal premier spagnolo Pedro Sánchez.

Incognita Lega: cosa potrebbe accadere?

Tuttavia, rimane lo scetticismo su un possibile avvicinamento della Lega: le divergenze all’interno della maggioranza appaiono difficilmente superabili, confermando che il centrodestra resta diviso a parole, se non nei voti. La maggioranza che sostiene il governo Meloni non presenterà una mozione parlamentare sull’aumento delle spese militari in risposta a quelle delle opposizioni, evitando così discussioni interne e possibili spaccature in aula.

La Lega, che in queste settimane si è più volte espressa contro l’aumento delle spese, non potrà votare nemmeno parti delle mozioni del M5S, prevenendo divisioni pericolose nei prossimi giorni. Le mozioni già discusse prima delle ferie estive erano quattro: M5S e Alleanza Verdi e Sinistra contro l’aumento delle spese militari, Italia Viva e Azione chiedevano chiarezza al governo sugli investimenti in difesa.

Un tema divisivo per il centrodestra: Fratelli d’Italia e Forza Italia sostengono l’aumento della spesa, mentre la Lega considera gli obiettivi Nato “insostenibili”, preferendo investimenti in altre misure.

La mossa della maggioranza

Domani, dunque, la maggioranza rinuncerà a presentare una mozione autonoma, replicando strategie già adottate in passato su temi internazionali come la crisi a Gaza. In questo modo, il centrodestra eviterà impegni precisi prima della legge di Bilancio e le istruzioni per i deputati saranno semplici: votare contro tutte le mozioni in blocco.

Non è la prima volta che la maggioranza rinuncia a inserire il tema delle spese militari in una mozione parlamentare; era già successo in primavera, durante la discussione sul Documento di Economia e Finanza. I sondaggi hanno quasi sempre mostrato quanto gli italiani non siano d'accordo sul tema del riarmo.

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