09 Sep, 2025 - 14:41

Un’inchiesta scuote il Governo: cosa nasconde il caso Almasri

Un’inchiesta scuote il Governo: cosa nasconde il caso Almasri

Brutta tegola per il Governo: indagata la capo di Gabinetto di Nordio per il caso Almasri per dichiarazioni mendaci.
Tanto tuonò che piovve. Dopo mesi di indagini, la magistrata Giusy Bartolozzi, Capo di Gabinetto del ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio e persona di sua massima fiducia, è stata iscritta al registro degli indagati.

Il nodo del caso Almasri

La delicata indagine è la stessa per la quale il Tribunale dei Ministri ha inviato, il 5 agosto scorso, la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano, con accuse che vanno dal favoreggiamento personale aggravato fino al peculato e al rifiuto di atti d'ufficio.

Le accuse e le difese contrapposte

Tutto scaturisce dalla gestione del caso Almasri: il torturatore libico, bersaglio di un mandato di cattura internazionale, fu arrestato in Italia ma, per presunte omissioni secondo le accuse, o per incongruenze temporali fra le diverse Istituzioni interessate secondo le difese, venne scarcerato e riportato in fretta e furia in Libia con un volo di Stato.

Il ruolo di Renzi nella vicenda

Sul caso è intervenuto più volte il senatore Matteo Renzi che, tanto nelle aule parlamentari quanto attraverso i suoi canali di comunicazione e la stampa, aveva già individuato la Bartolozzi tra i presunti responsabili della liberazione del criminale libico. Renzi ha spinto forte nelle accuse contro il governo e fin dal primo giorno ha tenuta altissima l'attenzione sul caso.

Le manovre di Nordio e della maggioranza

Il ministro Nordio, anche in precedenti vicende non penali che la vedevano obiettivo di attacchi politici, ha sempre eretto un muro invalicabile a salvaguardia della magistrata. In favore della stessa Bartolozzi, e in via preventiva per evitarle ciò che sta per accadere, alcuni parlamentari della maggioranza avevano proposto di estendere le garanzie previste per i membri del Governo già alcune settimane fa, segno che la notizia dell'iscrizione al registro degli indagati non fosse del tutto inattesa.

Il mancato segreto di Stato

Certo, la possibilità di tutelare l’alto funzionario estendendo le garanzie già menzionate è ancora attuabile, ma una domanda continua a ronzare nelle menti dei principali analisti politici: considerata la spinosità del caso, il coinvolgimento delle Istituzioni internazionali e i risvolti negativi a livello di credibilità e relazioni, perché non è stato immediatamente posto il segreto di Stato? Questo, al momento, è uno dei maggiori interrogativi.

Il peso politico per la premier Meloni

Sebbene la posizione della Meloni sia stata archiviata, e nonostante la forza e la sicurezza mostrate nell'affrontare la richiesta a procedere difendendo due dei suoi più importanti ministri e l'ascoltatissimo e potente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la premier si trova ad affrontare un caso politicamente delicato e di rilievo internazionale, che si trascina sui media da tempo e continua a produrre effetti negativi.

Attesa per la decisione parlamentare

La decisione sulla richiesta di autorizzazione a procedere per i tre uomini di Governo dovrebbe giungere nell'Aula della Camera il prossimo mese di ottobre, ma è certo che, qualunque verdetto uscirà fuori, gli strascichi politici proseguiranno serrati. A meno che non arrivi il segreto di Stato...

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