10 Sep, 2025 - 14:01

Il Governo cerca la via d’uscita sul caso Bartolozzi, Nordio blinda la sua fedelissima

Il Governo cerca la via d’uscita sul caso Bartolozzi, Nordio blinda la sua fedelissima

Come previsto, l'iscrizione nel registro degli indagati, con l'ipotesi di mendaci dichiarazioni, per la potente capo di Gabinetto del ministro Nordio, Giusy Bartolozzi, ha messo in fibrillazione i piani alti di Palazzo Chigi.

Bartolozzi indagata

L'alto burocrate del ministero della Giustizia si trova al centro della bufera giudiziaria e politica esplosa intorno all'ormai famoso caso della scarcerazione e del rimpatrio, con volo di Stato, del criminale libico Almasri, oggetto di mandato di arresto internazionale da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) del 18 gennaio 2025. Secondo la Procura di Roma guidata dal Procuratore Lo Voi e che si è mossa a seguito di quanto sostenuto dal Tribunale dei ministri nella richiesta di autorizzazione a procedere per i membri del Governo, la Bartolozzi avrebbe rilasciato dichiarazioni mendaci.

Il caso Almasri

Almasri, arrestato in Italia ed in attesa di convalida della misura cautelare, per una serie di problemi legati alle procedure burocratiche gestite in gran parte dal ministero della Giustizia e dalla Bartolozzi, fu scarcerato perché il fermo non venne confermato nei termini e nei modi previsti. Un altro particolare rilevante è che, immediatamente dopo la scarcerazione e in modo irrituale, fu un volo dei nostri Servizi a riportare Almasri in Libia, in stato di libertà. Sono proprio le procedure, i tempi, gli incastri e le comunicazioni fra la struttura ministeriale e il ministro ad essere oggetto di indagini e che hanno portato il Tribunale dei Ministri alla richiesta di autorizzazione a procedere.

Ministri coinvolti

Nel procedimento incardinato dal TdM sono coinvolti tre big del governo: i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano, che ha anche la delega ai Servizi segreti. La posizione della Meloni, invece, è stata archiviata.

L’anello debole

L'esito della richiesta di autorizzazione a procedere, che sarà votata dalla Camera, appare scontato vista l'ampia maggioranza delle forze di Governo. Restano comunque dubbi sui tempi, con una deadline che non potrà andare oltre la metà di ottobre, pena il “silenzio-assenso” alla richiesta ricevuta.

Ciò che ha complicato i sonni della Premier è la posizione della capo di Gabinetto Bartolozzi, che oggi appare l'anello debole della catena. Dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati, pare che la burocrate abbia incontrato sia la stessa Premier che il fidatissimo sottosegretario Mantovano. E, nella stessa giornata, anche il ministro Nordio ha avuto colloqui separati sia con Meloni che con Mantovano.

La strategia

Nessuno conosce i contenuti di quei delicatissimi colloqui, ma la linea che sembra emergere è quella della difesa ad oltranza della Bartolozzi e dell'approfondimento giuridico per valutare se, come extrema ratio, sia possibile blindare la sua posizione nel processo estendendo lo scudo previsto per i componenti del Governo. La norma, però, parla di reato concorrente, mentre per la Bartolozzi si tratterebbe di reato connesso.

La questione non è complessa solo dal punto di vista tecnico-giuridico, ma anche da quello politico, con Renzi e le opposizioni già pronti a fare le barricate e la prospettiva di un ulteriore scontro con la magistratura, mentre è in corso l’iter per approvare l’importantissima riforma della Giustizia. Trovare una via di uscita è complicatissimo, al punto in cui ci si trova.

Si deve infatti evitare ad ogni costo che la Bartolozzi finisca a processo: nonostante la certa bocciatura della richiesta di autorizzazione a procedere contro di loro, potrebbero essere chiamati come testimoni Nordio, Mantovano, Piantedosi e la stessa Premier che, pur essendo stata archiviata, potrebbe essere convocata come persona informata sui fatti.

Partita delicata

Il tema è caldissimo e nelle prossime ore si capirà quale strategia intenderà adottare il Governo per blindare la posizione della Bartolozzi e mettere uno scudo su una vicenda che, al di là di ogni valutazione giudiziaria, è stata gestita politicamente molto male.

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