11 Sep, 2025 - 11:16

Tevere navigabile in 5 anni, annuncia Gualtieri. Ma è una priorità per i cittadini e per Roma?

Tevere navigabile in 5 anni, annuncia Gualtieri. Ma è una priorità per i cittadini e per Roma?

Incassata la legge su Roma Capitale, che ha aumentato i suoi poteri e la sua capacità di spesa, e già in clima di pre-campagna elettorale (a Roma si voterà fra 18 mesi), il Sindaco Gualtieri ha scelto il palcoscenico dell’evento “La città eterna accoglie il futuro”, al Padiglione Italia di Expo 2025 a Osaka, per annunciare, urbi et orbi, che il Tevere tornerà a essere balneabile in cinque anni.

L'idea è certamente suggestiva, sulla scia di quanto realizzato a Parigi per le Olimpiadi, rendendo balneabile – o quasi – la Senna.
Ma i problemi di Roma non sono quelli di Parigi, e viceversa.

I veri problemi della Capitale

Lo sa bene chi vive in una qualsiasi delle periferie della Capitale: mancano i servizi essenziali, come pulizia e illuminazione; le strade sono in condizioni terribili; le strutture per i giovani sono quasi tutte in stato di degrado e abbandono – e chi più ne ha, più ne metta.
Anche la sicurezza urbana presenta carenze gravissime, e ci sono zone, interi quartieri, in cui dopo il tramonto entra in vigore un volontario coprifuoco per le persone perbene.

Problemi nel trasporto pubblico, disagi alle metropolitane, scuole fatiscenti, pochi vigili urbani, traffico fuori controllo ogni giorno: Roma, prima di pensare a un’operazione certamente ambiziosa ma estremamente costosa, avrebbe bisogno di normalità.

Un progetto ambizioso dai costi incerti

L'operazione parigina, che ha reso balneabile la Senna (in alcuni periodi e a determinate condizioni atmosferiche), è costata ai francesi 1,4 miliardi di euro.
Quella per il Tevere, assicura Gualtieri, costerebbe un po' meno.
Eh sì, perché Gualtieri ha definito i tempi – affermando che “andremo a fare il bagno nel Tevere fra cinque anni” – ma il costo reale di un progetto di tale portata non si conosce ancora, perché tutto è ancora in fase embrionale di studio e valutazione.

Ma allora, ci si chiede: che senso ha fare una dichiarazione su un’opera della quale non si conoscono né il progetto, né le complessità, né i costi?

Dubbi dalla politica e dalla scienza

Peraltro, all'entusiasmo del Sindaco della Capitale ha fatto da contraltare una doppia risposta immediata, dalla politica e dal mondo sanitario: è stato il Presidente della Regione, Rocca, a rispondere per primo al Sindaco, dichiarando – con eleganza ma altrettanta chiarezza – che si tratta di un’opera suggestiva, ma non rientra tra le attuali priorità della Regione.

Si è espressa negativamente anche la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), che ha evidenziato come i rischi per la salute umana, derivanti dall’attuale stato delle acque del Tevere, siano molto elevati e richiederanno sforzi considerevoli per garantire condizioni di sicurezza ai cittadini.
Tradotto: la qualità delle acque e dei fondali è pessima, e bonificare il fiume per renderlo balneabile – e mantenerlo tale – costerà moltissimo.

I cittadini chiedono interventi più urgenti

Ben vengano le grandi opere, ma si dovrebbe partire da quelle essenziali per la vita quotidiana dei cittadini romani, che vivono una infinità di disagi e farebbero fatica a comprendere un investimento – che, almeno a spanne, sarà di centinaia di milioni – per consentire di fare il bagno nel fiume.
Magari preferirebbero che quei soldi, se ci sono, fossero investiti per combattere il degrado urbano, aumentare la sicurezza, curare il verde e i parchi, anche in periferia.
Oppure in un investimento serio per uno studio del traffico, con l’uso dell’Intelligenza Artificiale, semafori e sensori intelligenti, e tutte le soluzioni possibili per risolvere la piaga della mobilità.

Un tavolo tecnico che arriva dopo l’annuncio

A ottobre si terrà il tavolo tecnico per iniziare a discutere dell’operazione e definirne i costi: sapremo solo a quel punto se l'opera sarà realizzabile e sostenibile dal punto di vista finanziario, se lo sarà dal punto di vista sanitario, quanto costerà alle tasche dei cittadini romani e in quali tempi.
Forse sarebbe stato meglio, anche per garantire credibilità alla politica e alla Capitale, prima svolgere i tavoli tecnici e gli approfondimenti scientifici, poi avere una quantificazione dei costi e, infine – presa la decisione politica – fare l’annuncio urbi et orbi.
Ma ormai il dado è tratto.

 

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