13 Sep, 2025 - 12:00

Guerra in Ucraina, cosa pensano gli italiani: il nostro Paese deve intervenire? Lo svela un sondaggio

Guerra in Ucraina, cosa pensano gli italiani: il nostro Paese deve intervenire? Lo svela un sondaggio

Negli ultimi mesi il dibattito in Italia sul ruolo da assumere nella guerra in Ucraina si è fatto sempre più acceso. C’è chi pensa che un Paese invaso non possa essere abbandonato al proprio destino, e chi invece teme che ogni passo in più significhi trasformare l’Italia in un bersaglio diretto. In mezzo, un’opinione pubblica che oscilla, spinta da dubbi e contraddizioni. L’ultimo sondaggio realizzato da YouTrend per Sky TG24 fotografa bene questa incertezza. 

Poco più della metà degli italiani è pronta a garantire a Kiev almeno una forma di sostegno. Non necessariamente militare, anzi: la maggioranza preferisce aiuti logistici o economici. Un terzo degli intervistati, però, non ha dubbi: l’Italia non dovrebbe muovere un dito. Una spaccatura netta, che dice molto della prudenza con cui il Paese guarda alla guerra.

Il quadro internazionale non aiuta a fare chiarezza. I vertici in Alaska e a Washington non hanno rassicurato gli italiani, anzi. Secondo quasi la metà dei rispondenti, proprio quegli incontri hanno rafforzato la Russia di Vladimir Putin. Un giudizio severo, che alimenta la sensazione di un Occidente diviso e incerto sul da farsi.

Le scelte possibili per l’Italia

Nel dettaglio, il 51% degli intervistati indica almeno una forma di sostegno. La maggioranza propende per il supporto logistico o per l’aiuto economico: mezzi non militari, fondi e assistenza di vario tipo. Solo una minoranza spinge per l’invio di istruttori, truppe o aerei di sorveglianza.

L’uso diretto delle armi italiane rimane l’opzione meno popolare. Insomma, l’Italia non vuole tirarsi indietro del tutto, ma neppure buttarsi a capofitto nel conflitto. La linea preferita dagli italiani è quella del “sì, ma con cautela”.

Giovani, adulti e over 55: tre visioni diverse

La divisione generazionale è evidente. I più giovani, soprattutto gli under 35, si mostrano più disposti a un sostegno concreto, inclusa la fornitura di armi. Tra i 35 e i 54 anni l’entusiasmo cala, mentre tra gli over 55 prevale la prudenza: niente armi, niente rischi diretti. Forse un retaggio della Guerra Fredda, forse semplice diffidenza verso un’escalation che potrebbe toccare da vicino l’Europa.

Sul fronte politico, invece, le differenze sono meno marcate di quanto ci si aspetterebbe. Anche in regioni chiave come Toscana e Veneto, dove si voterà a breve, gli elettori delle opposizioni sembrano accettare la continuità delle amministrazioni uscenti. La stabilità interna, insomma, rimane la priorità, indipendentemente dalla guerra. E gli ucraini? Secondo un recente sondaggio sarebbero disposti a porre fine alla guerra tramite i negoziati.

I vertici internazionali e la linea italiana

Il dato forse più sorprendente è quello che riguarda i vertici internazionali. Per il 47% degli italiani, gli incontri in Alaska e a Washington hanno finito per rafforzare Putin. Solo il 3% pensa che ne sia uscita meglio l’Ucraina, mentre un quarto vede entrambe le parti indebolite.
In questo contesto incerto, le parole del vicepremier Antonio Tajani diventano un segnale politico chiaro. Il ministro degli Esteri insiste sulla necessità di difendere i cieli europei senza però alzare il livello dello scontro. Una linea di equilibrio, difficile da mantenere ma inevitabile per un Paese che vuole restare credibile nella NATO senza finire in prima fila in una guerra che spaventa ancora molti cittadini.

Il presidente russo Vladimir Putin 
"non si è mostrato all'altezza delle aspettative del vertice in Alaska. Putin sta prendendo in giro Trump, gli aveva promesso cose che non ha fatto".
Ad affermarlo è stato Tajani in un’intervista alla Stampa, dove chiarisce, dopo la violazione dei cieli della Polonia da parte di Mosca, che la missione decisa dalla Nato sul fianco Est del confine europeo
"è un rafforzamento del sistema di difesa aerea già intervenuto l'altra notte a proteggere i cieli della Polonia. 

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