Si racconta che i leader del centrodestra, nonostante l’obiettivo condiviso di arrivare a una decisione prima del voto nelle Marche, continuino a scontrarsi con un calendario che sembra scivolare di settimana in settimana. Nei corridoi dei partiti si parla di tavoli tecnici, di riunioni e di ipotesi, ma intanto la sensazione diffusa è che il tempo stia diventando un avversario silenzioso.
Chi segue da vicino le trattative nota che ogni regione porta con sé un carico di tensioni specifiche, rendendo difficile comporre un mosaico comune. La Lega spinge per blindare il Veneto, Fratelli d’Italia non vuole rinunciare all’ambizione di governare un territorio del Nord, Forza Italia insiste sulla necessità di trovare soluzioni civiche nel Mezzogiorno. Tutto ciò rallenta un percorso che, nelle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto essere rapido.
Tra i militanti e gli amministratori locali cresce il malumore. Molti sottolineano come il ritardo nella scelta dei candidati rischi di indebolire la campagna elettorale, dando agli avversari il vantaggio di una partenza anticipata. Le indiscrezioni e i nomi che circolano sui giornali aumentano la confusione, mentre i cittadini si chiedono perché, a poche settimane dal voto, la coalizione non abbia ancora presentato volti chiari e programmi definiti.
Le voci che si rincorrono a Venezia raccontano di un centrodestra diviso sulla successione di Zaia. Salvini avrebbe indicato Stefani, ricevendo il sostegno dello stesso governatore uscente, ma la questione non sarebbe chiusa. All’interno della coalizione, infatti, si sottolinea che Fratelli d’Italia non intenda rinunciare del tutto a un proprio ruolo, e che l’ipotesi di una lista civica legata a Zaia rappresenti una variabile ingombrante.
In Campania, il centrodestra sembra orientato a un candidato civico, ma l’assenza di una scelta definitiva alimenta frustrazione. Si è parlato di nomi legati al mondo accademico o istituzionale, ma nessuno avrebbe ancora ricevuto un’investitura ufficiale. Intanto il centrosinistra ha già schierato Roberto Fico, e diversi esponenti locali del centrodestra temono che il ritardo renda quasi impossibile costruire un’alternativa competitiva.
In ambienti politici campani si commenta che il logorio sia più evidente sul piano umano che su quello strategico: militanti e sindaci lamentano la difficoltà di preparare iniziative senza sapere chi sarà il loro "frontman".
In Puglia la situazione appare ancora più intricata. La figura di Antonio Decaro viene descritta come un ostacolo quasi insormontabile, tanto che molti nel centrodestra spingono per un civico capace di intercettare voti trasversali. Il sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato, ha fatto intendere di aver dato la propria disponibilità, ma avrebbe anche riconosciuto come la variabile tempo sia ormai decisiva: secondo lui, occorrerebbe calibrare con attenzione la scelta della persona giusta, senza però perdere altro terreno, perché ogni giorno che passa rischia di indebolire la coalizione.
Il sottosegretario avrebbe inoltre ricordato che, accanto a nomi noti, esistono profili meno esposti che non andrebbero bruciati in anticipo, spiegando come al tavolo nazionale siano già state consegnate tutte le opzioni possibili:
Tra i parlamentari e gli amministratori pugliesi si mormora che ogni giorno perso renda la sfida più sbilanciata, e che la mancanza di un nome rischi di minare la credibilità della coalizione. L’impressione diffusa è che, se il centrodestra non accelererà, arriverà al voto con un passo già rallentato.