Al di là della professione di unità recitata come un mantra dai quattro leader del centrodestra, le tensioni tra gli alleati si fanno di ora in ora più visibili.
Tensioni che sono alla base dello stallo della coalizione di maggioranza nella scelta dei candidati alle elezioni regionali in Puglia, Campania e Veneto e che rischiano pericolosamente di acuirsi man mano che ci si avvicina ai primi decisi appuntamenti elettorali nelle Marche e in Calabria.
Intervenuto in collegamento alla convention dell'Udc a Roma, il leader di Forza Italia, Antonio Tajani ha mandato messaggi chiari e tutt'altro che concilianti verso gli alleati della Lega – principalmente – ma anche di Fratelli d'Italia.
Dalle candidature alle regionali, alla manovra, fino alle questioni di politica estera, dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri del governo Meloni emergono almeno quattro segnali che svelano gli attriti crescenti in maggioranza e tra Forza Italia e il partito di Matteo Salvini.
Ecco cosa sta succedendo davvero dietro le quinte della coalizione.
Il centrodestra è impantanato da mesi nelle sabbie mobili delle Elezioni Regionali.
La coalizione di Giorgia Meloni non riesce a trovare un accordo sulle tre regioni chiave della sfida d'autunno: Veneto, Campania e Puglia. Tra due settimane si voterà nelle Marche e tra tre in Calabria, dove sono stati riconfermati i governatori uscenti Francesco Acquaroli (FDI) e Roberto Occhiuto (FI), ma nelle altre regioni Meloni, Tajani e Salvini sono ancora su posizioni distanti.
La versione ufficiale, raccontata ai microfoni delle televisioni e sui quotidiani, è che si sta riflettendo attentamente per scegliere i candidati giusti e che come sempre la coalizione si dimostrerà compatta.
Poi, però, Antonio Tajani interviene alla Festa dell'Udc e dichiara, testuali parole:
Insomma, un problema c'è ed è nella Lega.
Rincara poi la dose.
Ma non ci sono solo le regionali a rendere esplosivo il clima nel centrodestra. Settembre è anche il mese in cui si comincia a decidere i contenuti della Manovra di bilancio per i prossimi 12 mesi.
Ebbene, anche su questo tema non regna la concordia tra gli alleati. A far litigare Forza Italia e Lega, anche quest'anno, la proposta del partito di Salvini di tassare gli extraprofitti delle banche. Una proposta di cui Tajani non vuole sentire neanche parlare.
Ha chiarito il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, sempre in collegamento con la Festa dell'Udc.
Le ultime due bordate agli alleati della Lega, infine, riguardano la politica estera.
Il titolare della Farnesina ha molto diplomaticamente fatto notare che la maggioranza non è divisa sulle questioni internazionali perché la politica estera del governo la decidono la presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri.
Un messaggio neanche troppo velato a Matteo Salvini e alle sue frequenti incursioni su Ucraina e Medio Oriente.
Non sono mancate, infine, sottolineature indirizzate anche all'altro alleato, ovvero, Fratelli d'Italia. Parlando di posizionamento politico al centro, il vicepremier ha sottolineato che il partito di Giorgia Meloni non potrà mai essere centro, sottolineando la differenza con FI.
Tajani, come Giorgia Meloni, è ben consapevole che il voto di centro moderato sarà decisivo per la vittoria nei prossimi appuntamenti elettorali.
Ha infine concluso il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, rivendicando la leadership di Forza Italia come forza centrista all'interno della coalizione di governo.