14 Sep, 2025 - 19:00

Altro che unità, Conte “spacca” il centrosinistra alla Festa del Fatto: “Con il PD non siamo alleati”

Altro che unità, Conte “spacca” il centrosinistra alla Festa del Fatto: “Con il PD non siamo alleati”

Giuseppe Conte sceglie il palco 'amico' della Festa del Fatto Quotidiano per affossare l'unità del centrosinistra. 

“Col PD non siamo alleati” ha detto. “Noi siamo una forza diversa dalla Quercia con i cespugli intorno”,  ha poi ribadito raccogliendo l'applauso della platea riunita al Circo Massimo a Roma.

E pazienza se, solo una settimana fa, l'alleanza progressista professava unità ai quattro venti dopo la chiusura delle trattative per le candidature alle elezioni regionali.
La platea del Circo Massimo ha gradito e gli ha tributato un'accoglienza ben più calorosa di quella riservata ieri alla segretaria del PD, Elly Schlein, contestata e fischiata per le sue dichiarazioni sull'Ucraina.  

Conte gela Schlein alla Festa del Fatto: “Col PD non siamo alleati”

Oggi è stato il giorno di Giuseppe Conte alla Festa del Fatto Quotidiano a Roma. Accolto con una standing ovation, il leader del Movimento 5 Stelle non ha deluso le aspettative di chi attendeva una presa di distanza dal Partito Democratico. Presa di distanza che è arrivata quasi subito e senza lasciare adito a dubbi e interpretazioni. 

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“Col PD non siamo alleati, stiamo creando un progetto politico per mandare a casa Meloni. Abbiamo costruito un progetto nelle regionali, non dichiarando a priori che siamo alleati. Lavoriamo regione per regione per costruire un progetto”.

Parole che suonano come una doccia gelata per Elly Schlein.

Conte ha poi chiarito che l'accordo raggiunto per le elezioni regionali (PD, M5s e AVS sosterranno lo stesso candidato nelle sei regioni al voto) non rappresenta un’alleanza politica, ma un progetto ancora in fase di costruzione.

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“Non vorrei essere frainteso. Noi ogni giorno lavoriamo e lo abbiamo dimostrato anche nelle regioni, per costruire un progetto per contrastare questa destra che nei fatti si presenta estremista. Ma attenzione: alleati saremo quando convergeremo su un progetto progressista nero su bianco”. 

Ha spiegato l'ex presidente del Consiglio.

Centrosinistra, Conte: “Niente più veti, ma no ad armate Brancaleone” 

Dal leader M5s, tuttavia, è arrivata anche un'apertura inattesa a Matteo Renzi e Italia Viva, per mesi considerati un tabù inviolabile nel perimetro pentastellato. Un veto che secondo molti analisti, ha pesato sulla sconfitta del centrosinistra in Liguria nell'autunno del 2024, dove l'esclusione di Italia Viva dalle liste a sostegno del candidato PD, Andrea Orlando, avrebbe spianato la strada al centrodestra.

Rispondendo a chi gli chiedeva se il progetto del centrosinistra potrebbe coinvolgere anche le forze di centro come i partiti di Renzi e Calenda, Conte ha detto che 'adesso non ha più senso dire 'tizio si o tizio no'. 

Un’affermazione che suona come un ammorbidimento delle posizioni passate, pur con alcuni paletti: 

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“L'affidabilità dei compagni di viaggio è fondamentale, faremo di tutto per evitare accozzaglie e armate Brancaleone che si scioglieranno come neve al sole il giorno dopo. Ma un percorso si può fare, adesso non ha senso dire 'tizio sì o tizio no'. Fateci lavorare e costruire questo percorso e, dopo, chissà che non ci siano belle sorprese”. 

Nodo premiership? Conte: “Nessuna ambizione personale”

Giuseppe Conte mette a tacere ogni speculazione su un suo possibile ritorno a Palazzo Chigi, ribadendo con fermezza di non coltivare alcuna ambizione personale in tal senso. 
Quella del candidato premier del centrosinistra "per il M5s non sarà mai una questione di ambizione personale mia o di qualunque altro componente” del Movimento. 

Parole nobili, ma che arrivano in un contesto in cui i giochi di leadership nel campo progressista sono tutt’altro che chiusi.

Ieri dallo stesso palco, Elly Schlein aveva provato a congelare la questione, appellandosi al metodo collegiale: 

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“Non c’è un criterio per stabilire chi sarà il candidato premier. Se siamo una coalizione decideremo insieme. Altrimenti dovrei tradire il fatto di credere nella coalizione”.

Dichiarazioni che, al di là del fair play istituzionale, rivelano come la questione leadership nel centrosinistra sia tutt’altro che risolta. 

A complicare ulteriormente il quadro è la nuova legge elettorale a cui sta lavorando la maggioranza, che prevede l’indicazione del nome del candidato premier direttamente sulla scheda elettorale. 

 

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