Da confronto civile ad acceso diverbio con i presenti fino all'accusa di essere "fascista". Questo è quanto accaduto alla Festa del Partito Democratico di Torino nella giornata di sabato 13 settembre 2025, quando è intervenuto sul palco della kermesse il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, invitato a discutere sul tema della cittadinanza. Il confronto si è subito trasformato in uno scambio di accuse tra il pubblico e il titolare del dicastero che, dopo diverse provocazioni, è stato costretto ad andare via scortato dalla Digos. Assieme al ministro sul palco c'era anche la senatrice del Partito Democratico, Anna Rossomando.
Poco dopo l'accaduto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente del Senato Ignazio La Russa hanno espresso la propria solidarietà nei confronti di Zangrillo, condannando l'atteggiamento dei presenti alla Festa metropolitana dei dem. A far scoppiare la polemica è stato un intervento sulla questione sicurezza, alla luce degli sviluppi relativi al centro sociale Leoncavallo. Il ministro ha tirato in ballo il problema della sicurezza in corso Giulio Cesare, affermando che il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, abbia "solo" legalizzato il centro sociale Askatasuna.
Da lì sono arrivate risposte molto critiche all'indirizzo del titolare del dicastero, trasformatesi poi in uno scontro verbale. È stato necessario interrompere l'incontro e scortare via il ministro. In una nota, Zangrillo ha fornito la sua versione dell'accaduto, ricevendo anche risposte da parte di esponenti dem.
13 settembre, Festa del Partito Democratico di Torino. Sul palco, assieme alla senatrice dem Anna Rossomando, sale un ospite speciale: il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, volto di Forza Italia nel governo Meloni. Il confronto tra la senatrice e il titolare del dicastero avrebbe dovuto riguardare la cittadinanza, ma presto è arrivato a trattare altri temi, portando poi a uno scontro tra Zangrillo e il pubblico.
Il motivo della contestazione è legato alla sicurezza del capoluogo piemontese. Il ministro ha infatti raccontato che la situazione in corso Giulio Cesare è insostenibile e che da parte del sindaco torinese, Stefano Lo Russo, sono arrivate ben poche novità positive:
Un commento molto pesante, considerando che meno di un mese fa è stato sgomberato il centro sociale milanese Leoncavallo. Dopo la stoccata all'Askatasuna arriva la prima contestazione: uno dei presenti ha chiesto al ministro quando il governo ha intenzione di sgomberare Casapound. "Penseremo anche a quello..." ha risposto Zangrillo, che però da quel momento in poi è stato contestato dalla platea.
Dopo un lungo scambio di battute tra i presenti e il ministro, l'incontro è stato sospeso per alcuni minuti, per poi riprendere sul tema dello Ius Scholae. Alla fine, Zangrillo è stato scortato dalle forze dell'ordine. In una nota, il ministro ha spiegato che durante il suo intervento sul palco è stato insultato e che un partito che si dice "democratico" non può utilizzare linguaggio violento.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, hanno espresso la loro solidarietà nei confronti del ministro per quanto accaduto alla Festa dell'Unità di Torino.
Nel corso della giornata di oggi, 15 settembre 2025, Tajani ha commentato la vicenda riguardante Zangrillo, biasimando il centrosinistra e affermando che quanto accaduto qualche giorno fa è una dimostrazione di intolleranza nei confronti di chi non la pensa come gli "aggressori". Il ministro degli Esteri ha invitato la segretaria dem Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte a "abbassare i toni", senza rinunciare a fare opposizione.
Qualche giorno fa si è verificato un caso non troppo dissimile che ha visto coinvolti proprio Tajani e la senatrice del M5s Alessandra Maiorino. L'esponente pentastellata aveva accusato il ministro degli Esteri di essere "prezzolato"; secondo Tajani, non sono seguite scuse da parte di Conte:
Infine, Tajani ha detto che anche Calenda è stato ospite di una kermesse dedicata ai giovani di Forza Italia e ha spiegato che nessuno lo ha fischiato e non gli è stato impedito di contestare il governo: