Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione, è tornato sulle contestazioni ricevute ieri alla Festa dell’Unità di Torino, replicando alle accuse della senatrice del Pd Anna Rossomando. Secondo quest’ultima, sarebbe stato lo stesso ministro a provocare il pubblico, adottando un “registro aggressivo” caratterizzato da “attacchi violenti nei toni e nei contenuti”.
“Se provocazione significa esprimere le proprie idee, allora sì: ho provocato” ha replicato oggi all’uscita da Montecitorio il ministro. “Sono sorpreso – ha aggiunto – non tanto dagli insulti ricevuti, quanto dal fatto che, in una situazione ormai degenerata, nessun esponente del Partito Democratico si sia preso la briga di riportare il dialogo su toni e modalità adeguati”.
La contestazione al ministro Zangrillo alla Festa dell’Unità di Torino ha gettato ulteriore benzina sul fuoco in un clima politico già acceso dall’omicidio di Charlie Kirk e dalle accuse reciproche che le forze politiche si stanno scambiando in questi giorni.
Intercettato dai cronisti fuori da Montecitorio, Zangrillo ha respinto le accuse del Partito Democratico, rivendicando di aver soltanto espresso le proprie idee:
Contestazioni alla festa del #PD, il racconto di #Zangrillo: “Nessuno si è preso la briga di riportare il dialogo su modalità adeguate. Questo mi ha molto stupito” pic.twitter.com/k6D9cCpTZy
— Tag24.it (@Tag24news) September 15, 2025
Ripercorrendo i momenti della contestazione, il ministro si è detto colpito non tanto dagli insulti e dai fischi provenienti dalla platea – "non da persone che hanno ruoli nel Pd, ma dai tesserati", come ha precisato – quanto dall’atteggiamento della classe dirigente dem presente all’evento.
"Sono rimasto stupito dal fatto che, in una situazione che stava degenerando, nessuna delle persone che mi ha invitato si sia presa la briga di riportare il dialogo su toni e modalità adeguate" ha spiegato Zangrillo, ricordando di essere stato invitato dal Partito Democratico alla Festa dell’Unità. "Immagino che quando si inviti una persona a parlare in un contesto legato alla politica, lo si faccia per le sue idee".
Stupore per quanto accaduto, a dir la verità, è emerso anche in casa dem. La senatrice Rossomando, rivendicando l’invito a Zangrillo "perché ritenuto un politico equilibrato", ha riferito l’impressione che il ministro abbia volontariamente cercato lo scontro, alzando i toni e rivolgendosi direttamente al pubblico, anziché agli ospiti sul palco.
Accuse respinte da Zangrillo: "Credo di aver dimostrato nei miei anni da parlamentare e ora da ministro di non essere un pericoloso provocatore estremista" ha replicato, sottolineando di aver utilizzato nell’occasione argomentazioni di merito:
I modi violenti della contestazione subita, ha concluso Zangrillo, fanno riflettere sul fatto "che stiamo andando verso una china che suggerisce a tutti, e lo dico per primo a me stesso, di cercare di moderare i toni e mantenere il confronto su un piano democratico".