15 Sep, 2025 - 17:21

Fregolent (Italia Viva): "Meloni attacca per nascondere i suoi problemi, ha paura di essere superata da Vannacci"

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Fregolent (Italia Viva): "Meloni attacca per nascondere i suoi problemi, ha paura di essere superata da Vannacci"

In un clima arroventato dallo scontro politico dovuto all’assassinio di Charlie Kick, si apre ora un autunno decisivo per gli equilibri della politica italiana. Tra meno di due settimane le Marche saranno chiamate al voto, assieme alla Valle d'Aosta, aprendo la lunga tornata elettorale autunnale; nel frattempo, sono iniziati i lavori per una manovra finanziaria che, anche alla luce delle tensioni internazionali e delle nuove regole europee di bilancio, si preannuncia tutt’altro che semplice.

Abbiamo affrontato tutti questi nodi con la senatrice di Italia Viva, Silvia Fregolent, a partire proprio dall’acutizzarsi dello scontro politico. Una situazione in cui, tuttavia, la senatrice non registra nulla di nuovo: “Da anni si usa un linguaggio non appropriato. La politica dovrebbe trovare la soluzione dei problemi, invece aizza, parlando alle pance e non alle teste".

Fregolent sul clima politico dopo l’omicidio di Kick

Alla premier Meloni, che in questi giorni ha denunciato il clima d'odio "insostenibile", Fregolent ricorda le parole che, qualche anno fa, il quotidiano Libero riservò all'ex premier Matteo Renzi: "Per fermarlo bisogna sparargli". L'esempio, secondo la senatrice di Italia Viva, serve a dimostrare come il limite nel linguaggio sia stato superato da anni, ma anche a respingere l'accusa secondo cui le opposizioni avrebbero festeggiato l'omicidio di Charlie Kick, come invece affermato da Meloni:

"Noi come opposizione non abbiamo utilizzato nessuna parola di violenza, abbiamo tutti criticato l'omicidio di Kick, senza alcuna distinzione. Che i commenti inappropriati sui social siano ascrivibili alla sinistra è una montatura fatta ad arte dalla destra per evitare di parlare dei veri problemi del Paese".

La critica a Meloni per il rapporto con la stampa

Il tentativo di sottrarsi al dibattito sia in Parlamento che sulla stampa, osserva Fregolent, non rappresenta un atteggiamento nuovo da parte della premier. A poco servono, secondo la senatrice, le parole usate oggi da Meloni sul valore della libertà di stampa, contenute nel messaggio di auguri inviato al quotidiano Domani per i suoi cinque anni di pubblicazione:

"Meloni non fa interviste libere con la stampa, ma soltanto monologhi. Eppure oggi ha detto che la stampa è importante: se è così, inizi a parlare con i giornalisti e a presentare i decreti alla stampa. Oggi questo non avviene e il clima d’odio continua a essere alimentato".

La replica alle parole di Ciriani sulle Br

Tornando sull'omicidio di Kick e sul durissimo scontro politico che ne è seguito, Fregolent ricorda come il clima d'odio non sia estraneo all'azione politica dello stesso Donald Trump, che anzi lo alimenta:

"Vorrei ricordare i deliranti auguri istituzionali fatti a Pasqua da Trump. Nessuno, né Reagan né Bush, avrebbe mai augurato a transessuali, omosessuali e stragisti di finire i propri giorni in carcere".

Sono queste modalità, secondo la senatrice di Italia Viva, a generare quell’odio che dagli Stati Uniti si sta riflettendo nello scontro in Italia. Il riferimento è alle parole di Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, che nei giorni scorsi ha parlato di "clima da Br", puntando in particolare il dito contro Italia Viva e Movimento 5 Stelle:

"Il ministro Ciriani ha usato parole gravissime. Italia Viva ha sempre stigmatizzato ogni atto di violenza ed è stata dalla parte di Meloni quando la premier ha subito minacce. Se basta un'interrogazione parlamentare per essere definiti brigatisti, è grave.

Io ho 53 anni e ricordo i tempi in cui le Brigate Rosse c’erano davvero: ricordo la paura, ricordo i dirigenti Fiat, genitori dei miei compagni di scuola, scortati. Nessuno rimpiange quel periodo, men che meno Italia Viva".

Il timore di Meloni di perdere la leadership

Dietro le parole di Meloni, secondo Fregolent, si nascondono altre motivazioni: la volontà di spostare l’attenzione dai problemi interni alla coalizione e il timore di essere superata nella leadership da Vannacci.

"Meloni sta mutuando ciò che fa Trump in America per regolare i conti all'interno e all'esterno della coalizione. Qui la premier ha un problema: Roberto Vannacci, che potrebbe arrivare a insidiare la sua leadership".

Il contributo di Italia viva al campo largo

Proprio a proposito di leadership, il prossimo banco di prova per gli schieramenti saranno le elezioni regionali. Alla domanda su quale significato possano avere queste consultazioni per Italia Viva, che ha ritrovato l'unità con il centrosinistra e con cui marcerà compatta in tutte le regioni al voto, Fregolent è chiara:

"Le amministrative non misurano un giudizio politico, ma su come si è amministrato. Detto questo, possiamo giudicare come si è arrivati a oggi: dall'avvio della legislatura si è ripetuto che la maggioranza è solida e compatta e che il centrosinistra è diviso. Oggi non è più così.

Italia Viva ha dato il suo contributo: penso, ad esempio, alla Toscana, dove con i numeri che abbiamo avremmo potuto complicare la trattativa politica. Abbiamo invece lavorato per costruire un'alternativa seria alla Meloni. Il centrodestra, invece, non ha ancora trovato un accordo sui candidati".

Manovra finanziaria e Pnrr: le preoccupazioni di Fregolent

Al centro dell'agenda politica, infine, c’è il tema della manovra finanziaria, sulle cui intenzioni del governo Fregolent si mostra pessimista, soprattutto per via delle conseguenze dei dazi imposti da Trump:

"Sono molto preoccupata. La prossima manovra è l'ultima che dispone dei fondi del Pnrr da spendere. Il Pnrr ha messo in moto il nostro Paese e ha creato quell'aumento dell'occupazione che Meloni non fa che rivendicare.

Il problema è che il Governo, in questi anni, non ha mai messo in campo politiche strutturali per gli italiani. La pressione fiscale è aumentata di un punto, l'inflazione galoppa.

I bonus una tantum non aiutano il ceto medio, che è quello che paga le tasse e manda avanti il Paese, ma che oggi non riesce ad arrivare a fine mese. C'è poi il tema della sanità pubblica e della scuola: è qui che noi chiediamo fondi per rilanciare la competitività della nostra istruzione e per superare lo scempio delle liste di attesa infinite”

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