Forse per il centrodestra esiste un modo per scegliere il candidato della Regione Veneto senza litigare. Da più di un anno, la maggioranza è spaccata su chi si presenterà come candidato unitario nella corsa per Palazzo Balbi. Da una parte c'è Fratelli d'Italia, forte dei suoi consensi conquistati durante le elezioni europee: il partito di Giorgia Meloni sarebbe pronto a presentare il coordinatore regionale Luca De Carlo, ma deve prima convincere la Lega.
La formazione politica guidata da Matteo Salvini rivendica un ruolo centrale nella storia del Veneto. L'attuale presidente della Regione, Luca Zaia, ha governato infatti per quindici anni e, anche se non può ripresentarsi, una lista con il suo nome sarebbe capace di raccogliere più consensi dei tre partiti di maggioranza. Il candidato, per Salvini, non può che provenire dalle fila del Carroccio.
Lo stallo, tuttavia, va avanti da troppo tempo. Il centrodestra è certo di vincere in Veneto, ma è necessario presentare quanto prima un candidato per non lasciare intendere spaccature interne alla maggioranza su una questione locale. La svolta potrebbe essere rappresentata da uno "scambio": nel 2028 andrà al voto la Lombardia, dove non potrà essere rieletto l'attuale presidente Attilio Fontana mentre l'anno prima sarà Milano ad andare alle urne.
La questione più difficile da discutere per il centrodestra riguarda le elezioni regionali che si terranno questo autunno in Veneto. Non ci sono difficoltà a riconfermarsi, visto che la maggioranza è praticamente certa della vittoria, ma restano tanti dubbi sulla scelta del candidato che sostituirà Luca Zaia a Palazzo Balbi dopo quindici anni.
I dati parlano chiaro: Fratelli d'Italia è il partito più votato dai veneti. Il sorpasso ai danni del Carroccio è avvenuto lo scorso anno, durante le elezioni europee. Dovrebbe dunque essere il partito di Meloni a scegliere il successore di Zaia; tuttavia, la Lega si oppone e vorrebbe — visti gli eccellenti risultati in quindici anni di governo regionale — scegliere il candidato.
Da ormai un anno le forze della maggioranza vorrebbero confrontarsi sulle elezioni in Veneto, ma i partiti sembrano mantenere la loro linea e non volerla cambiare. In estate si sarebbe dovuto parlare del voto autunnale, anche perché restano ancora in bilico la Puglia e la Campania, dove non sono stati ufficializzati i candidati. Mentre in queste ultime due regioni il centrosinistra sembra in vantaggio, in Veneto — secondo i sondaggi — anche senza candidato la maggioranza potrebbe riconfermarsi senza problemi.
I partiti di centrodestra potrebbero ragionare allora sulle prossime regionali o addirittura sul voto a Milano del 2027, per trovare una soluzione che non metta a repentaglio la maggioranza.
Il biennio 2027-2028 sarà segnato da due importanti elezioni: quelle per la città di Milano, nello stesso anno delle elezioni generali, e nel successivo quelle per la Regione Lombardia. Questi due appuntamenti potrebbero essere fondamentali per il centrodestra, che da anni cerca di conquistare il capoluogo lombardo. Pochi dubbi sulla riconferma di un candidato alla guida della Regione, soprattutto se si considerano i numeri ottenuti da Attilio Fontana nel 2023.
Fratelli d'Italia potrebbe decidere i candidati per la corsa a Palazzo Marino e per quella alla Regione. Fontana, infatti, non potrà essere riconfermato per via del limite dei mandati, e il partito di Meloni è risultato il più votato alle elezioni europee del 2024. Un "via libera" in Veneto potrebbe permettere di scegliere i candidati per altre due partite fondamentali. Anche questa è un'ipotesi sul tavolo della maggioranza, che nei prossimi giorni dovrà sciogliere le riserve sul candidato unico.