16 Sep, 2025 - 16:50

Giustizia, scontro decisivo sulla separazione delle carriere: la sinistra prova a bloccare la riforma alla Camera

Giustizia, scontro decisivo sulla separazione delle carriere: la sinistra prova a bloccare la riforma alla Camera

Alla Camera è cominciato l’ultimo scontro sulla riforma della giustizia promossa dal Governo, che punta alla separazione delle carriere dei magistrati. È l’ultimo scontro a Montecitorio, prima di quello definitivo in Senato per l’approvazione finale.

Il centrosinistra, con PD e M5S in testa, alza le barricate, definendo il ddl un attacco all'indipendenza della magistratura. La maggioranza accelera per il via libera entro giovedì. Il dibattito è acceso e proseguirà anche in seduta notturna.

Il clima è infuocato: 32 gli iscritti a parlare, la maggior parte dei quali provenienti dal centrosinistra. Se approvata, la riforma dovrà tornare al Senato per l’ultima lettura, attesa dopo il 22 ottobre. In mattinata, la Commissione Affari Costituzionali ha approvato il testo della riforma e dato il mandato ai relatori per l’avvio della discussione in Aula.

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Questa mattina la commissione Affari costituzionali ha votato il mandato ai relatori e licenziato il testo del ddl sulla separazione delle carriere. Hanno votato no gli esponenti di PD, M5S e Avs. Assenti al momento del voto, invece, i rappresentanti di Azione, Italia Viva e +Europa.

Il testo è quindi approdato alla Camera, dove l’esame della riforma proseguirà anche nella giornata di domani. L’obiettivo della maggioranza di governo è quello di concludere il dibattito entro giovedì mattina, così da poter procedere con le votazioni nel pomeriggio. La Camera, infatti, per questa settimana è stata convocata anche per le sessioni notturne.

Una volta approvato il ddl costituzionale ritornerà al Senato per la quarta e ultima lettura. L’esame a Palazzo Madama, tuttavia, non potrà iniziare prima del 22 ottobre per attendere i tre mesi previsti dalla Costituzione.  

"È possibile, e ce lo auguriamo, che la riforma sulla separazione delle carriere possa essere approvata" in via definitiva dal Parlamento "prima della sessione di bilancio", ha auspicato il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, presente alla Camera, insieme al Guardasigilli Carlo Nordio.

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L’opposizione è pronta a dare battaglia, considerando la riforma della separazione delle carriere un attacco all’indipendenza della magistratura. Un colpo di mano della maggioranza per minare l'indipendenza dei giudici.

Al momento i parlamentari iscritti a parlare per la discussione generale sono 32. Gli esponenti della maggioranza che interverranno sono circa quindici. I restanti saranno interventi dell’opposizione di centrosinistra.

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La legge sulla separazione delle carriere non deve essere chiamata 'riforma della Giustizia' perché per essere tale dovrebbe essere un provvedimento pensato e scritto per risolvere difetti e inefficienze della Giustizia, così da dare a milioni di cittadini un servizio migliore.”

Accusa il capogruppo M5s in Commissione Affari Costituzionali, Alfonso Colucci, che poi ha aggiunto:  

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“Questo Ddl del governo Meloni non affronta nemmeno uno dei problemi del comparto, anzi ne creerà di nuovi. Serve solo al centrodestra per consumare la sua vendetta contro il potere giudiziario, rendendolo più debole e controllabile.

Sulla stessa linea anche il Partito Democratico. Il capogruppo democratico in Commissione, Federico Gianassi, ha chiarito:

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“Come Pd siamo fortemente contrari alla riforma della Giustizia sulla separazione delle carriere perché è una riforma pericolosa che si accanisce sull'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Tra la Costituzione scritta da Calamandrei e la proposta di Nordio e Delmastro Delle Vedove non abbiamo dubbi: difendiamo la Costituzione italiana”.

 

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