17 Sep, 2025 - 14:28

Vannacci fa litigare Salvini e Ceccardi? Il retroscena infuocato al consiglio federale

Vannacci fa litigare Salvini e Ceccardi? Il retroscena infuocato al consiglio federale

Un consiglio federale piuttosto acceso: è questa l’immagine che emerge dai retroscena sulla riunione di ieri tra i vertici della Lega. A polarizzare la discussione è stata la figura di Roberto Vannacci, sempre più indigesta agli esponenti storici del Carroccio – in particolare ai governatori del Nord – ma sempre più centrale nelle dinamiche interne al partito per volontà del segretario Matteo Salvini.

A sollevare il tema – pur senza nominare il generale - sarebbe stata Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista e figura di spicco del partito in Toscana. Il suo intervento, tuttavia, non sarebbe stato accolto favorevolmente da Salvini.

Il consiglio federale infuocato tra Salvini e Ceccardi

In vista del raduno annuale di Pontida, festa simbolo dell’identità leghista, durante la riunione del direttivo federale Susanna Ceccardi avrebbe rivendicato il valore della militanza, criticando l’opportunità di utilizzare, nella campagna regionale in Toscana, il riferimento – tanto caro a Vannacci – alla Decima Mas.

Pur senza nominarlo, e senza neppure vederlo – Vannacci avrebbe infatti tenuto la videocamera spenta per tutta la riunione – l’europarlamentare toscana avrebbe sollecitato una riflessione sulla pericolosità di giocare con i richiami al fascismo. «È anacronistico essere antifascisti, quando il fascismo non c’è più; figuriamoci essere fascisti», avrebbe dichiarato Ceccardi, irritando definitivamente Matteo Salvini che, innervosito dalle continue critiche a Vannacci, avrebbe reagito in modo brusco chiudendo non solo il dibattito sul tema, ma l’intera riunione.

Contrasti sui candidati e il listino bloccato di Vannacci

Le tensioni tra Susanna Ceccardi - già candidata presidente della Lega e del centrodestra alle regionali in Toscana del 2020 - e Roberto Vannacci non sono nuove, ma sono emerse con forza da quando Salvini ha affidato al generale affidato il delicato compito di coordinare la campagna elettorale leghista in vista del voto del 12 e 13 ottobre.

I primi contrasti tra Ceccardi e Vannacci sarebbero emersi sui criteri di selezione dei candidati: Vannacci avrebbe spinto per un listino bloccato, così da controllare le scelte e garantire l’elezione dei nomi più vicini alla sua linea. Un metodo a cui Ceccardi si sarebbe opposta, temendo la penalizzazione di alcuni territori e dei militanti storici. In una chat, Ceccardi avrebbe sottolineato la differenza di approccio: «Noi i nostri li chiamiamo militanti, non truppe. E nessuno riceve ordini».

Salvini chiude il dibattito, crescono i malumori interni

Il tentativo di Susanna Ceccardi di aprire un confronto sul ruolo di Roberto Vannacci nella Lega si è scontrato dunque con il muro innalzato da Matteo Salvini. Il segretario, chiudendo bruscamente la conversazione e l’intera riunione del consiglio federale, si sarebbe detto stanco delle polemiche attorno alla figura del generale.

I dubbi e i nervosismi all’interno del Carroccio, tuttavia, restano. L’autonomia concessa a Vannacci – subito nominato vicesegretario del partito, in barba alla tradizionale militanza, ma anche portavoce di una linea politica autonoma e spesso divergente da quella ufficiale – sta alimentando malumori difficili da ignorare.

Nelle ultime settimane, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato con fermezza il protagonismo dell’ex generale: «C’è qualcuno che vuole vannaccizzare la Lega. Col cavolo che ci vannaccizziamo». Un giudizio a cui hanno fatto eco le parole del senatore Gian Marco Centinaio: «Vannacci inizi a rispettare le regole della Lega. Se non gli vanno bene, faccia il suo partito».

Tensioni verso Pontida e il peso elettorale di Vannacci

Termometro delle tensioni interne, ma anche del sentimento del popolo leghista nei confronti di Roberto Vannacci, sarà inevitabilmente il palco di Pontida, in programma il 20 e 21 settembre. Proprio il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha già chiarito che ascolterà l’ex generale, ma ha tenuto a ribadire: «Pontida è la festa della Lega, dei nostri territori e dei nostri valori».

Il problema, tuttavia, non riguarda soltanto l’identità. La Lega deve fare i conti con l’indubbio peso elettorale di Vannacci – 500 mila voti alle europee –, un capitale politico che Salvini ha intuito e che, almeno per ora, non sembra disposto a sacrificare, anche a costo di esasperare le tensioni interne al Carroccio.

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