17 Sep, 2025 - 16:34

Gratteri attacca la riforma della Giustizia e replica a Forza Italia: "Non mi faccio intimidire"

Gratteri attacca la riforma della Giustizia e replica a Forza Italia: "Non mi faccio intimidire"

Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, boccia le riforme della Giustizia del governo Meloni, in particolare quella sulla separazione delle carriere.

Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, il magistrato antimafia ha spiegato le ragioni della sua contrarietà alla riforma, rivendicando il diritto dei magistrati di esprimere le proprie opinioni, anche in riferimento all’interrogazione parlamentare presentata nei suoi confronti da Forza Italia: "Come qualsiasi cittadino, il magistrato può e deve parlare. Sulla separazione delle carriere, io parlerò fino all'ultimo giorno prima del voto, in tutte le sedi”.

Gratteri critica la separazione delle carriere

La contrarietà alla riforma sulla separazione delle carriere, ha spiegato Gratteri, non deriva innanzitutto da un tornaconto personale:Noi avremo lo stesso stipendio, come categoria non ci torna nulla”. Il punto, ha spiegato il magistrato antimafia, è che:

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“Ogni anno solo lo 0,2% dei magistrati chiede di passare da giudice a pubblico ministero o viceversa. Perché c'è bisogno, per una minoranza, di toccare la Costituzione?

Il timore del controllo politico sulla magistratura

Il motivo, secondo il procuratore capo di Napoli, è che in tutti i Paesi dove c'è la separazione delle carriere, il passaggio successivo è “mettere sotto il controllo dell’esecutivo i magistrati”.

Se la riforma sarà approvata, ha spiegato Gratteri, il ministro detterà l’agenda anche delle indagini. “È questo ciò che temiamo e, il fatto che si insista su una riforma che riguarda solo lo 0,2% dei magistrati, è la riprova che lo scopo sia un altro”.

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La verità è che si vuole burocratizzare la magistratura, trasformare i magistrati in perfetti soldatini, e così si toglie la possibilità di condurre le indagini come devono essere fatte.

Nordio e le intercettazioni: il giudizio di Gratteri

Questo governo e quello precedente – quello dei “migliori”, ha ricordato Gratteri – hanno prodotto per il magistrato solo riforme che “servono solo a rallentare il lavoro dei magistrati, a eccezione della riforma sulla cybersicurezza, che ha prodotto risultati positivi.

“Tutte queste riforme o non servono, o sono dannose, o favoriscono i delinquenti”, ha spiegato, quando invece la magistratura necessiterebbe di altri interventi.

Anche la battaglia del ministro Nordio contro le intercettazioni è giudicata negativamente da Gratteri.

Il ministro dice che costano troppo, ma non è così” ha spiegato, ricordando quanto le intercettazioni permettano un ritorno economico considerevole, alla luce delle confische che in molti casi rendono possibili. 

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Ha parlato di sputtanamento, ma già dal 2015 non è possibile trascrivere dettagli della vita privata degli indagati. Ha parlato di intercettazioni a strascico, un termine che usano solo gli avvocati per le loro arringhe. Troppe inesattezze.

L'interrogazione parlamentare di Forza Italia

Incalzato da Lilli Gruber, il procuratore Gratteri ha commentato poi il caso dell’interrogazione parlamentare presentata da Forza Italia contro l’opportunità che il magistrato conduca un programma sulla mafia su La7. Gratteri ripercorre l’ostilità percepita per questo suo progetto, anzitutto da parte del viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto:

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“A un evento a Torino con l’ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati, il viceministro Sisto lo ha lodato dicendo: ‘Lui sì che fa convegni di cultura, non come altri procuratori che vanno in televisione a fare i presentatori’.”

Se al ministero ritengono che questa trasmissione leda l’onore della magistratura - ha spiegato Gratteri - possono aprire un procedimento disciplinare contro di me”. Invece, "un altro parlamentare di Forza Italia ha presentato un’interrogazione per chiedere al ministro di fare un accertamento su di me”.

La risposta di Gratteri

Alla domanda di Lilli Gruber se fosse intimidito da queste richieste, Gratteri ha risposto in modo netto:

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Io parlo di mafie dal 1989, vado nelle scuole, nelle università, nelle Tv. Adesso, nell'ultimo periodo, c'è un certo nervosismo: sarà che c'è un certo seguito, sarà che quest'estate ho fatto un intervento a Lamezia Terme con 2.800 persone, poi è salito un politico e ce ne erano 300, non lo so cos'è… Se pensano di intimidirmi con le interrogazioni parlamentari si sbagliano di grosso, succede il contrario. Io ho fatto la guerra in Aspromonte, sono stato nella foresta amazzonica con le Farc, figurate se mi preoccupo dell'apertura di un procedimento disciplinare o di un'interrogazione parlamentare.

Per quanto riguarda l’interrogazione, “Ho già inviato la mia risposta al ministero”, ha poi concluso Gratteri, augurandosi che ci sarà un dibattito in Parlamento sulla libertà di stampa e di pensiero:

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I magistrati non possono avere meno diritti rispetto agli altri. Anche perché io parlo di fenomeni, non di processi in corso, vado gratis, quando vado sono in ferie. Non capisco qual è il problema per Sisto e per Forza Italia.

 

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