18 Sep, 2025 - 11:20

Elezioni regionali Marche, duello a distanza tra Meloni e Schlein: quali province possono essere decisive?

Elezioni regionali Marche, duello a distanza tra Meloni e Schlein: quali province possono essere decisive?

Meloni ad Ancona, Schlein a Pesaro. Entrambe le leader si sono recate nelle Marche per i comizi a favore dei propri candidati alle prossime elezioni regionali che si terranno il 28 e 29 settembre. La scelta delle città non è casuale: da una parte, la segretaria del Pd ha deciso di tenere il proprio comizio a Pesaro – amministrata in passato dall'eurodeputato e candidato alle regionali Matteo Ricci e roccaforte del centrosinistra nelle Marche. Meloni invece ha optato per Ancona, capoluogo della Regione amministrata da cinque anni – per la prima volta nella storia – dal centrodestra.

Quello del 28 e 29 settembre non è solo l'appuntamento che farà da apripista alle elezioni regionali ma è anche il confronto più aperto dell'intero autunno. Sono pochi i punti percentuali, stando ai più recenti sondaggi, che dividono il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, dal suo avversario, Matteo Ricci. I marchigiani sembrano aver apprezzato l'operato del centrodestra ma la partita resta aperta in un territorio storicamente vicino al centrosinistra.

La storia recente, tuttavia, mostra uno spostamento delle Marche verso la destra. I dati più recenti, risalenti a un anno fa, dimostrano come la Regione sia ancora un "fortino del centrodestra", soprattutto guardando ai dati relativi alle province e ai comuni. Al centrosinistra, durante le scorse elezioni europee, sono rimaste Pesaro e Ancona come grandi città, tuttavia la differenza con FdI sembra minima a livello complessivo.

I discorsi di Meloni e Schlein

Un duello a distanza sui principali temi delle elezioni regionali nelle Marche e su quelli che hanno animato il dibattito nazionale negli ultimi giorni di questa estate. Ad Ancona, la premier Giorgia Meloni ha ribadito come da trent'anni a questa parte il centrodestra sia rimasto sempre unito e ha attaccato i suoi avversari: prima una stoccata al leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, e poi alla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Poi una "mezza risposta" su Gaza, tema sul quale l'opposizione chiede di esprimersi: Meloni non ha parlato di sanzioni ma ha detto che la scelta del governo israeliano non è condivisibile. A dare man forte alla presidente del Consiglio c'erano anche i due vicepremier, il leader leghista Matteo Salvini e il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani.

A 80 km di distanza, a Pesaro, ha parlato la segretaria dem. Schlein ha bocciato gli ultimi cinque anni del presidente della Regione, Francesco Acquaroli, dicendo che da parte sua e della presidente del Consiglio sono arrivate solo "parole vuote". C'è grande fiducia in Matteo Ricci per la corsa a Palazzo Raffaello anche in virtù di numeri che non danno per scontata la riconferma di Acquaroli.

Cosa dicono i numeri

I marchigiani promuovono l'operato dell'attuale presidente della Regione e la maggior parte sarebbe pronta a riconfermarlo alla guida delle Marche. Tuttavia, esiste anche una larga fetta di cittadini scontenti di questi ultimi cinque anni del centrodestra: sin dal primo sondaggio pubblicato all'inizio dell'estate è emerso che il distacco tra Acquaroli e Ricci fosse minimo. Si tratta – stando all'ultimo elaborato da Tecnè per l'agenzia Dire – di poco meno di cinque punti percentuali. La stima dei votanti è di circa 50-54% degli aventi diritto e gli incerti sarebbero fermi al 10%: una percentuale che potrebbe rivelarsi decisiva per confermare Acquaroli o per far salire Ricci.

Una partita aperta che si giocherà soprattutto sulle differenze tra grandi città e province. Mentre il centrosud delle Marche sembra essere schierato dalla parte di Acquaroli, in particolare il Piceno e il Fermano, il nord tuttavia resta rosso.

Il precedente di un anno fa

Cosa dicono i dati sulle province e sui comuni? Le ultime rilevazioni sulla Regione risalgono a un anno fa durante il voto per le elezioni europee: il centrodestra sarebbe in vantaggio in tutte le province tranne in quella di Pesaro e Urbino, mentre il centrosinistra si tiene stretta Pesaro e Ancona. La roccaforte di Meloni è Ascoli Piceno – amministrata dall'esponente di FdI Marco Fioravanti – dove il divario tra centrodestra e opposizione è ampio. Le distanze si riducono nel centro della Regione, dove nel 2024 c'è stato un testa a testa tra Pd e FdI in occasione delle europee.

Solo pochi comuni sono rimasti al centrosinistra: Pesaro, Senigallia, Montecarotto, Castelplanio, Chiaravalle, Falconara Marittima, Montemarciano e Ancona sono quelli dove il Pd è risultato il primo partito un anno fa. Il vantaggio di Acquaroli è minimo e la sua conferma non è così scontata, ma il centrosinistra dovrà giocare bene le sue carte nei prossimi giorni.

 

 

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