Nessun cambio di idea sul riconoscimento della Palestina da parte del governo italiano. Sebbene a distanza e in contesti diversi, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno smentito la possibilità di riconoscere lo Stato palestinese, come già annunciato dalle cancellerie dell'Ue nei prossimi mesi. Il leader della Lega ha spiegato che, in questo momento, un riconoscimento della Palestina potrebbe risultare deleterio a causa della presenza di Hamas nei territori coinvolti. Una posizione già espressa in diverse occasioni e che difficilmente cambierà nel breve periodo.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è più pacato nel rispondere sulla questione. Nel corso del question time al Senato, che segue una turbolenta seduta alla Camera dei deputati sulla riforma della Giustizia, il vicepremier cita il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, affermando che oggi riconoscere la Palestina equivarrebbe a "lavarsi la coscienza" e che "non c'è uno Stato palestinese". Il segretario di Forza Italia, all'uscita da Palazzo Madama, si è dichiarato favorevole ad alcune sanzioni.
Queste risposte, arrivate oggi, non sembrano soddisfare il centrosinistra, che poche ore fa ha protestato nell'Aula di Montecitorio per l'approvazione della riforma della Giustizia e per la mancata presa di posizione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, su quanto accade a Gaza.
Riconoscere la Palestina, in questo momento, è prematuro. Il centrodestra mantiene la propria posizione sulla situazione in Medio Oriente e non sembra intenzionato ad allinearsi alle altre cancellerie europee. A ribadire questa contrarietà sono i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Dei due, il più netto è il leader della Lega, che, a margine della cerimonia di abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria ferroviaria di base del Brennero (Bbt) tra Italia e Austria, ha sottolineato che non è possibile riconoscere uno Stato se al suo interno c'è Hamas:
Una posizione prevedibile, vista la vicinanza della Lega di Salvini a Israele e alla sua causa. Le dichiarazioni del segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, sono leggermente diverse. Il vicepremier definisce un ipotetico riconoscimento della Palestina come un "tentativo di pulirsi la coscienza", citando Lucio Caracciolo durante il question time in Senato:
Poco prima di lasciare il Senato, Tajani ha parlato anche alla stampa, dichiarando di essere d'accordo con le sanzioni ai coloni e affermando che le proposte annunciate dalla Commissione europea sono in parte giuste. Forza Italia sostiene sanzioni contro i coloni, i ministri che hanno usato toni estremisti e Hamas, mentre quelle commerciali saranno valutate insieme ad altri Paesi europei, a patto che non abbiano impatto sull’intera popolazione israeliana, comprendente anche comunità arabe e druse.
Sull’obiettivo di Israele, Tajani ha spiegato:
#Tajani sulle #sanzioni a Israele: "Favorevoli alle sanzioni ai coloni, ai ministri estremisti e ad Hamas. Assieme alla #Germania valuteremo quelle commerciali. L'obiettivo di #Israele? Non lo conosco, bisogna chiedere a loro. Noi favorevoli alla ricostruzione della #Palestina" pic.twitter.com/qrnQDFpWe0
— Tag24.it (@Tag24news) September 18, 2025
Da giorni, il centrosinistra chiede che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, prenda una posizione chiara sul conflitto in Medio Oriente, possibilmente allineata con gli altri Paesi membri dell’Unione Europea. La richiesta è diventata più insistente dopo l’ingresso dell’esercito israeliano a Gaza e l’annuncio di sanzioni da parte della Commissione europea a carico di Tel Aviv.
Ieri, alcuni esponenti del Pd, insieme alle giovanili dem, hanno organizzato un flashmob fuori da Montecitorio. Oggi, invece, dopo la votazione della riforma della Giustizia, i parlamentari del centrosinistra hanno chiesto a Meloni di intervenire in Aula per chiarire la posizione del governo su Gaza.