È ancora stallo nel centrodestra sulla scelta del candidato a governatore della Campania da contrapporre ai già certi Roberto Fico per il campo largo e Stefano Bandecchi con la sua lista Dimensione Bandecchi.
Il centrodestra in Regione Campania è all’opposizione da 10 anni esatti, da quando si concluse l’esperienza di Stefano Caldoro ed ebbe inizio la lunga stagione politica di De Luca. Ebbene, non solo dopo i primi 5 anni di opposizione non ha capitalizzato nulla in termini elettorali, tanto che rivinse a mani basse l’attuale Governatore, ma oggi, dopo 10 anni utili a far crescere ed affermare una leadership di prospettiva per contendere la Regione alla sinistra nel 2025, a meno di 70 giorni dalle elezioni non ha ancora espresso il proprio candidato.
Le ragioni sono molteplici: sono cambiati gli equilibri interni al centrodestra, con una crescita di Fdi a scapito della Lega (come avvenuto in tutta Italia tranne che in Veneto) e vi sono sfrenate competizioni all’interno dei partiti. Non c’è un soggetto, spontaneamente e naturalmente da tutti gli alleati, come unificatore e, tra le altre ragioni, potrebbe esserci l’attesa di due eventi scollegati tra loro ma che potrebbero avere ripercussioni in Campania: l’esito delle regionali nelle Marche dove il fedelissimo di Giorgia Meloni Acquaroli pare essere certamente in vantaggio e la reale posizione di Vincenzo De Luca.
Il nome del Governatore uscente, infatti, è al centro dei pensieri tanto del suo campo largo quanto degli avversari di centrodestra. Ai più attenti, ma anche ai meno attenti, non sono sfuggite le continue frecciate, a volte anche molto pesanti, che quotidianamente il “cacicco” indirizza verso Fico e verso il Pd, per poi fare dichiarazioni concilianti. Rumors narrano di strani intrecci che potrebbero nascere qualora il governatore uscente non fosse pienamente soddisfatto nelle sue richieste o se Fico inserisse davvero nel programma provvedimenti come la chiusura della pratica termovalorizzatore di Acerra e il codice etico per le liste pulite.
Con l’applicazione del codice etico potrebbero saltare dalle liste alcuni deluchiani fedelissimi e con grandi bacini elettorali, e De Luca sul tema ha già messo mani avanti e pregiudiziali. Anche sul termovalorizzatore è stato categorico: “si va avanti”. Avrà Fico il coraggio, e forse stoltezza politica, di andare contro il principale azionista della sua coalizione? E quali contromosse potrebbe attuare De Luca? Questi sono gli interrogativi in entrambi gli schieramenti politici.
Un’ipotesi di fantapolitica potrebbe essere quella di inserire suoi candidati anche nelle liste di centrodestra, per provare ad avere una pattuglia più numerosa. Il centrodestra probabilmente non opporrebbe resistenza perché alla fine, nelle urne, sarebbero voti per la coalizione; per gli eletti poi si vedrebbe.
Gli elementi accennati sono quelli che determineranno il nome e la tipologia del candidato del centrodestra: se nelle Marche vincerà Acquaroli come indicato dai sondaggi, Fdi potrebbe rinunciare alla candidatura di Cirielli; al momento appare in pole position per la candidatura Giosy Romano, attuale Coordinatore della Zes unica per il Sud, gradito da Fi, Lega e… amico di De Luca.
Romano, avvocato amministrativista di lungo corso ed ex Sindaco di Brusciano, ha ormai una rete relazionale estesa e trasversale in Campania, ampia visibilità positiva, eccellenti relazioni nel mondo produttivo ed industriale ed è apprezzato in modo trasversale, da sinistra a destra, oltre ad essere amico personale del governatore uscente (e dato che agita il campo largo...). In questo caso ad essere un campo largo sarebbe il centrodestra, perché pare che Azione di Carlo Calenda sia pronta a sostenere il capo della Zes anche se candidato dal centrodestra.
Altre candidature, come la Carfagna, l’ipotesi (pare inattuabile per incandidabilità e comunque smentita dall’interessato) del Prefetto di Napoli o quella del Mr. Preferenze di Fi Martusciello, sembrano al momento accantonate.
La candidatura di Romano, insieme all’incognita De Luca e all’outsider Stefano Bandecchi, potrebbe riaprire giochi che in teoria sarebbero chiusi, creare fibrillazioni a sinistra e rendere contendibile la Regione. La strada verso il 23 e 24 novembre è politicamente molto lunga e chissà se riserverà sorprese.