La sfida tra Verona e Juventus della quarta giornata di Serie A 2025/26 ha suscitato molte polemiche al termine della gara, a causa di due episodi che — diciamolo senza timore — hanno indirizzato l’andamento dell’incontro.
Premesso che, per come si è sviluppata la partita, il pareggio può considerarsi un risultato sostanzialmente giusto, resta da chiedersi cosa sarebbe successo se non fosse stato assegnato il rigore al Verona e se il suo attaccante fosse stato espulso per la gomitata rifilata a Gatti.
Da anni, però, a infiammare le discussioni tra tifosi, opinionisti e addetti ai lavori è soprattutto il tema del fallo di mano in area di rigore. Proviamo dunque ad analizzare perché, secondo regolamento, al Verona non sarebbe dovuto essere concesso il penalty.
Per stabilire se il rigore fosse corretto, bisogna rifarsi alla regola numero 12 del regolamento IFAB, quella che riguarda i Falli e scorrettezze, e nello specifico la sezione dedicata ai Contatti mano/pallone.
La norma stabilisce che l’infrazione si verifica nei seguenti casi:
Nel caso dell’episodio che ha portato l’arbitro, dopo il richiamo del VAR, ad assegnare il rigore al Verona, Joao Mario non commette nessuna delle due infrazioni:
Rigore che non va mai dato, il calciatore della Juve non fa niente per deviare il pallone col braccio, anzi! Non lo vede perché ha gli occhi chiusi e la testa abbassata quando gli scivola addosso! pic.twitter.com/bnX6DcoUNj
— William (@Lele_William) September 21, 2025
L’arbitro, già apparso confuso sia nel primo episodio sia nel secondo (ammonizione a Orban invece del sacrosanto rosso per la gomitata su Gatti), dopo essere andato al VAR per rivedere l’azione dubbia nell’area della Juventus, ha spiegato allo stadio il motivo della concessione del calcio di rigore.
Lo ha fatto annunciando: «A seguito di revisione, il numero 15 della Juventus ha toccato il pallone con la mano…». Peccato che in realtà si trattasse di João Mário, numero 25.