22 Sep, 2025 - 11:50

Pontida 2025, Salvini sarà ancora segretario della Lega? Ecco chi potrebbe soffiargli il posto

Pontida 2025, Salvini sarà ancora segretario della Lega? Ecco chi potrebbe soffiargli il posto

Unità, compattezza e uno sguardo ottimista verso il futuro, soprattutto in vista delle elezioni regionali previste per l’autunno di quest’anno. Questi erano i messaggi che dovevano emergere da questa edizione del raduno di Pontida, la storica kermesse della Lega che si tiene ogni anno nella provincia di Bergamo e che si è svolta ieri, 21 settembre. Forse però, più che dare risposte e trasmettere l’idea di un Carroccio unito e pronto a ripartire dopo le batoste elettorali degli anni scorsi, l’immagine restituita è quella di un partito diviso e attraversato da troppi potenziali leader.

Il segretario Matteo Salvini non è in discussione, almeno per ora, ma il malcontento per la trasformazione radicale della Lega si fa sempre più evidente. Da partito del federalismo e dell’autonomia a voce della destra radicale italiana in poco più di un decennio, il Carroccio ha raccolto moltissimi consensi, ma oggi quella strategia sembra produrre l’effetto opposto: dal 2019, la Lega è in calo costante e parte dell’elettorato più a destra ha scelto di sostenere Fratelli d’Italia.

In un momento di crisi – seppur ampiamente negata – emergono nuovi aspiranti leader e scenari. Sul palco di Pontida se ne sono visti diversi: Roberto Vannacci, divisivo ma al centro di una fase di rilancio; il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, espressione di una linea più istituzionale; e Massimiliano Romeo, segretario della Lega Lombarda, che invoca un ritorno alle origini.

Cosa è successo a Pontida

C’è chi indossa il tradizionale verde del raduno nato ai tempi di Umberto Bossi, quando la Lega si proponeva in contrapposizione alla politica tradizionale. Tra il pubblico, c’è chi attende l’intervento del generale Vannacci, nuovo idolo di una parte del movimento leghista, e chi ascolta con pacatezza gli esponenti più istituzionali del Carroccio. È questo il volto variegato della Lega che ha partecipato a Pontida 2025, appuntamento storico fondato nel 1990 e sospeso tra il 2019 e il 2022 per il Covid e scelte interne al movimento.

 

Un mix di tradizione e innovazione che dovrà guidare il partito nei prossimi mesi, in vista delle regionali del 2025. Proprio sul voto locale erano attese risposte: in Veneto, la partita è la più complessa per il centrodestra, a causa dello scontro tra Lega e FdI sul candidato. Nessuna decisione, almeno per ora, ma molti segnali dal palco che dovrebbero preoccupare Salvini.

Il protagonismo di Vannacci e il ruolo di Giorgetti

Da un lato c’è chi tuona contro i migranti, la società dei “porti aperti” e le minacce alla “nostra cultura millenaria”. L’eurodeputato Vannacci infiamma il palco, accolto dagli applausi di buona parte dei presenti, mentre altri ascoltano con scetticismo. Il vicepresidente federale parla in un clima che un tempo sarebbe sembrato surreale tra i leghisti: compaiono cappellini Maga, magliette con l’influencer dell’ultradestra Charlie Kirk e persino bandiere israeliane. Al termine del suo intervento contro immigrazione e stranieri, riceve lunghi applausi.

C’è poi chi sceglie la moderazione, come il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – già in apparente contrasto con Salvini lo scorso anno. Storico esponente del Carroccio, viene da tempo indicato come possibile successore del segretario e recentemente anche come potenziale candidato alla presidenza della Regione Lombardia nel 2028. L’altra faccia della Lega, quella più moderata.

La spinta per il ritorno alle origini

Meno Roma in Lombardia, più Lombardia a Roma”: uno slogan che richiama la Lega Nord delle origini, quella di Umberto Bossi che metteva al centro autonomia e indipendenza del Nord. Oggi è invece il motto della Carta della Lombardia, presentata dal segretario della Lega Lombarda Massimiliano Romeo, che già a dicembre 2024 aveva evocato un ritorno alle radici in contrapposizione alla linea salviniana.

La Carta propone più autonomia sanitaria, salari legati alla produttività, gestione regionale dei fondi UE e concorsi locali con vincolo decennale. Romeo la definisce un progetto identitario per rafforzare Lombardia e Lega nazionale, valorizzando risorse, lavoro, cultura e giovani. Un piano ambizioso, sostenuto anche da Umberto Bossi, fondatore del movimento e oggi firmatario della Carta. Un segnale forte: Romeo sembra puntare a un ruolo centrale nella Lega, come punto di riferimento per chi rimpiange il progetto originario del Senatùr.

 

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