La Juri UE ha rigettato la richiesta di revoca dell'immunità parlamentare a Ilaria Salis, bocciando la richiesta avanzata dall'Ungheria con 13 voti a 12. L'attivista italiana, sostenuta da Left, Socialisti, Renew, e a conti fatti anche dal Ppe, vince la prima battaglia, ma non la guerra. La battaglia decisiva, infatti, si combatterà quasi sicuramente il 7 ottobre al Parlamento Europeo, quando a votare saranno gli europarlamentari a cui spetta l'ultima parola.
La mancata revoca dell'immunità parlamentare all'esponente di Alleanza Verdi e Sinistra è stata duramente criticata dal centrodestra italiano, che si è schierato apertamente al fianco della richiesta di Budapest. Il governo ungherese ha chiesto la revoca della protezione parlamentare per consentire la ripresa del processo, che vede imputata Salis per la presunta aggressione ad alcuni militanti neonazisti durante una manifestazione a Budapest nel 2023.
Le critiche più dure sono arrivate dalla Lega di Matteo Salvini, partito che in Europa appartiene al gruppo politico di destra dei Patrioti, fondato proprio da Orban. Non sono mancate le polemiche anche da parte di Fratelli d'Italia. Entrambi i partiti hanno, infatti, già annunciato il voto favorevole alla revoca.
La decisione della Commissione giuridica dell'UE di non revocare l'immunità parlamentare a Ilaria Salis è stata accolta con durezza dal governo ungherese.
Il portavoce dell'esecutivo di Budapest Zoltan Kovacs (lo stesso che nei giorni scorsi inviò le coordinate geografiche di un carcere di massima sicurezza all'attivista italiana) ha definito “incomprensibile e scandalosa” la decisione della Juri che in questo modo legittimerebbe l'estremismo di sinistra.
Ha scritto su X.
????It is incomprehensible and outrageous that the @Europarl_EN legitimizes far-left terrorism.
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) September 23, 2025
????The antifascist @SalisIlaria and her comrades traveled to Hungary with the premeditated goal of randomly beating people on the street purely out of political conviction. This is not a… pic.twitter.com/G6i4plWMq0
Altrettanto pesanti le accuse del direttore politico del gabinetto di Viktor Orban, Balazs Orban.
La reazione della Lega non si è fatta attendere. La decisione della commissione giuridica dell'UE non è piaciuta a Matteo Salvini e ai suoi europarlamentari, che hanno criticato aspramente la mancata revoca dell'immunità. La Lega ha anticipato l'intenzione di votare a favore della richiesta dell'Ungheria nel parlamento europeo.
In una nota il Carroccio parla di “eurovergogna targata sinistra e traditori del centrodestra” e definisce il Parlamento Europeo una “combriccola di gestione dei propri affari”. Gli eurodeputati leghisti puntano il dito contro i deputati del Ppe, che hanno votato contro la revoca, accusandoli di un "voto miseramente politico".
Scrivono gli esponenti della Lega che poi concludono:
Sferzante Matteo Salvini, che su X ha scritto:
Allegata al post un'immagine di Ilaria Salis con, sullo sfondo, la scritta “Vergogna” e in primo piano la frase: “Poltrona salva, dignità persa”.
Al Parlamento europeo, nel primo voto in Commissione respinta (13 a 12) la richiesta di revoca dell'immunità a Ilaria Salis. A ottobre il voto decisivo in Aula a Strasburgo.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 23, 2025
Chi sbaglia, non paga. pic.twitter.com/1QB09gQk5I
In realtà, la revoca dell'immunità non avrebbe comportato la perdita del seggio per l'europarlamentare italiana.
Anche il vicesegretario della Lega, il generale Roberto Vannacci, sempre molto critico nei confronti dell'attivista italiana, ha condannato la scelta della Commissione giuridica UE.
Questa mattina, a Bruxelles, la Commissione #Giuridica del Parlamento Europeo ha votato: l'immunità parlamentare della #Salis non è stata revocata. pic.twitter.com/xqbO7Yeb0M
— Roberto Vannacci (@RoVannacci) September 23, 2025
L'eurodeputata Isabella Tovaglieri ha scritto su X: “Ilaria Salis è salva, ma solo per ora”.
Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni punta il dito in particolare contro il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e alcuni esponenti del Partito Popolare Europeo, accusati di aver "affossato" la relazione del collega popolare Vazquez Lazara.
Attacca il capo delegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza.
Afferma, invece, Mario Mantovani, vicepresidente della Commissione Juri ed eurodeputato di Fratelli d’Italia-Ecr.
Sulla stessa linea anche Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI e co-presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR):