24 Sep, 2025 - 16:00

Elezioni regionali in Veneto e Lombardia, La Russa spiega la strategia del centrodestra

Elezioni regionali in Veneto e Lombardia, La Russa spiega la strategia del centrodestra

La partita per Milano, nel centrodestra, è tutt’altro che semplice. A quattro anni di distanza dall’ultima sfida elettorale, persa senza appello e con un candidato scelto in extremis, resta vivo il ricordo degli errori commessi. La sensazione diffusa è che questa volta non ci si possa permettere improvvisazioni, perché il capoluogo lombardo rappresenta una vetrina nazionale e un banco di prova politico che travalica i confini cittadini. Le tensioni interne e le ambizioni dei diversi partiti della coalizione rendono però il percorso accidentato.

Ignazio La Russa, presidente del Senato ed esponente di primo piano di Fratelli d’Italia, ha ribadito che la decisione deve nascere a Milano, non nelle stanze romane. La sua posizione, spiegata in un colloquio con il “Corriere della Sera”, si fonda su un principio chiaro: il candidato deve avere radici e credibilità sul territorio, anche se la scelta finale spetterà inevitabilmente ai leader nazionali. L’errore, secondo lui, sarebbe immaginare schemi rigidi, come il dogma del “civico a tutti i costi” o, al contrario, del “politico di partito”. Ciò che conta davvero è individuare una figura capace di vincere e, soprattutto, di governare con stabilità e autorevolezza.

Finora i tentativi di individuare un civico spendibile si sono rivelati infruttuosi. Nomi ne sono circolati, come quello di Ferruccio Resta, ex rettore del Politecnico, ma di fronte all’ipotesi di una candidatura molti hanno preferito tirarsi indietro. Per La Russa il motivo è evidente: un profilo civico deve possedere esperienza gestionale, un curriculum solido e un riconoscimento pubblico già consolidato. 

La suggestione dei “figli di Berlusconi” e la questione del nome

In questo contesto, La Russa ha lanciato una suggestione destinata a far discutere: la possibile discesa in campo dei figli di Silvio Berlusconi. Non come ipotesi concreta, ha chiarito, ma come esempio di ciò che servirebbe. Persone cresciute respirando politica, dotate di professionalità riconosciuta e di un cognome già noto agli italiani. Un mix di esperienza indiretta e notorietà pubblica che, nella sua visione, costituisce la ricetta ideale per sfidare un avversario forte come Giuseppe Sala. 

Quella dei “figli di Berlusconi” è una provocazione, ma al tempo stesso un richiamo alla necessità di guardare oltre i soliti schemi. Non basta un candidato qualunque: serve una figura che faccia notizia, che sia in grado di parlare a mondi diversi e che non si limiti a rappresentare un partito. 

Il nodo Lupi e le tensioni tra Lega e Forza Italia

Le difficoltà non si fermano qui. Tra i nomi circolati c’è anche quello di Maurizio Lupi, ex ministro e oggi figura di riferimento centrista. Ma su di lui si sono alzati i paletti di Lega e Forza Italia. La Russa ha spiegato che non si tratta di un veto personale, quanto piuttosto della convinzione che un civico puro possa attrarre meglio l’elettorato moderato. Il problema, ancora una volta, è che un civico autorevole non si trova facilmente.

Per superare lo stallo, il presidente del Senato ha proposto alcune soluzioni creative: un ticket con un sindaco politico e un vicesindaco civico centrista, oppure la designazione anticipata di assessori indipendenti e non legati ai partiti. In questo modo, ha osservato, si potrebbero sommare le forze e ampliare il consenso. Antonio Tajani, leader di Forza Italia, sembra puntare a individuare proprio un civico con buone probabilità di vittoria. La Russa non esclude questa strada, anzi, la condivide, ma a patto che emerga una figura davvero credibile e non soltanto funzionale a un compromesso interno.

Veneto e Lombardia, il banco di prova degli equilibri

Il confronto su Milano si intreccia inevitabilmente con quello delle Regionali, in particolare Veneto e Lombardia. Due regioni chiave per il centrodestra, dove il peso relativo di Lega e Fratelli d’Italia si misura con grande attenzione. La Russa ha riconosciuto la necessità di un equilibrio, ma ha anche rivendicato il ruolo di primo piano del suo partito come forza di maggioranza. A suo giudizio, Giorgia Meloni ha già dimostrato di saper trovare punti di equilibrio difficili, sia nella politica internazionale, mantenendo rapporti con leader contrapposti, sia nelle dinamiche interne della coalizione.

L’ipotesi che la Lega possa esprimere il candidato in Veneto e Fratelli d’Italia in Lombardia non viene esclusa. Non come un baratto, ha precisato La Russa, ma come risultato naturale di una valutazione complessiva. In Veneto la Lega ha figure solide, così come Fratelli d’Italia, mentre in Lombardia, tolti i nomi dei ministri, le personalità di FdI appaiono prevalenti. Alla fine, tutto dipenderà anche dalle ambizioni dei leader leghisti: se Matteo Salvini o Giancarlo Giorgetti decidessero di candidarsi, il quadro cambierebbe radicalmente. Ma, almeno per ora, l’impressione è che nessun ministro intenda muoversi in quella direzione.

 

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