Davide Lacerenza, titolare della nota "Gintoneria di Davide" di Milano, è tornato libero: il Tribunale ha ufficialmente revocato gli arresti domiciliari dopo oltre sette mesi di restrizione.
Questa decisione, aggiornata al 26 settembre 2025, segna una svolta nel caso che ha coinvolto l’imprenditore e la sua socia Stefania Nobile, al centro di un’inchiesta per presunti reati di spaccio, sfruttamento della prostituzione e autoriciclaggio.
Il procedimento giudiziario contro Davide Lacerenza nasce da una maxi operazione della Guardia di Finanza e della Procura di Milano nel marzo 2025.
Secondo gli inquirenti, il locale era al centro di un giro di droga, escort e servizi “extra” riservati a una clientela esclusiva, con pagamenti fino a 70mila euro a serata. I due esercizi, la Gintoneria e il privé La Malmaison, sono stati sequestrati mentre per Lacerenza sono scattati gli arresti domiciliari, motivati da una presunta pericolosità sociale e rischio di reiterazione dei reati.
Le imputazioni a carico dell’imprenditore riguardano soprattutto la detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, oltre all’autoriciclaggio di somme rilevanti, parte delle quali sarebbe stata trasferita su conti esteri.
Fin dall’inizio, Lacerenza ha scelto di non rispondere durante gli interrogatori di garanzia, su consiglio del suo legale Liborio Cataliotti, attendendo l’esame degli atti d’indagine e puntando tutto sulla presunzione di innocenza garantita dall’articolo 27 della Costituzione Italiana.
La svolta arriva quando il Tribunale valuta nuovamente le esigenze cautelari e le condizioni sanitarie. Il quadro probatorio, nell’arco di questi mesi, è mutato: gli investigatori non hanno trovato riscontri sufficienti sulla gravità dei reati e sulla persistenza del pericolo di fuga o di inquinamento delle prove.
Lacerenza, nel frattempo, ha dimostrato piena collaborazione con gli inquirenti e ha rispettato scrupolosamente le restrizioni imposte, senza incorrere in ulteriori violazioni. Anche la sua temporanea ospedalizzazione per un sospetto ictus ha contribuito a rimodulare le misure.
La decisione della giudice per le indagini preliminari di Milano ha tenuto conto dell’evoluzione dell’indagine, delle alleggerite esigenze cautelari e della condotta corretta dell’imprenditore. In parallelo, i legali di Lacerenza hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame, puntando su elementi che hanno indebolito la contestazione dell’organizzazione criminale e del rischio di reiterazione.
La revoca dei domiciliari non comporta una piena assoluzione dalle accuse: il processo va avanti e la procura continua a valutare il ruolo di Lacerenza nel presunto giro di affari illeciti. Tuttavia, la sua libertà rappresenta una svolta importante sia dal punto di vista personale che per la difesa, che ora potrà lavorare senza le restrizioni della detenzione domiciliare.
La vicenda della Gintoneria, discussa sui principali media e oggetto di massima attenzione anche per i suoi risvolti sociali ed economici, rimane sotto i riflettori. Lacerenza dovrà ora comparire nelle successive udienze, pronto a difendersi dalle accuse ma con la libertà riconquistata dalle misure cautelari più pesanti.