Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, è stato ospite a Calibro 9 di Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus, dove ha risposto alle domande sull’escalation mediatica riguardante la Russia, le tensioni in Ucraina e il ruolo della Nato.
Durante l’intervista, Gaiani ha analizzato i motivi dietro l’aumento della percezione della minaccia russa, il peso del riarmo europeo e le possibili conseguenze sul conflitto in Ucraina, offrendo una chiave di lettura critica e approfondita degli eventi recenti.
Nel settembre 2025, l’opinione pubblica europea è stata immersa in un flusso continuo di notizie riguardanti tensioni ed escalation con la Russia. Il 10 settembre, la segnalazione di droni russi nello spazio aereo polacco ha fatto seguito a ulteriori episodi di incursioni nei cieli di Romania ed Estonia.
Potrebbe trattarsi di un tentativo di aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica europea sulla presunta minaccia russa. Tuttavia, questo aumento di notizie potrebbe essere pensato più per creare ansia e tensione che per riflettere la realtà.
Gaiani ha portato come esempio l’omicidio del presidente del Parlamento ucraino, Andriy Parubiy, inizialmente attribuito a un presunto intervento russo. Le indagini hanno poi rivelato che il responsabile era un cittadino ucraino, padre di un ragazzo volontario arruolatosi in guerra, senza alcun coinvolgimento diretto di Mosca.
Allo stesso tempo, ha commentato l’allarme relativo agli aerei russi che hanno sorvolato lo spazio aereo estone, sottolineando che situazioni di questo tipo non sono nuove:
Dietro questa narrativa mediatica, secondo Gaiani, si celano motivazioni economiche e strategiche precise. Gli Stati Uniti, attraverso la Nato, spingono l’Europa verso un riarmo massiccio e l’acquisto di armamenti americani.
Secondo Gaiani, questo “riarmo imposto” rischia di strangolare l’industria della difesa europea e di creare una dipendenza crescente dagli Stati Uniti, senza migliorare significativamente la difesa del continente.
Anche la politica energetica gioca un ruolo cruciale, aumentando il peso economico dell’intero apparato difensivo. L’Unione Europea, già gravata dal caro energia e dalla scarsità di materie prime, rischia di indebitarsi per sostenere il riarmo. L’Europa, quindi, si trova in una situazione paradossale: più aumenta la tensione, più cresce la necessità di armamenti, più si indebolisce l’economia e la propria industria.
Per quanto riguarda il conflitto ucraino, Gaiani individua due scenari principali.
Il primo prevede una soluzione negoziata, che comporterebbe inevitabilmente la perdita di territori da parte di Kiev. Ogni ritardo nei negoziati aumenta il rischio di collasso militare dell'Ucraina e le pretese di Mosca, che potrebbe estendere le proprie ambizioni territoriali.
Il secondo scenario è una vittoria militare russa, con conseguente tracollo dell’esercito ucraino. Tuttavia, questa opzione incontra ostacoli politici: gli alleati europei non vogliono accettare una sconfitta di Kiev, poiché comporterebbe perdite politiche interne e un ridimensionamento dell’influenza europea.
“La sconfitta dell'Ucraina è anche la sconfitta di molti leader europei. Penso a Starmer, Macron, von der Leyen, Merz stesso… se l'Ucraina perde la guerra, tutti questi leader probabilmente perderebbero il posto”, ha affermato Gaiani.
Secondo l’analista, Russia e Stati Uniti sembrano più interessati a perseguire le proprie agende politiche ed economiche. Le tensioni con gli alleati europei, la pressione per l’acquisto di armamenti americani e i vincoli energetici creano una situazione in cui l’Europa rischia di pagare il prezzo più alto.